Michele Loconsole
La Puglia e l’Oriente, Storia di una relazione inclusiva, Levante editori - Bari, pp.125
La Puglia è stata per secoli luogo di contatto tra Oriente e Occidente, data la sua conformazione, i suoi 800 km di coste, il suo protendersi al sol levante. Nel dare uno sguardo d’insieme alla composizione etnica e culturale del mosaico sociale pugliese nel corso dei secoli un appassionato di storia (o anche un semplice turista colto) troverà di grande aiuto l’agile volumetto di Michele Loconsole, “La Puglia e l’Oriente, storia di una relazione inclusiva”. La splendida prefazione di Franco Cardini introduce alla lettura con colori a tinte larghe che si confondono uno con l’altro, degni di essere usati da Monet in una delle sue “impressioni”. E’ così infatti che si rivela il testo: “un’impressione di Puglia al sol levante” (e scusatemi la poesia!), impreziosita da colori forti come “il bianco delle case […], il rosso dei pomodori a seccare, il verde-oro dell’olio di oliva”. Il lettore, superata l’introduzione, che ribadisce la premessa divulgativa alla base del libro, e attraverso la celebre definizione della Puglia come “Porta d’Oriente” giunge a rivisitare l’importante funzione esercitata dal mar Mediterraneo nell’incontro tra le varie popolazioni. Voltando pagina, poi, ci si sentirà un po’ “Indiana Jones” sulle tracce di S.Pietro, tra leggende popolari e iscrizioni trascritte in latino. Solo a partire dal quarto capitolo si passa ad analizzare, perdendosi tra kippah e barbe incolte, la presenza di un popolo, quello ebreo, anche nel tacco d’Italia. Nei tre capitoli dedicati a questa significativa minoranza l’autore espone tutti i trascorsi del popolo giudeo sottolineando il carattere prevalentemente commerciale ed economico della loro infiltrazione dall’età antica fino alle dure repressioni angioine e aragonesi.
Stretto è, poi, il rapporto successivamente scandagliato con il mondo bizantino ed ellenistico che si focalizza sul centro nevralgico di Otranto, punta di eccellenza di un territorio costellato dalle opere dei monaci basiliani, celate in oscuri anfratti, retaggi di insediamenti eremitico-monastici.
A differenza delle altre etnie, la propagazione islamica in terra di Puglia si è svolta con spargimenti di sangue, attuando una vera e propria colonizzazione. Segni evidenti d’influenza musulmana sono le “sciesciole”, i tipici quartieri islamici presenti pressoché in ogni città.
Proseguendo il lettore si ritroverà in una delle tante masserie di Puglia, avvolto da “quell’odore di terra bagnata che il sole assale immediatamente per asciugare, facendone sprigionare i profumi”. Una piacevole sosta, insomma, all’interno della trattazione.
Con un salto cronologico e geografico (appena una pagina dopo!), il caldo torrido di Myra (attuale Turchia) sorprende alcuni marinai baresi nel trafugare le spoglie di S.Nicola, evento che avrà particolare valore economico-religioso per la città di Bari.
Rimanendo a metà tra leggenda, storia e tradizione popolare il volumetto conclude con le controverse vicende della sacra spina andriese, donata da Carlo II alla città.
Offrendo al pubblico un saggio di pregevole fattura, Michele Loconsole propone un testo dalla lettura leggera e scorrevole, a pennellate larghe e spaziose, privo di fioriture o virtuosismi, semplice e umile come la Puglia da lui descritta.