La saga dei mallorean Volume I
di David Eddings
Edizioni Sperling & Kupfer
Traduzione di Grazia Gatti
di David Eddings
Edizioni Sperling & Kupfer
Traduzione di Grazia Gatti
Pagine: 1266
Prezzo: € 20
Prezzo: € 20
Il primo volume de "La Saga dei Mallorean" contiene i primi tre libri di un'epopea fantasy scritta con autentica maestria, "I Guardiani della Luce", "Il Re dei Murgos" e "Il Signore dei Demoni" che riescono a tenere il lettore impegnato per diverse ore nelle quali vagheremo insieme a Belgarion e la sua compagnia per un mondo vasto, definito sin nei minimi dettagli.
Tentare di riassumere la trama sarebbe un'offesa al lungo lavoro di David Eddings, quindi accennerò solo ad una profezia, un figlio della luce, un figlio delle tenebre e un'attesa per lo scontro che deciderà le sorti del mondo intero, fin qui tutto abbastanza scontato a dire il vero, e i più penseranno che è la classica trama da libro fantasy... ed hanno anche ragione, ma la peculiarità di questi libri sta nei personaggi e nel mondo che abitano: la prima cosa da mettere in chiaro è che nei romanzi di Eddings non esistono nani, elfi, goblin o il resto della fauna a cui ci ha abituati il maestro Tolkien, ma solo uomini, che avranno diverse caratteristiche in base alla loro regione di provenienza, e così troveremo gli spietati e astuti Uomini Serpente, il popolo sotterraneo degli Ulgos, le minute e chiassose Driad e così via. La caratteristica che mi ha piacevolmente sorpreso è la minuzia e l'originalità con la quale Eddings ha fornito ogni popolo delle sue tradizioni, della sua storia, della sua religione e della sua civiltà, ricreando così una società multiculturale davvero realistica e ben dettagliata.
Silk è un personaggio che merita attenzione, caratterizzato in modo peculiare nell'aspetto fisico da un lungo naso affilato e un corpo magro e atletico è la mente del gruppo, le sue doti da ladro, mercante, spia e sfacciatissimo imbroglione sovente permettono all'intero gruppo di oltrepassare gli ostacoli nel corso dell'avventura, il piccolo Drasnian ha una mente sagace e sveglia nonchè scaltra e spesso le sue rocambolesche trovate mi hanno fatto sorridere durante la lettura. Ci sarebbero altre figure molto affascinanti da descrivere, come la rozza danzatrice Vella o il gobbo Beldin (si un'altro mago parente di Belgarath) o le affascinanti profetesse cieche accompagnate dai loro guardiani muti, i signori delle tenebre e i maghi corrotti, insomma avrei un'intero mondo da descrivere, perchè è questo quello che resta terminata l'opera, un mondo intero che abbiamo imparato a conoscere e amare, aprire questo romanzo è come aprire un portale verso un mondo fantastico e tuffarsi dentro all'avventura a spada tratta urlando a squarcia gola.
Tuttavia il romanzo non è esente da piccoli difetti, come la fastidiosa lentezza con la quale gli eventi stentano a partire, infatti per entrare nel pieno dell'azione si dovrà aspettare che venga rapito il piccolo principe Geran, figlio di Belgarion e Ce'Nedra, il che avviene solo a metà del secondo libro, ovvero dopo 450 pagine in cui i personaggi si dilettano a litigare tra loro, come per dire che se qualcosa non disturba l'allegra famigliola reale il destino del mondo può tranquillamente aspettare... scelta dell'autore? Chissà...
Armandosi di un po' di pazienza comunque nel resto dell'opera non si trovano altri punti morti, daltronde in un'opera costituita da cinquel libri è normale che i tempi tendano ad essere dilatati, inoltre volgendo lo sguardo al resto dei libri scritti da Eddings noteremo che i due volumi de "La Saga dei Mallorean" sono il seguito de "Il ciclo di Belgariad" composto anch'esso da cinque libri distribuiti in tre volumi, se ad essi uniamo i due antefatti collegati, "Belgarath il mago" e Polgara la maga", come dice l'autore nella sua prefazione "otteniamo il tradizionale schema dei dodici libri, stabilito da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, e seguito con scrupolo da Virgilio nell'Eneide e, meno fedelmente da Milton ne Il paradiso perduto. [...] L'intera storia , pertanto, diventa un cerchio che dura all'incirca 4600 pagine. Suppongo che là fuori ci siano persone che ci sono invischiate dentro da una ventina d'anni: quindi ci troviamo davanti all'equivalente letterario dello spaccio di droga. Ah, bene.".
Tentare di riassumere la trama sarebbe un'offesa al lungo lavoro di David Eddings, quindi accennerò solo ad una profezia, un figlio della luce, un figlio delle tenebre e un'attesa per lo scontro che deciderà le sorti del mondo intero, fin qui tutto abbastanza scontato a dire il vero, e i più penseranno che è la classica trama da libro fantasy... ed hanno anche ragione, ma la peculiarità di questi libri sta nei personaggi e nel mondo che abitano: la prima cosa da mettere in chiaro è che nei romanzi di Eddings non esistono nani, elfi, goblin o il resto della fauna a cui ci ha abituati il maestro Tolkien, ma solo uomini, che avranno diverse caratteristiche in base alla loro regione di provenienza, e così troveremo gli spietati e astuti Uomini Serpente, il popolo sotterraneo degli Ulgos, le minute e chiassose Driad e così via. La caratteristica che mi ha piacevolmente sorpreso è la minuzia e l'originalità con la quale Eddings ha fornito ogni popolo delle sue tradizioni, della sua storia, della sua religione e della sua civiltà, ricreando così una società multiculturale davvero realistica e ben dettagliata.
