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Quando per crescere bisogna disubbidire.

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La disubbidienza
di Alberto Moravia
Milano, Bompiani, 2003

pp. 114
€ 7,00


Quando questo romanzo moraviano è uscito nel 1948, è stato subito riconosciuto dalla critica come un ideale seguito ad Agostino. In effetti, il giovane protagonista è il quindicenne Luca, di poco più grande rispetto ad Agostino (tredicenne), e ancora la tematica principale è la scoperta della crescita e il difficile cammino dell'adolescenza. Nato in un'agiata famiglia borghese, affettuosa ma incapace di comprendere le reali esigenze del ragazzo, Luca vive con sgomento il desiderio di ribellione che lo porta a gesti incomprensibili per i genitori ma anche per sé: vuole provare il sentimento della privazione, disfandosi di giocattoli e di oggetti a lui cari; si disinteressa della scuola che prima era sempre stata al primo posto. Unita alla disubbidienza del titolo, si aggiunge poi l'intenzione di scoprire l'erotismo, e Luca sceglie la governante di casa, non più giovanissima, non particolarmente avvenente, ma così attraente per gli occhi ingenui del ragazzo. Tra ripugnanza e curiosità, Luca accetta le attenzioni della donna, che tuttavia si ammala presto. E' questa l'occasione perché Luca inizi a pensare torbidamente alla morte e al sentimento del distacco,... Una caduta in una depressione giovanile, quindi, forse insanabile, se al suo capezzale non fossero giunte le cure di un'infermiera amorevole, generosa, ora materna ora quasi seducente. Sarà con lei che Luca riuscirà a scoprire l'amore fisico, superando quel senso di disgusto iniziale, e sentendosi finalmente un uomo.

Romanzo breve densissimo, col suo centinaio di pagine riporta il lettore in quell'atmosfera di critica sociale già degli Indifferenti (1929), ma nettamente più sfumato. Più ancora di Agostino, La disubbidienza è un percorso nella psicologia del ragazzo, nelle contraddizioni adolescenziali, tra strappi violenti per staccarsi dall'infanzia e paura per l'inconoscibile mondo adulto, che sembra ancora così irraggiungibile. Per quanto riguarda lo stile, siamo in presenza della semplicità formale di Moravia, dietro cui si cela una forte complessità contenutistica, che si poggia spesso (quasi sempre, oserei dire) su accurate letture psicologiche e psicanalitiche. Segnalo ad esempio l'"iniziazione sessuale" di Luca come una tra le pagine più delicate e sapienti dell'intera Opera moraviana.

GMG