Romanzo d'esordio di Carlo Bernari(pseudonimo di Carlo Bernard) nel 1934, asciutto e privo della retorica dannunziana dell'epoca, racconta la storia di tre operai(Teodoro, Marco ed Anna) alle prese con la drammatica questione sociale. La vicenda si snoda nell'Italia meridionale: un meridione non "da cartolina", ma nella concreta e drammatica situazione in cui i tre protagonisti si trovano costretti a vivere senza alcuna speranza per il futuro("Chi nasce operaio muore operaio"), ed impotenti rispetto a ciò che gli succede attorno. Il libro,com'era ovvio che fosse, venne fortemente contrastato dal Fascismo(lo stesso Mussolini definì il romanzo come "comunista") e,nonostante l'aiuto dell'amico Cesare Zavattini, ebbe da parte della critica culturale asservita al regime indifferenza, se non vera e propria ostilità.
Per i temi trattati ed il forte impegno politico,ideologico,e sociale il romanzo è stato definito come "precursore del Neorealismo".
In realtà,per chi scrive, questa definzione non è perfettamente consona. Teodoro,Marco, ed Anna - ciascuno a suo modo - sono infatti degli sconfitti, dei vinti, e da cui non esce fuori nessuna autentica coscienza di Classe ma,piuttosto, un'aspirazione all'avanzamento sociale, ad entrare nel mondo piccolo-borghese. Nonostante cio, l'opera rimane un'importantissima testimonianza (storica ancor prima che letteraria) della sconfitta del Movimento Operaio negli anni in cui il Fascismo si affermava e,insieme, un fondamentale documento del disorientamento delle coscienze, in quanto il lavoro stesso è inteso o rappresentato come condizione primaria di alienazione dell'uomo da sé e dai suoi simili. Su queste basi Bernari struttura il romanzo che,tuttavia, non elimina del tutto alcuni elementi dell'oramai morente Decadentismo, elemento evidenziato in particolare dalla struttura del romanzo, statico nel suo impianto situazionale.
Social Network