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Distruzione senza ricostruzione: solo fiamme e cenere

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Libri da ardere

di Amélie Nothomb
Roma, Robin Edizioni, 2008

1^ edizione: Les Combustibles, 1994
Traduzione di A. Grilli
Introduzione di Claudio Maria Messina

pp. 106 e appendici
€ 8.00

Cosa accade se in una stessa casa angusta e fredda in periodo di guerra convivono un professore non più giovane, il suo assistente Daniel con la sua donna, Marina? E se negli ambienti ormai gelidi restano da ardere solo i libri che hanno sempre rappresentato motivo di vita per il professore? «Per chi insegna, battersi significa continuare a far lezione. E per gli studenti vuol dire continuare a interessarsi, anche con le bombe, alla collocazione dell’avverbio nelle subordinate dei poeti romantici» (pag. 22).

Il dramma di Amélie Nothomb, diviso in più atti, parte da questa ambientazione insolita e minimalista per creare dialoghi dai contenuti metaletterari: non mancano diatribe e veri e propri litigi per decidere se e quali volumi sacrificare e ardere («se ci mettessimo a bruciare i libri, allora davvero avremmo perso la guerra»).
Marina si fa inizialmente sostenitrice di una visione materialista e disincantata del reale: nessun libro vale un'ora di caldo («Se la letteratura è abbastanza cinica da non accorgersi che sto soffrendo le pene dell’inferno, non vedo perché io la dovrei rispettare»). Pertanto si scontra con l'inflessibile professore, legato a ogni singolo volume della sua biblioteca, comprese le opere che aveva aspramente criticato nella sua carriera professionale: «Questo libro è eterno. Se bruciasse, la fiamma durerebbe due minuti» (pag.49). Daniel molto spesso è tramite tra le due posizioni, mediando talvolta, altre volte offrendo nuovi argomenti di discussione.
Tutto questo, perlomeno, finché tra Marina e il professore si consuma un amplesso violento e squallido, perché dominato dall’opportunismo. Infatti, Marina, in un primo tempo riluttante e disgustata, si offre con aggressiva determinazione davanti alla prospettiva di essere così scaldata dal corpo del professore.

Si dimostra così come la guerra porti a un progressivo abbrutimento: dalla caduta della cultura (i libri vengono lentamente bruciati uno a uno), alla disgregazione dell’universo valoriale.
È lo stesso professore a cambiare la propria visione del mondo, come se l’esperienza con Marina avesse simbolicamente trasferito in lui il freddo della barbarie. Non risparmia nessuno dei suoi libri, davanti agli occhi attoniti di Daniel e Marina, loro malgrado ancora illusi.
Il dramma si chiude con una battuta di grande pessimismo del professore, accompagnata da una risata che lascia attoniti e assicura un impatto forte su un pubblico che si lascia trasportare da tutto il minimalismo da distopia che disgrega ogni possibile risoluzione positiva.


Si ricorda che il libro è accompagnato da un’appendice con la riproduzione anastatica del I Atto della prima edizione. Interessante anche la galleria fotografica di “anti-ritratti” dedicati alla Nothomb da Giliola Chisté.

Anathea