Ciao Armando,
grazie per aver accettato l’invito al nostro “Salotto” per una chiacchierata informale sulla tua poesia (ricordiamo ai lettori la nostra recensione alle opere di Armando: clicca qui). Iniziamo subito…
Quando è nata in te la passione per la poesia? E quando hai iniziato a scrivere? Si tratta di due momenti distinti o strettamente collegati?
La passione per la poesia in me è nata sui banchi di scuola, alle medie.
Avevo 14 anni il mio poeta preferito era Leopardi ed un giorno chiusi gli occhi e pensai: «Anche io posso scrivere poesie o almeno credo», cosi nacque la mia prima poesia in assoluto dal titolo L’Amore, che ancora oggi custodisco nel mio cuore come la poesia che fece di me un sostenitore dei sogni.
Sono assolutamente due momenti strettamente collegati fra di loro.
L’amore per la narrativa per esempio arrivò molto dopo, alle superiori.
Cosa significa nel Duemila essere un poeta “a tempo pieno”?
Significa Sacrificio, forza morale e tanta pazienza, non penso ci siano altre parole così significative per descrivere un poeta ai giorni nostri. Comunque un poeta non deve mai farsi sopraffare da queste parole ma deve uscirne vincitore, non dimenticando mai da dove viene, non dimenticando mai l’umiltà e non dimenticando mai di descrivere.
Eventi, presentazioni, incontri, concorsi, fiere librarie, internet: quali mezzi preferisci per far conoscere la tua poesia?
Senza dubbio preferisco gli incontri con la gente, questo mettersi in gioco continuo con i pareri dei tuoi lettori o semplicemente anche chi non la pensa come te o chi vorresti che ti leggesse perché credi che ti apprezzerebbe, comunque anche perché mi piace stare in mezzo alle persone, poi viene la mostra del libro di Torino, poi concorsi e internet.
È difficile parlare delle proprie opere o sulla timidezza prevale il desiderio di farle conoscere?
Non è mai stato difficile per me parlare delle mie opere perché ho sempre tanto da dire, le mie timidezze risplendono vive in altri lidi.
Ricordiamo nelle tue opere un omaggio a Gozzano: possiamo considerarlo un tuo modello poetico? Insieme a quali altri scrittori?
Gozzano sicuramente è un mio modello poetico, ma altri ardono molto più forte ancora di lui, dentro di me come per esempio John Keats ed Emily Dickinson e Baudelaire e Patrizia Cavalli.
Oltre alle poesie, hai frequentato altri generi di scrittura?
Si, ho un grande sogno da realizzare. Pubblicare un libro per ogni genere letterario.
Fino ad ora oltre a due raccolte di poesie, ho pubblicato una favola.
Nelle tue opere c’è un forte legame tra poesia e immagini, spesso presenti nelle tue opere. Completano i testi, aggiungono sovrassensi o cos’altro?
Completano i testi con quella magia incantevole che solo il mischiare le arti può dare, ma non sarà sempre così nei miei libri, dipende da tanti fattori l’unione che si genera tra parola scritta e quella che io definisco parola disegnata.
Se dovessi delineare la tua poetica con tre tematiche per te irrinunciabili, diresti…
Direi: Tempo, Sogno e Disincanto.
Vuoi anticiparci qualche tuo nuovo progetto?
Sì, sono felice di anticipare l’uscita del mio primo romanzo, sempre per continuare a procedere con il mio sogno di cui ho scritto prima, dal titolo Quando i miei occhi videro una stella cadente, in uscita nel giugno del 2011. Ne sono felice perché è davvero una bella storia e ci ho lavorato duramente per quasi due anni.
Brevemente, quale futuro prevedi per la poesia: come dicono alcuni, una lenta agonia fino alla dissoluzione, o una riscoperta anche da parte delle più giovani generazioni?
Io vedo già una riscoperta della poesia da parte delle più giovani generazioni. Spero e chiedo a loro di vivere la vita come se fosse una lunga poesia e non limitarsi solo a leggerla o a guardarla solamente da lontano ma farla propria per un futuro sicuramente migliore. La poesia è anche eleganza, e gentilezza e amore per il prossimo, è umiltà e calore, è amicizia ed amore.
Ti ringraziamo per essere stato con noi e ti auguriamo tanta fortuna!
Gloria M. Ghioni per CriticaLetteraria