L'armonia degli equilibri infranti

Titolo: Le condizioni di equilibrio
Autore: Daniela Averna

Casa editrice: Il Filo

Prezzo: € 13,00
Pagine: 70
ISBN: 978-88-567-0055-8

Un'opera umana - artistica e non - acquista un valore tanto più alto, quanto il messaggio che veicola ha profonde radici e un ampio orizzonte. Profonde radici, riconosciute e non rinnegate; un orizzonte ampio, un ventaglio di possibilità e futuri da accogliere. Il messaggio, il significato dell'opera, è la corda - più o meno fragile, più o meno robusta - che si snoda tra le radici e l'orizzonte. Si tratta, indubbiamente, di un modo tutto personale di osservare, affrontare e raccontare il mondo.
E' davvero un'impresa trovare un libro che intrecci i tre elementi sopracitati - radici, messaggio, orizzonte - in una creazione omogenea. Trovare un libro del genere vuol dire trovare un'opera di qualità, e vale la pena di sottolinearlo.

"Le condizioni di equilibrio", raccolta di racconti pubblicata dalla prof.ssa Daniela Averna, merita di essere considerata una tra queste opere.

Il nerbo dell'opera, la sua radice, è dichiarata con limpida chiarezza nella nota introduttiva. La formazione scientifica dell'autrice, infatti, non ci catapulta in un mondo fondato su un determinismo meccanicistico ma, al contrario, diventa strumento privilegiato per rappresentare la psiche umana in particolari frammenti di esistenza.

Si delinea un preciso campo d'indagine. Il perfetto, innocente, equilibrio, fragilissimo bilanciamento di forze, non esiste. Lo sguardo cristallino di Daniela Averna ferma in un'istantanea esplosioni fragorose o, più spesso, mute implosioni in cui i personaggi attraversano il confine del loro dolore, cambiando in modo irreversibile.
"I protagonisti dei racconti," scrive l'autrice, "vogliono apparire statiche personificazioni di condizioni di equilibrio in cui l'anima ha congelato i sentimenti, ritrovando se stessa in qualcuna delle svariate e multiformi facce di un cristallo puro".
Una scelta decisa, quindi: la sincronia di una rappresentazione statica, spesso un piccolo particolare, cui segue immediatamente la diacronia, l'abisso delle storie personali di ogni personaggio.

Può sembrare un paradosso, ma l'equilibrio formale è condizione necessaria per scandagliare a dovere questi abissi. E lo stile di questi racconti è decisamente uno stile armonico, composto, impreziosito (ma non appesantito) da passi di malinconica o fragrante poesia. Un altro merito da sottolineare, in un tempo in cui sembra dominare la vuota astrattezza di ghirigori metaforici.
L'equilibrio formale si accompagna, sovente, a una delicatezza tutta femminile. Gli echi pirandelliani di una società-famiglia soffocante (da L'equilibrista: "Da qui posso vedere ciò che lei non può. Da qui vi osservo follemente arrabattarvi, mentre sibilano i pugnali che qualcuno affila alle vostre spalle; da qui vi osservo con la compassione del distacco, perché sono fuori competizione.") sono mediati da un fondamentale spirito di speranza.
Ecco l'ampio orizzonte: la società non comprende l'emarginazione, il lutto, la malattia, la solitudine - ma c'è qualcuno disposto ad aprire gli occhi sulla realtà interiore dei personaggi (Cento volte tanto). La brutalità, la fragilità estrema del mondo esterno e interiore è così riscaldata dalla possibilità di un riappacificamento con la memoria (La ragazza del vento) e quindi con la famiglia (La matrioska). Soprattutto un riappacificamento con i morti, presenza costante in molti racconti, in un dialogo forte che superi l'assenza; in sostanza, quindi, un riappacificamento con la vita.

Settanta pagine da centellinare e, soprattutto, rileggere.


Laura Ingallinella

Note a margine: la presentazione ufficiale del libro avrà luogo lunedì 6 ottobre 2008 nella libreria Esquilibri a Roma, in Via Giolitti 319. Giovedì 25 settembre, invece, tra le 21 e le 23 l'autrice sarà intervistata su Elleradio. Presto un'intervista anche qui su Critica Letteraria.