Gentile prof.ssa Averna,
mi permetta innanzitutto di ringraziarla per aver accettato di rispondere a qualche domanda per i lettori di Critica Letteraria. Per maggiori informazioni, consiglio ai lettori la lettura della nostra recensione della sua raccolta di racconti, “Le condizioni di equilibrio”.
Partiamo con qualche considerazione sulla sua esperienza di scrittrice. Insegnante di fisica presso un istituto superiore e scrittrice di delicati racconti: come si conciliano questi due interessi, apparentemente opposti?
Prima di iniziare, cara Laura, vorrei esprimere l’immenso piacere con cui mi pongo a rispondere alle tue domande ed in particolare a questa tua prima, poiché sembra davvero inconsueto che un’insegnante dell’area scientifica possa coltivare il gusto della scrittura creativa.
La mia formazione di base è classico-umanistica e in essa si è poi innestata la cultura scientifica, ma proprio l’amore per la scienza mi ha ricondotta ad apprezzare l’armonia e la bellezza che in ogni forma d’arte si esprimono anche sotto forma di equazioni matematiche o leggi fisiche (basti pensare alle proporzioni nell’architettura di un tempio, alla composizione dei colori e della luce in un dipinto, alla sovrapposizione delle armoniche in musica, ai ritmi di una poesia).
La passione per la scienza e lo stupore dello studioso nell’indagine del mondo fisico inducono un’intensità emotiva che inevitabilmente deve uscire fuori dall’animo e, nel mio caso, ha avuto sfogo nell’insegnamento e nella scrittura.
Pirandello ha saputo formulare l’equazione perfetta arte-scienza: “ Come spontanea è la scienza nell’arte, così spontanea è l’arte nella scienza”.
I due amori, per la scienza e per l’arte, crescono dunque, come diceva Nietzsche, in due distinte “camere cerebrali che stiano l’una accanto all’altra ma senza confusione; è questa un’esigenza di salute”, una condizione di equilibrio, direi io.
Da cosa nasce l’idea, ben delineata, che anima la sua raccolta?
Lo studio dell’equilibrio costituisce uno tra i temi fondamentali della fisica e la definizione scientifica di equilibrio è precisa e rigorosa; in essa non possono tuttavia rientrare le condizioni di equilibrio psicologico, poiché soggettive, e allora mi sono incuriosita in quest’indagine dei meandri della psiche, in cui l’unico strumento utilizzabile è la sensibilità.
Parliamo dei suoi personaggi, “maturati nella fantasia”, come ci spiega prima dell’inizio della raccolta. Quanto ha influito nella genesi di questi caratteri l’osservazione del mondo che la circonda?
Come dice l’io narrante di uno dei racconti “ i comportamenti inusuali stimolano il mio senso materno e il mio spirito indagatore” e di personaggi strani se ne incontrano parecchi, basta avere l’attenzione giusta; osservandoli un po’ ci si rende conto, però, che quegli atteggiamenti insoliti, quelle “vene di pazzia” sono per loro assolutamente normali, poiché l’animo si accomoda in condizioni di equilibrio che dall’esterno sembrano folli, ma dal punto di vista di chi le vive sono quasi gratificanti, elevando lo spirito al di sopra della banalità di un equilibrio solo apparentemente più stabile.
A volte l’ispirazione a scrivere è nata proprio da queste osservazioni, anche se i personaggi sono stati trasfigurati dalla fantasia e piegati a rappresentare condizioni di equilibrio dell’animo umano talora paradossali.
La “maturazione” non esclude degli esiti surreali.
La mente scientifica è deputata a mitigare l’attitudine irrazionale, ma io credo nei miracoli come nell’esistenza di altre forme di vita, non necessariamente più evolute nella nostra, nell’universo e allora, ogni tanto, libero il freno a quella parte di me che, d’istinto, non esclude gli esiti surreali.
La scrittura creativa, d’altra parte, mi consente qualche licenza, no?
I racconti di “Le condizioni di equilibrio” riservano spesso un ruolo importante al mondo della scuola. Molti personaggi sono professori, segretari, alunni: la sua esperienza di insegnante ha avuto grande influenza…
Sì, specialmente da quando mi sono dedicata all’insegnamento, sono passati davanti ai miei occhi migliaia di alunni, loro genitori, docenti e dirigenti, così i personaggi dei racconti hanno spesso aspetti caratteristici di persone diverse che vengono miscelati insieme a creare una figura unica non reale, ma in cui ciascuno può riconoscere qualcosa di sé.
Ma sembra non aver dimenticato, al contempo, la sua esperienza di studentessa.
Beh! Gli anni trascorsi tra i banchi di scuola sono indimenticabili; è allora che vengono scritte le prime poesie, le più belle pagine di diario o i primi racconti.
Proprio a tutti i miei insegnanti, dalla maestra della scuola elementare al professore con cui ho elaborato la tesi di laurea, ho voluto dedicare la mia raccolta “Per l’incantesimo che mi hanno donato: il piacere di scrivere”.
Una curiosità. Qual è il racconto che sente più suo?
E’ il racconto che chiude la raccolta e che si intitola “I tarallucci del professore”.
Perché?
Perché nel contesto scolastico odierno l’insegnamento è veramente difficile, nel senso che il disamore di tanti ragazzi per la cultura o forse la distrazione indotta da tante, troppe, sollecitazioni estranee al mondo dello studio non consente loro di apprezzare le delicate armonie dell’arte, in ogni sua poliedrica sfaccettatura, non permette loro di capire lo splendido binomio arte-scienza di cui ti parlavo all’inizio ed io vorrei, invece, guidare i miei allievi in questo percorso.
Sai quando mi sento veramente gratificata? Nel momento in cui i miei ragazzi comprendono la complementarietà tra sapere scientifico e sapere umanistico e cominciano ad affezionarsi a questo curioso esemplare di insegnante che parla di infinito matematico e dell’infinito dell’anima, di tempo fisico e del tempo dello spirito.
La ringrazio infinitamente per la sua disponibilità e per le sue risposte, davvero illuminanti per chi ama la conoscenza, in tutte le sue forme.
Io ti ringrazio per lo spazio che hai dato a queste mie riflessioni, per la possibilità che mi hai offerto di condividerle ed invito te e chiunque fosse interessato alla presentazione locale del libro che si terrà il 10 ottobre prossimo, alle ore 19.30, presso la Libreria Mondadori di Augusta.
Per maggiori informazioni, è possibile consultare il blog della libreria.
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Daniela Averna
intervista
Laura Ingallinella
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