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Autori contemporanei
bestseller
Carlo Lucarelli
Libri italiani
Peter
Un giorno dopo l'altro
Carlo Lucarelli
"Un giorno dopo l' altro"
Torino, Einaudi, 264 pp.
Non è psicopatico, non uccide per urlare al mondo la propria personalità repressa negli anni, non c’ è alcuna turba sessuale alla base dei suoi omicidi, non uccide in maniera irrazionale. Molto peggio. La sua follia è lucida. Le sue azioni sono architettate con maniacale precisione, e non lascia tracce. Per questo è imprendibile. Non è un serial killer, ma è un killer professionista. Non è un uomo, ma una macchina pensata per uccidere. È il “Pitbull”, un sicario che semina morti nelle città italiane. C’ è Grazia, una giovane poliziotta, mora, dai lineamenti mediterranei, minuta, ma molto forte e tenace. La caccia è aperta. Due menti per le quali la precisione è ricerca dell’ assoluto, o forse mania ed ossessione, si inseguono, l’ una caccia l’ altra, e l’ altra fugge per poi ritornare. C’ è la madre del killer: una massaia un po’ frustrata, di certo molto pressante ed assillante, premurosa fino al parossismo con il figlio per il quale cucina bistecche e pastasciutte, e lo crede un bambino, e mai se lo potrebbe figurare come uno spietato omicida. È il suo bambino, quello della foto in cui sta in un prato verde che sembra un mare, ed ha dieci anni. Ma in quella foto, in quel bambino, c’ è qualcosa che non va. Lo sguardo nasconde qualcosa, o meglio, non nasconde nulla: è vuoto. Grazia si chiede il perché un sicario abbia bisogno di “firmare i propri delitti” come “pitbull”. Di solito lo fanno i serial killer, non i killer di professione, non chi lo fa per lavoro. C’ è Alex, è un ragazzo, uno studente di Bologna. Quanto tempo si può restare fermi ad ascoltare la stessa canzone ed a pensare alla propria ragazza che ti ha appena lasciato? Alex lo sa bene e potrebbe rispondere a questa domanda. La sua ragazza è, o meglio, era, Kristine, una studentessa danese, che, terminato il periodo Erasmus, se ne torna nelle sue terre nordiche. Ma a Bologna c’ è qualcuno che è innamorato di lei. E la canzone che Alex ascolta all’ infinito è “Un giorno dopo l’ altro”, di LuigiTenco. Le aveva comprato un cane, voleva regalarglielo. Ora quel cane gironzola per casa, mangia e dorme. È così amato che Alex lo chiama direttamente “Il Cane” e il Morbido, il coinquilino di Alex, lo chiama senza mezzi termini “Il Problema”. Alex lavora in un piccolo provider a Bologna, per mantenersi gli studi, e controlla che il traffico virtuale delle chat si svolga regolarmente e senza intoppi o sovraffollamenti. Tutti i personaggi hanno una vita sospesa, vivono “un giorno dopo l’ altro”, in una vita sfibrante che domanda una svolta. E infine c’ è la ragazza del killer, una donna semplice, impiegata alla biblioteca di Ferrara, che non può davvero credere che l’ uomo che incontra furtivamente tutte le settimane possa davvero uccidere della persone. È possibile avere una doppia vita, avere un lavoro normale ed essere un killer? È possibile vivere un giorno dopo l’ altro, ha senso una vita siffatta? Tra le pagine che scorrono veloci e si aprono a colpi di scena imprevisti e ben congeniati, che tengono incollati il lettore fino all’ ultima pagina, nel libro possiamo trovare pagine di vera bellezza e quasi poesia in prosa. C’ è qualcosa che distingue Carlo Lucarelli dagli altri autori di noir italiani, e soprattutto da Giorgio Faletti, che per me è uno tra i più bravi scrittori di letteratura noir e gialla in genere, del nostro Paese. Nei suoi racconti l’ autore estrapola una certa essenza della nostra società, il succo sociale del nostro tempo, o del tempo che vuole rappresentare nel racconto. In questo senso in Lucarelli c’ è quasi una resistenza all’ omogeneizzazione degli argomenti, una resistenza a globalizzare le tematiche, a renderle tutte in qualche modo americane. Questa internazionalizzazione che possiamo constatare nella letteratura non solo di genere per me non è da criticare, ma certamente da rilevare, perché non è copia di altro, ma spesso osmosi e scambio culturale. Ma di certo in Lucarelli c’ è una diversità rispetto alle modalità di scrittura dominanti: se Faletti è “americano”, e le sue storie sono sempre ambientate all’ estero, Lucarelli parte sempre dalla società in cui vive, dalla sintesi, dal succo di questa società. Carlo Lucarelli, assieme a Giorgio Faletti, è uno dei nuovi maestri del thriller italiano e non ha nulla da invidiare ai ben più acclamati e celebri colleghi d’ oltreoceano.
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