Tutto torna
di Giulia Carcasi
Feltrinelli - I Narratori, Milano 2010
pp. 122 € 11,00
Un titolo semplice, pieno di T.
Un titolo che non può passare inosservato in un mondo dove difficilmente tutto torna.
Una cicogna nera in copertina: "uccelli schivi, che non sopportano la vicinanza dell'uomo", che dopo voli lunghi una vita, talvolta anche 30 anni, tornano nel luogo da dove sono partiti, inetivitabilmente mutato, diverso.
Una cicogna nera in copertina: "uccelli schivi, che non sopportano la vicinanza dell'uomo", che dopo voli lunghi una vita, talvolta anche 30 anni, tornano nel luogo da dove sono partiti, inetivitabilmente mutato, diverso.
Prendo in mano il libro, lo sfoglio, scorgo tra le pagine il nome della mia città, Pisa, seguito da una data, come in un diario, come nei quaderni di quando ero bambina.
Diego è un professore universitario che insegna a Pisa e vive a Roma con la madre.
Introverso e meticolosamente abitudinario e preciso, lavora alla revisione di un vocabolario: vorrebbe "inscatolare la realtà nei barattoli delle parole" dare un ordine, una definizione, così come agli oggetti anche ad ogni esperienza, istante, emozione che vive.
Sa che per dimenticare occorre ricordare, archiviando il passato nel catalogo della propria esistenza.
Introverso e meticolosamente abitudinario e preciso, lavora alla revisione di un vocabolario: vorrebbe "inscatolare la realtà nei barattoli delle parole" dare un ordine, una definizione, così come agli oggetti anche ad ogni esperienza, istante, emozione che vive.
Sa che per dimenticare occorre ricordare, archiviando il passato nel catalogo della propria esistenza.
Per questo alla memoria Diego "non fa sconti", l'ha "esercitata a fare affidamento solo su se stessa" e, ironia della sorte, la osserva impotente prendersi gioco di sua madre, malata di Alzaimer, oramai irrimediabilmente immersa in un surreale mondo dagli equilibri delicati dove tutto
E' polvere che non si deposita: ogni singola cosa che fu o voleva che fosse, poteva o doveva essere, ogni cosa che forse, si trova dove lei si trova e nel traffico lei inciampa.
Durante uno dei viaggi Pisa-Roma che il professore compie abitualmente, il treno si ferma in una galleria e Diego sviene.
"Il buio è femmina": sarà la voce di Antonia a guidare Diego durante il ritorno dalla vaghezza nera in cui era caduto.
E da quel momento la vita di Diego cambia, tutto quello che è assurdo diventa possibile, proprio come il mare che la voce di lei ha magicamente dipinto nel suo buio, come la calma che l'incrocio con i suoi occhi gli ha fin da subito trasmesso.
E da quel momento la vita di Diego cambia, tutto quello che è assurdo diventa possibile, proprio come il mare che la voce di lei ha magicamente dipinto nel suo buio, come la calma che l'incrocio con i suoi occhi gli ha fin da subito trasmesso.
La loro unione delicata e inevitabile sconvolgerà i rigidi equilibri di Diego fino a confondere il suo ordine e la sua memoria:
Mi avevano detto che il passato condiziona il futuro, ma non mi avevano detto che vale anche il contrario: il futuro riscrive il passato, come l'ultima pagina di un romanzo trasfigura tutto quello che è stato letto a tal punto che a volte è necessario rileggere. Stai riscrivendo il passato, Antonia, sei arrivata e ci sei sempre stata.
Ma il prezzo da pagare per la perfezione, è la sua fragilità: basta il dubbio, o forse la certezza, di una menzogna, che tutto crolla, tutto non torna più lo stesso.
E così, proprio come l'ultima pagina di un romanzo può stravolgere la prospettiva di analisi dei personaggi e della pagine appena lette, Diego è costretto a ripercorrere la storia con Antonia alla luce di una nuova verità: un'unione in cui tutto era perfetto, tutto tornava.
E tutto torna anche adesso, ma non è più lo stesso.
Dover cacciare un sogno richiede uno sforzo che Diego non riesce a sostenere: le definizioni , le parole non gli serviranno a dimenticare, archiviare chi non è mai esistito e l'inganno si rivelerà inizialmente più forte delle verità del cuore.
Ma forse Antonia amava davvero. E se l'amore è vero, quanto importa la verità del resto?
Ho visto migliaia di film, letto centinaia di libri senza chiedermi se fossero veri. Mi bastava di una storia che fosse bella. A un'emozione non ho chiesto documenti.
Amare è dare: che importanza ha il nostro nome, il nostro passato, chi siamo e chi siamo stati?
Nella confusione hai dato tutto, e io nel mio ordine non lo so, dubito.
Dubita Diego. Allora forse l'amore può superare l'inganno...
Una vicenda inaspettata sceglierà al suo posto.
Ho capito che non me ne faccio niente del significato delle parole, me ne faccio qualcosa del significato delle persone, ho capito che a tutto si può rimediare, tranne al bene.
"Tutto torna" è il terzo romanzo della scrittrice romana Giulia Carcasi, classe '84 (vi segnalo il suo blog: clicca qui): la delicatezza e contemporaneamente l'estrema forza di una scrittura volutamente spogliata del superfluo, priva di fronzoli, paratatticamente diretta, ha la potenza di portare in superficie le nostre paure, i nostri sogni, le nostre emozioni sommerse.
E mi piace concludere citando il brano con cui anche Giulia conclude la presentazione del suo libro (clicca qui per il video su Youtube ):
Pisa senza te è una città perduta e sommersa, Atlantide. Se tornerai mi troverai sospeso, un uomo al centro esatto dell'acqua, e parlarti sarà boccheggiare. Saremo pesci e senza parole finalmente ci potremo capire.
Tutto torna. E noi aspetteremo che Giulia torni per emozionarci ancora.
Elisa Pardi