Invito alla lettura: la costanza dell'attesa
Persuasione
di Jane Austen
Milano, Mondadori, 2002
1^ edizione: 1816-17
Quando apparve Persuasione, così diverso dal quasi contemporaneo Emma, già agli occhi dei contemporanei fu chiaro un cambiamento nella produzione di Jane Austen. Non più l'affascinante donna borghese che corona la propria formazione in un matrimonio idilliaco con il ricco promesso, ma qualcosa di più profondo. E modernissimo.
Se la protagonista, Anne Elliot, s'inserisce nei canoni della figlia devota, borghese, ben educata, ha in sé anche qualcosa di più: la maturità data da un'età piuttosto avanzata per l'epoca, ma anche l'indipendenza di una donna non sposata ma completa. I sentimenti per l'affascinante ufficiale Frederick Wentworth non sono quindi dettati da un'insufficienza di equilibrio o da una necessità pratica, ma dalla totale dedizione con cui Anne ha sempre coltivato la sua passione, nonostante la lontananza di anni. Anni in cui Wentworth ha viaggiato e ha accumulato esperienza, ha migliorato ulteriormente la propria reputazione aumentando anche i risparmi. Anni in cui, invece, Anne ha iniziato a contare le rughe sul suo volto e a considerare la possibilità di restare sempre «soltanto Anne», chiusa nella sua cerchia di amici e famigliari, disponibile e attenta alle convenzioni sociali, ma non lontana da pensare alla possibilità di maritarsi.
Il ritorno di Wentworth scuote Anne dalla convinzione di aver raggiunto una sorta di statica pacificazione. Terribile e logorante è il corteggiamento di Wentworth nei confronti di un'amica di famiglia, Louise, davanti agli occhi sofferenti di Anne. Ma anche insopportabile per Wentworth sono le attenzioni che il cugino Elliot dedica ad Anne. Gelosia e rassegnazione sembrano combattere una lotta impari, fino al trionfo della gelosia che permette a Wentworth di tornare sugli antichi sentimenti per Anne e dichiararsi.
Una happy-end, quindi? In tal caso, Persuasione non sarebbe così distante dal resto della produzione di Jane Austen. Invece, il tema più innovativo e rivoluzionario è celato tra le righe, tra le rughe di Anne e la sua compostezza: è il passare del tempo. Persuasione, dunque, non solo riguardo l'amore, ma anche riguardo la propria posizione nel mondo, la sottile affermazione di sé, che Anne conduce indipendentemente da Wentworth.
Anche lo stile muta rispetto agli altri romanzi: niente a che fare con l'armoniosa prosa austeniana, né con la piacevole arguzia dei dialoghi salaci. Qui dominano periodi lunghi, contorti, non sempre limpidi (e per questo difficili da tradurre), come se la Austen si ripiegasse su di sé in maniera tanto personale da non preoccuparsi del lettore. Anche per queste caratteristiche così innovative, i cultori della Austen non possono non leggere la sua ultima opera.
GMG