Dino Tarantino,
Dal “regno” alle “repubbliche” del Sud, La Puglia dal fascismo alla democrazia 1943-1944, Edizioni dal sud, pp.400
Mi ricordo ancora quando mio nonno mi raccontava della guerra e i suoi occhi si illuminavano di un furore antico come carboni nella cenere quando ci si soffia sopra. Erano anni terribili, tra le bombe e la scarsità di cibo, ma l'unico pensiero che in qualche modo rinvigoriva gli animi era che la guerra avrebbe portato alla repubblica e alla democrazia. I libri di storia spesso non rendono giustizia al sensus patriae dei meridionali, etichettandoli come briganti e conservatori, estranei alle guerriglie sulle Alpi e in qualche tratto d'Appennino. In realtà pochi ricordano la liberazione del porto di Bari e la battaglia di Barletta e tutti gli altri episodi di eroismo militare e civile accaduti all'ombra tortuosa degli ulivi o quando la tramontana scuoteva il mare. Ecco allora che interviene Dino Tarantino con il suo nuovo libro, Dal “regno” alle “repubbliche” del Sud.
Come specificato nella prefazione l'intento è di scagionare il Meridione, in particolare la nostra regione in occasione del 60° anniversario della Liberazione, dall'accusa di aver avuto un ruolo marginale nella conduzione della Resistenza, di essere stato fin da allora gretto e arretrato, inerte nelle mani degli Alleati e dei tedeschi. Gli eventi narrati quindi si susseguono nel biennio 1943-44 spaziando cronologicamente e prendendo le distanze dalla semplice e pure cronaca. I quindici, agili, capitoli in cui si articola questo interessante volume di carta giallognola rivivono gli avvenimenti dalla fine del fascismo fino all'avvento della democrazia in chiave campanilisticamente pugliese. Gli aneddoti, gli eventi e le circostanze narrate si amalgamano perfettamente fornendo un quadro storico di inestimabile valore. Inutile sarebbe quindi riassumere tutti gli argomenti trattati, anche perché ciò sarebbe impossibile sia per la vastità d'interessi sia per l'impossibilità di sintetizzare concetti ugualmente importanti.
L'impostazione storiografica, prendo a modello i primi storiografi, con cui Dino Tarantino ci propone il suo testo è ibrida: a metà tra un gusto per la narrazione degno di Senofonte e una scientificità a dir poco tucididea, con un risultato sorprendentemente interessante. L'esatta identificazione di cause ed effetti trasporta il lettore su un'altra dimensione al di là di ogni testo scolastico, appassionando e istruendo al tempo stesso. Il bianco e nero delle foto, non rare a sfogliare le pagine, riporta ad un passato non troppo lontano stuzzicando l'immaginazione e favorendo l'immedesimazione e la comprensione delle tematiche. Non si parlerà mai di cose astratte, ma le pagine stesse tra le mani assumono forme concrete: dalla ruvida uniforme degli ufficiali al feltro caldo dei cappelli e agli abiti stracciati della povera gente. Qui sta la vera risorsa dell'autore: la sua capacità di non banalizzare nessun avvenimento ma nemmeno di appesantirlo.
Un libro fresco e giovane per i giovani di oggi, affinché ricordino “che la Puglia è stata teatro di primo piano nella riconquista delle libertà democratiche e repubblicane”.
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