Ehan Frome
di Edith Wharton
BUR - Biblioteca Universale Rizzoli ( collana i Grandi Romanzi)
pp. 144, 6,40 €
Questo breve romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1911, è spesso destinato a finire nel dimenticatoio, perchè i toni che lo contraddistinguono, nonostante il finale tragico e devastante, sono pacati, sommessi, come se il libro sussurrasse o narrasse sottovoce la vicenda. Tuttavia, secondo me, merita ampiamente di essere riletto e quindi riscoperto, proprio per la delicatezza con cui l'autrice descrive la sofferenza umana.
Quando il dolore e l'infelicità vengono a lungo covati, senza la possibilità di esplodere in uno sfogo, sono ancora più dirompenti e distruttivi; piano piano distruggono l'uomo senza dargli una possibilità di salvezza, lo annientano scavando silenziosamente nella sua anima.
Quando il dolore e l'infelicità vengono a lungo covati, senza la possibilità di esplodere in uno sfogo, sono ancora più dirompenti e distruttivi; piano piano distruggono l'uomo senza dargli una possibilità di salvezza, lo annientano scavando silenziosamente nella sua anima.
Ethan Frome, il protagonista del romanzo breve della Wharton, è un uomo taciturno, infelicemente sposato con Zenobia (detta Zeena), una donna dura e scostante malata di ipocondria. Ogni barlume di allegria e di felicità, nella vita di Ethan, sembra definitivamente spento e dimenticato, fino al giorno dell'arrivo di Mattie Silver, una cugina povera di Zenobia da lei accolta in casa come aiuto nelle faccende domestiche. La ragazza porta con sè la freschezza della gioventù, e con la sua dolcezza e una gioia di vivere contagiosa conquista il cuore di Ethan. Tra i due nasce un amore platonico ma intenso, fatto di sguardi e di parole non dette, che cresce giorno dopo giorno sotto gli occhi dell'impassibile Zeena. Quando quest'ultima deve assentarsi per delle cure mediche, Mattie ed Ethan si ritrovano a trascorrere una serata da soli, nell'intimità della quiete domestica. L'innocente cena tra i due viene descritta in tutta la sua dolcezza e poesia dalla Wharton, che suscita nel lettore un sentimento di commozione di fronte alla timida felicità della coppia, fatta di sguardi e di piccole attenzioni reciproche, di sentimenti non dichiarati, sommessi e silenziosi. Il casto idillio viene bruscamente interrotto dalla decisione di Zeena di mandare via da casa Mattie. La ragazza, poverissima, non sa dove andare; Ethan, anche lui senza un soldo, non può realizzare il suo sogno di partire con lei e di rifarsi una vita, abbandonando la moglie. I due, disperati, dopo essersi dichiarati i loro sentimenti, tentano un gesto estremo, le cui conseguenze li segneranno pesantemente per sempre.
In un ambiente povero e squallido (la provincia rurale americana), un'esistenza triste e altrettanto squallida, fatta di rassegnazione, vede improvvisamente sbocciare un timido fiore di speranza. Il malcontento e la frustrazione, fino ad allora ingoiati come bocconi amari, ma sopportabili, vengono illuminati e alleviati dal sogno d'amore, impossibile ma condiviso. Lo scontro tra la poesia del sentimento e la prosa della dura e sconcertante realtà non lascia però scampo al protagonista, per il quale la felicità resterà sempre una mera illusione, un concentrato di attimi rubati, di sguardi innocenti che gli regalano la sola gioia che Ethan riuscirà a vivere, quella di essere corrisposto. Per il resto la sua vita è colma di infelicità, di un'infelicità sotterranea che gli scorre nelle vene, tanto grande è il peso di avere accanto una donna che non ama e che lo tratta con aspra freddezza. L'inferno coniugale viene vissuto con triste rassegnazione, giorno dopo giorno; nemmeno l'incontro con Mattie può strappare l'uomo alla sua triste sorte. Al contrario, questo amore impossibile e infelice porterà solo altro dolore.
L'autrice esprime così la sua visione pessimistica della vita. Vivere non è altro che desiderare ciò che non si può avere. E' svegliarsi, giorno dopo giorno, e dover sopportare le conseguenze di aver fatto una scelta sbagliata, è scoprire di essere rimasti intrappolati in un'eterna prigionia, rispetto alla quale i sogni e le speranze non sono che dolci ma vane chimere. Se si crede troppo nei sogni, se si cerca di realizzarli, o soltanto di raggiungerli, si è destinati a soccombere, o a soffrire ancora di più. L'amore è una lontana illusione, che quanto più fa male tanto più è lontana, e che si avvicina solo per ferire spietatamente.
A Ethan l'amore è negato. E' negato per via del suo matrimonio con Zeena, per via della sua squallida esistenza di fattore.
Sono molte le persone che si trovano in questa situazione, che ogni giorno sopravvivono trascinando il peso dei propri errori, sapendo di non avere via d'uscita.
E' questo il pregio del romanzo della Wharton, quello di descrivere una situazione di sofferenza più che mai realistica, che tanti si trovano a vivere, urlando di dolore nella propria mente ma tenendo le labbra strette, i pugni serrati che vorrebbero schiudersi in una carezza per un lontano quanto inafferrabile oggetto d'amore, e si ritrovano invece a colpire la liscia superficie del muro di casa. Sempre in silenzio.
Irene Pazzaglia