Autore: De Marco Iaia
Editore: Dante & Descartes
Data di Pubblicazione: 2008
Pagine: 64
Prezzo: 6 euro
BLU OLTREMADRE
Parlare delle persone che amiamo significa anche parlare di noi come parte di una relazione che abbiamo bisogno di capire meglio, se poi la morte ci ha separati da loro, parlarne è provare a dimenticare che quel tempo non è più. In questo coinvolgente dialogo un professore racconta sua madre, ormai morta, ad una giornalista. Fuggendo da ogni chiusura cronologica, consapevole che il senso delle cose non è in un prima e in un dopo, l’uomo stringe tra le mani un album di fotografie che darà corpo con le sue immagini alle linee sovrapposte di quell’esistenza tracciate dai ricordi di un figlio. Figlio senza più una madre, foglia secca che vira nell’aria senza la terra sotto, nessuna conferma degli sforzi della propria quotidianità.
Difficile capire questa solitudine fino a quando non si prova, irrimediabilmente diversa da quella che abbiamo vissuto mille volte e che poi è sparita nello sbadiglio di una nuova mattina. Così come diventare padre o madre cambia il senso di appartenenza al mondo, non essere più figlio lo indebolisce.
In questo dialogo sorprende il modo originale di parlare del sangue, la stessa volontà di provare ad accettare un’eredità che include quasi il dovere di non dimenticare e che diventa piacere quando emergono dal ricordo i caratteri. I caratteri di un rapporto esclusivo, quello materno, ma anche i caratteri di chi ora ne parla. La forza di questo dialogo infatti non è solo nella storia affascinante di questa madre ma anche nella conversazione tra l’uomo e la donna che in alcuni momenti si lasciano andare ad un’inaspettata intimità travolgendo ogni formalità e tutta la retorica di queste occasioni. Solo grazie a questa spontaneità e al loro darsi all’interlocutore può prendere forma ciò che resta di quell’amore.
Questa conversazione ci fa riflettere sul senso della morte e sulle possibilità del tutto personali di elaborare un lutto con le quali abbiamo bisogno di confrontarci per affrontare qualcosa che ci ha riguardato o ci riguarderà quando davanti ad una scomparsa diremo non ancora noi e vivremo il passato come un tempo nuovo, come se non fosse mai stato e dovessimo inventare una storia di cui siamo i protagonisti.