L'uomo in fuga
di Stephen King (Richard Bachman)
Sperling Paperback 1997
1^ edizione: 1982
pagg. 240
€ 8,40
Anche Stephen King, come moltissimi altri scrittori dell'ultimo secolo, si prefigura un futuro catastrofico. E, per di più, lo fa ancora giovanissimo, con un romanzo scritto in sole 72 ore! Un tempo record che nasconde delle pecche di stile, direbbe qualcuno. Certo, lo stesso autore riconosce nell'opera la necessità di una revisione ulteriore che, tuttavia, non è avvenuta per rispetto del libro visto come storia ad ampio respiro, da leggere tutta d'un fiato. Così, infatti, il libro entra sul mercato, protetto dallo pseudonimo di Richard Bachman, alter-ego spesso sfruttato da King a inizio carriera, per crearsi un personaggio e un autore di libri da scaffale di supermercato.
A lungo, infatti, 'L'uomo in fuga' viene lasciato da parte dagli appassionati lettori di King, che per parecchio tempo si sono lasciati sviare dal nome di Bachman. Poi, il successo. Sostanzialmente, motivato dalla visione da dystopian novel che permea tutta l'opera: cinismo, crudeltà e violenza per un futuro completamente privato dei valori fondamentali.
Come in 1984 di Orwell, sono i media a dominare la vita delle persone, attraverso programmi di tri-vu (si tratta di tivù tridimensionale, dove la gente interagisce) che mettono in pericolo persone. Non esiste finzione. Gli stessi spettatori che osservano 'L'uomo in fuga', programma di punta, sanno che i malcapitati sono poveri emarginati, disperati al punto di accettare di essere cacciati fino alla morte. Per soldi. Per sfamare le famiglie. Così parte la vicenda di Ben Richards, padre di famiglia, marito affettuoso, tanto dedito alla figlia Cathy, malata, da partecipare al gioco dell'uomo in fuga per pagare le medicine alla bambina. King dedica la narrazione a tutta l'avventura di Ben, senza mai tralasciare la disperazione di un uomo senza mezzi che conosce bene di vendere la propria vita per salvarne un'altra. Accanto alla vicenda principale, tanti personaggi minori, sia dalla parte della società degenerata, sia da parte di cuori ancora palpitanti.
Sostanzialmente una buona trama, già sfruttata ripetutamente, ma architettata da un uomo che, della scrittura, ha saputo carpire le leggi per suspence e azione.
Gloria M. Ghioni