di Gabriele D'Annunzio
Mondadori, Milano 2002
a cura di Maria Rosa Giacon
pp. 336
€ 9.50
Prima edizione: Grazini, 1892
Film di Luchino Visconti, 1976
Attori: Laura Antonelli, Giancarlo Giannini, Massimo Girotti
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Locandina del film di Visconti |
Autobiografia, coscienza letteraria e sapienza narrativa si intrecciano in questo romanzo del vate, scritto nel 1891 e pubblicato nel 1892 dopo varie vicissitudini editoriali. Il tema principale, infatti, pareva troppo scottante per l'editoria italiana, e persino la milanese Treves, che aveva già speso parola con l'autore, si è ritirata a lungo in un ostinato silenzio. E, a tutti gli effetti, la prima comparsa dell'Innocente (dapprima sul 'Corriere di Napoli' tra il 10 dicembre 1891 e l'8 febbraio 1892 e poi in volume, Bideri, Napoli 1892) desta commenti contraddittori e si grida allo scandalo. Non sono infatti i soli contenuti scabrosi a svegliare le coscienze dei benpensanti, ma anche molteplici accuse di plagio ai danni di scrittori europei quali Dostoevskij di Delitto e castigo e Tolstoj della Sonata a Kreutzer, ma anche a Maupassant della Confession. Gli influssi non sono pochi, ma il materiale è sempre ripreso in maniera autonoma, creando un impasto personalissimo come D'Annunzio ha sempre saputo fare. Parte della longevità dell'opera, poi, si deve all'intervento dell'intellettuale francese Georges Hérelle, che s'impegna a tradurre il romanzo col titolo di Intrus e a portarlo nella sua patria. Da questa operazione culturale, L'Innocente esce decisamente ripagato, con una serie di recensioni altamente positive.
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Fotogrammi dal film di Luchino Visconti (1976) |
Magistrale è la capacità di D'Annunzio di tratteggiare i minimi cambiamenti d'animo dei protagonisti, seguendoli anche negli antri più reconditi del conscio e dell'inconscio, dando una struttura ineccepibile alle numerosissime sequenze riflessive. Rispetto al Piacere, sono meno frequenti i preziosismi e gli indugi nelle descrizioni, a vantaggio di una prosa più mossa e agile, ora paratattica, ma sempre in rispetto di quell'armonia stilistica che ha sempre distinto D'Annunzio.
Leggere oggi L'Innocente (da cui, ricordo, è stato tratto un brillante film da Visconti negli anni '70) dà il piacere un po' dimenticato dalla letteratura contemporanea di soffermarsi a capire cosa pensano e cosa vivono i personaggi, con una varietà lessicale e una padronanza della narrazione che sveglierebbero anche il lettore più digiuno di Bella Letteratura.
GMG
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