Vero amore [?]
Vero amore. Il destino può riservarci tante sorprese.
di Valentina Brunetti
Firenze, MEF, 2008
L’amore nel romanzo del Novecento è quasi sempre infelice. Questo teorema deve essere particolarmente caro a Valentina Brunetti, visto che ha costruito su questa base un racconto lungo o romanzo breve, che dir si voglia, in cui il rovesciamento della realtà è scontato e necessario. Necessario perché? Per muovere la narrazione, certo, impigliata per i due terzi della storia in nomignoli amorosi e aggettivi come “splendido”, “meraviglioso”: questa ragazza non descrive, giudica, e al lettore non resta che fidarsi del suo incantato quanto opinabile giudizio. Ma su questo,transeat.
Diciamo che il titolo non è altro che uno specchio del contenuto, facilmente riassumibile: una storia d’amore eccezionale ha il suo coronamento in un matrimonio invidiabile visto che la ragazza è felicemente incinta, vengono appianate divergenze famigliari e tutto sembra prepararsi al lieto evento, finché non accade un evento tragico. Niente di nuovo, proprio niente di nuovo. Anzi, confesso di essere rimasta assolutamente a bocca aperta quando ho raggiunto il finale, e non per lo stupore, ma per uno sbadiglio: purtroppo il romanzo appare a tratti addirittura noioso, monotono, con una scarsa padronanza linguistica (i congiuntivi dove sono?) e una capacità inventiva praticamente nulla. Un vero peccato.
Anathea