Meritevole di attenzione è anche la rosa di personaggi con cui avremo a che fare durante l'opera a partire dal mago Belgarath (che per chi ha gia letto la saga precedente a quella dei Mallorean sarà una vecchia conoscenza) di lui mi ha colpito l'eccentrica descrizione che si trova nella seconda pagina del libro: "Diversamente dalla figlia Belgarath sceglieva i vestiti pensando solo alla comodità. Il fatto che portasse stivali spaiati non era indice di povertà o di trascuratezza, ma frutto di una scelta consapevole. Il sinistro infatti, aveva come compagno naturale un destro che stringeva in punta, mentre il destro, che Belgarath portava con somma soddifazione, proveniva da un paio in cui il sinistro sfregava sul tallone. E per il resto dei suoi abiti era lo stesso: a Belgarath non importava nulla di avere le toppe sulle ginocchia, nè di essere uno dei pochi uomini al mondo a usare un pezzo di corda come cintura e si accontentava tranquillamente di indossare una tunica così stropicciata e macchiata che altri, nemmeno troppo schizzinosi, non avrebbero voluto nemmeno come straccio." un mago davvero singolare diverso dai perfettini e sapientoni che ci aspetteremmo di trovare in un qualsiasi libro fantasy, con una descrizione del genere non mi ha stupito per niente il suo carattere: Belgarath infatti è un vecchio di ben 700 anni burbero, donnaiolo ed ubriacone che trascura con allegria la propria igiene personale.
In totale contrasto con lui sono i suoi compagni di Viaggio, la figlia Polgara, abile maga rispettata e famosa in tutto il mondo, il nipote Belgarion, mago anch'egli e saggio sovrano di Riva il quale ha già sconfitto una volta il malvagio dio Drago, nonchè primo figlio delle tenebre Torak, la moglie di Belgarion Ce'Nedra, piccola Driad dal carattere piccante che sfocia frequentemente in ilariche sfuriate isteriche contro il marito, e l'astutissima spia Drasnian Silk.Silk è un personaggio che merita attenzione, caratterizzato in modo peculiare nell'aspetto fisico da un lungo naso affilato e un corpo magro e atletico è la mente del gruppo, le sue doti da ladro, mercante, spia e sfacciatissimo imbroglione sovente permettono all'intero gruppo di oltrepassare gli ostacoli nel corso dell'avventura, il piccolo Drasnian ha una mente sagace e sveglia nonchè scaltra e spesso le sue rocambolesche trovate mi hanno fatto sorridere durante la lettura. Ci sarebbero altre figure molto affascinanti da descrivere, come la rozza danzatrice Vella o il gobbo Beldin (si un'altro mago parente di Belgarath) o le affascinanti profetesse cieche accompagnate dai loro guardiani muti, i signori delle tenebre e i maghi corrotti, insomma avrei un'intero mondo da descrivere, perchè è questo quello che resta terminata l'opera, un mondo intero che abbiamo imparato a conoscere e amare, aprire questo romanzo è come aprire un portale verso un mondo fantastico e tuffarsi dentro all'avventura a spada tratta urlando a squarcia gola.
Tuttavia il romanzo non è esente da piccoli difetti, come la fastidiosa lentezza con la quale gli eventi stentano a partire, infatti per entrare nel pieno dell'azione si dovrà aspettare che venga rapito il piccolo principe Geran, figlio di Belgarion e Ce'Nedra, il che avviene solo a metà del secondo libro, ovvero dopo 450 pagine in cui i personaggi si dilettano a litigare tra loro, come per dire che se qualcosa non disturba l'allegra famigliola reale il destino del mondo può tranquillamente aspettare... scelta dell'autore? Chissà...
Armandosi di un po' di pazienza comunque nel resto dell'opera non si trovano altri punti morti, daltronde in un'opera costituita da cinquel libri è normale che i tempi tendano ad essere dilatati, inoltre volgendo lo sguardo al resto dei libri scritti da Eddings noteremo che i due volumi de "La Saga dei Mallorean" sono il seguito de "Il ciclo di Belgariad" composto anch'esso da cinque libri distribuiti in tre volumi, se ad essi uniamo i due antefatti collegati, "Belgarath il mago" e Polgara la maga", come dice l'autore nella sua prefazione "otteniamo il tradizionale schema dei dodici libri, stabilito da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, e seguito con scrupolo da Virgilio nell'Eneide e, meno fedelmente da Milton ne Il paradiso perduto. [...] L'intera storia , pertanto, diventa un cerchio che dura all'incirca 4600 pagine. Suppongo che là fuori ci siano persone che ci sono invischiate dentro da una ventina d'anni: quindi ci troviamo davanti all'equivalente letterario dello spaccio di droga. Ah, bene.".
Insomma pane per i denti di chi ama come me le storie lunghe!