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Sopravvissuti a una notte di ghiaccio

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Sopravvissuti a una notte di ghiaccio
di Giuseppe Scuderi
Giovane Holden Edizioni, Massarosa 2008


pp. 249
€ 10.00




Un trauma infantile apre questa deliziosa prima prova del catanese Giuseppe Scuderi. E già si sperimentano i primi brividi sulla pelle, perché i fatti sono filtrati dall'innocenza del piccolo Giovanni. Poi, di colpo, il protagonista cresce, e lo si incontra ragazzo: maturo per la sua età, riflessivo e ripiegato su domande esistenziali (che prefigurano la sua futura formazione filosofica), ma anche avvolto dalla rassicurante presenza di amici inseparabili, per quanto molto diversi. Qualche episodio, - il tempo esatto per affezionarsi ai personaggi cresciuti -, e l'azione scatta di nuovo in avanti, questa volta vertiginosamente: Giovanni è un professore di filosofia, pensionato, e nei suoi "occhi tristi" (sintagma che torna spesso nel testo) non restano che piccole vampe della passione giovanile.

E il lettore non può che domandarsi ansiosamente quali fatti abbiano condotto lì un uomo tanto motivato e idealista. L'autore risponde al quesito, affidando al narratore una fisarmonica di flashback, che seguono l'ordine della memoria, e non necessariamente la cronologia. Ne deriva una rievocazione colma di pathos, non priva di ironia ma anche di ricordi traumatici filtrati dalla sensibilità del protagonista.

Una sensibilità ben equilibrata, che trasuda da un lessico vario e calibrato, a volte esatto, a volte più incline a lasciarsi trasportare dall'emozione. Allo stesso modo, i dialoghi respirano una ventata di verosimiglianza (tanto difficile da trovare nelle opere prime!), e Scuderi non ha paura di giocare con frasi scisse, prolessi, dislocazioni, ripetizioni, intercalari... Il giusto. E' stata proprio la mia prima riflessione mentre leggevo il romanzo: è un romanzo "giusto". Forse anche per questo, oltre che per la trama piacevole (una dosata mescolanza di problemi esistenziali, amore, famiglia, formazione personale, aspirazioni per il futuro,...), l'opera s'è piazzata seconda alla seconda edizione del Premio Giovane Holden (nel 2008), finalista al Premio Carver 2009, fino alla meritata vittoria del prestigioso Premio Gesualdo Bufalino nello stesso anno.
E ancora: non credo che Sopravvissuti a una notte di ghiaccio voglia raggiungere un pubblico specifico, e con questo rasenta l'universalità. Basta trovare un lettore sensibile e disposto a lasciarsi trasportare in un'altra vita, per almeno 249 pagine...

Gloria M. Ghioni