Il bar delle grandi speranze.
Una storia.
Tit. orig.: "The tender bar"
di J.R. Moehringer
traduzione italiana: Annalisa Carena
Editore: Piemme - Anno: 2007
Pag.: 486 - Eur.: 17,50
Alle volte un Bar può rappresentare qualcosa di piu’ che un semplice locale.
Puo’ essere un’entità precisa; per eccesso, addirittura un “uomo”. O forse piu’d’uno.
Chi ne parla in questo libro, così connotandolo, è un tale, JR (il protagonista e il narratore allo stesso tempo).
Zio Charlie , Steve, Gager, Colt, Joey D, Dalton, Mavaffa, Bob il Poliziotto, Jedd, McGraw, Sidney – per non dimenticare Bill e Bud (personaggi “ombra” eppur commoventi) sono alcuni dei co-protagonisti (forse piu’ di tutti lo è “La Voce” – spirito che aleggia nello sfondo della storia).
Il Dickens, poi diventato il Publicans, è l’entità pulsante di Manhasset, da cui continuamente si snodano esperienze nuove per “affogare” le vecchie, quelle piu’ sofferte, quelle che possono diventare piu’ leggere solo se portate con l’aiuto di altre spalle,piu’ robuste; magari "anestetizzandole" con qualche bicchiere.
Qua non viene raccontata una sola storia. Ma duecento e forse piu’, tra grandi e piccole.
Ogni storia è vita e ne dà di nuova.
Vita da sentire, custodire, imparare. E forse di piu’.
JR e sua madre, Dorothy – a cui è giustamente dedicato il libro – sono i fulcri su cui ruotano queste micro e macro storie.
A tratti si tocca con mano la commozione, non mancano i momenti di tagliente ironia,di svaghi, di paure ed attese. La storia del Bar e delle sue grandi speranze è davvero ben scritta (Moehringer è diretto, senza fronzoli e dal ritmo incalzante per la gran parte di questa narrazione autobiografica - che parte dal Dickens di Steve del 1970 fino ad arrivare al Pubblicans del 2001, post 11 Settembre).
Credo che piu’ di tutto, sia significativo riportare cio’ che d' importante lascia l'autore nella quarta di copertina:
“Anche se siamo attratti, temo, da cio’ che ci abbandona, o promette di abbandonarci, alla fine credo che sia quel che ci accoglie a segnarci. Naturalmente io ho ricambiato subito l’abbraccio del bar, finchè una notte il bar mi ha messo alla porta, e abbandonandomi mi ha salvato la vita…”
In conclusione, una lettura che m’ha rapito.
Un acquisto azzeccato e meritevole d'attenzione.
Puo’ essere un’entità precisa; per eccesso, addirittura un “uomo”. O forse piu’d’uno.
Chi ne parla in questo libro, così connotandolo, è un tale, JR (il protagonista e il narratore allo stesso tempo).
Zio Charlie , Steve, Gager, Colt, Joey D, Dalton, Mavaffa, Bob il Poliziotto, Jedd, McGraw, Sidney – per non dimenticare Bill e Bud (personaggi “ombra” eppur commoventi) sono alcuni dei co-protagonisti (forse piu’ di tutti lo è “La Voce” – spirito che aleggia nello sfondo della storia).
Il Dickens, poi diventato il Publicans, è l’entità pulsante di Manhasset, da cui continuamente si snodano esperienze nuove per “affogare” le vecchie, quelle piu’ sofferte, quelle che possono diventare piu’ leggere solo se portate con l’aiuto di altre spalle,piu’ robuste; magari "anestetizzandole" con qualche bicchiere.
Qua non viene raccontata una sola storia. Ma duecento e forse piu’, tra grandi e piccole.
Ogni storia è vita e ne dà di nuova.
Vita da sentire, custodire, imparare. E forse di piu’.
JR e sua madre, Dorothy – a cui è giustamente dedicato il libro – sono i fulcri su cui ruotano queste micro e macro storie.
A tratti si tocca con mano la commozione, non mancano i momenti di tagliente ironia,di svaghi, di paure ed attese. La storia del Bar e delle sue grandi speranze è davvero ben scritta (Moehringer è diretto, senza fronzoli e dal ritmo incalzante per la gran parte di questa narrazione autobiografica - che parte dal Dickens di Steve del 1970 fino ad arrivare al Pubblicans del 2001, post 11 Settembre).
Credo che piu’ di tutto, sia significativo riportare cio’ che d' importante lascia l'autore nella quarta di copertina:
“Anche se siamo attratti, temo, da cio’ che ci abbandona, o promette di abbandonarci, alla fine credo che sia quel che ci accoglie a segnarci. Naturalmente io ho ricambiato subito l’abbraccio del bar, finchè una notte il bar mi ha messo alla porta, e abbandonandomi mi ha salvato la vita…”
In conclusione, una lettura che m’ha rapito.
Un acquisto azzeccato e meritevole d'attenzione.