Gabriella garofano e cannella
di Jorge Amado
Oscar Mondadori, 2009
I ed. 1958
€ 9.40, pp. 491
Nella città portuale di Ilheus, nel 1925, il potere è nelle mani dei fazendeiros, ricchi proprietari terrieri esportatori di cacao. Il predominio viene conquistato attraverso lotte sanguinose, e mantenuto grazie a costumi barbari e primitivi; solo Mundinho Falcao, uomo di ambizioni politiche dotato di grande sagacia, orienta le sue mosse a favore del progresso.
In questo contesto di violenza, di ipocrita religiosità, di grettezza e di bigotteria fasulla ironicamente descritta da Jorge Amado, nasce l'amore tra Nacib Saab, il turco proprietario del famoso bar Vulcano, e Gabriella, una giovane povera vestita di stracci venuta ad Ilheus per cercare fortuna. Gabriella, dotata di una sinuosa e sensuale bellezza, ha la pelle brunita del color della cannella ed emana un prodigioso profumo di garofano. La ragazza è in grado di preparare piatti prelibati e Nacib, rimasto senza cuoca, le offre un lavoro nel suo bar. Il fascino naturale e spontaneo di Gabriella conquista l'uomo, che, dopo aver vissuto con lei un idillio fresco e sensuale, decide, spinto dalla gelosia e dall'ansia di avere la sua donna tutta per sè, di sposare l'amata.
Dopo il matrimonio, Nacib desidera trasformare Gabriella in una raffinata signora. Ma la ragazza è uno spirito libero, non ama quella vita sociale fatta di convenzioni e di costrizioni cui sono tanto abituate le dame di Ilheus. Gabriella adora ballare scalza, andare al circo, mettersi fiori tra i capelli, godere dell'ammirazione degli uomini. E' una creatura sensuale e libera, che non può essere imprigionata in un vestito elegante. Una volta divenuta una donna sposata, una signora che deve sottostare a regole rigide, la piccola mulatta dalla carnagione ambrata e dal sorriso contagioso non è più felice come un tempo.
Amado ci descrive il personaggio di Gabriella con simpatia, senza la minima riprovazione morale, non mostrando segni di disapprovazione nemmeno quando la seduttività naturale della ragazza sfocia in un adulterio. Gabriella è sempre ingenuamente innocente proprio perchè sincera, fresca, spontanea, è un uccellino abituato a solcare la distesa infinita del cielo, una farfalla che è solita posarsi di fiore in fiore. Un'anima libera che non vuole padroni e che non può appartenere totalmente a nessuno. Ma è anche buona, generosa, pronta ad aiutare chi ne ha bisogno. Nulla a che vedere con i falsi moralisti di Ilheus, gretti e maschilisti, con le zitelle pettegole, con i fazendeiros e i militari che si dividono tra la rigida vita familiare e gli incontri con le loro mantenute. La protagonista del romanzo di Jorge Amado, in un certo senso, è come una terra selvaggia e incontaminata, che lo scrittore paragona con nostalgia al Brasile che descrive, dove dominano costumi e regole sociali improntate a un moralismo ipocrita. Tuttavia le cose sono destinate a cambiare, la società brasiliana si avvia verso il progresso; sarà proprio questo mutamento a permettere il lieto fine, e a celebrare la vittoria dell'amore e della libertà.
Irene Pazzaglia