Affrontare la malattia del corpo e dell'amore: Una settimana in ottobre


Una settimana in ottobre
di Elizabeth Subercaseaux

Edizioni Nottetempo, 2010
I ed. 1999 (Una semana de octubre)

pp. 210, euro 15



Da ormai un quarto di secolo (siamo alla XXV edizione internazionale, e alla XVII in Italia) ottobre è il mese dedicato alla lotta contro il cancro al seno. Si tratta di una casualità interessante - che non lo sia affatto? - che Elizabeth Subercaseaux abbia scelto proprio questo mese per ambientarvi il suo romanzo Una semana de octubre.
Quando avevo quindici anni, avevo letto in un libro di Koestler che se un uomo con poteri soprannaturali fosse capace di scoccare una freccia magica nello spazio infinito, quella freccia si muoverebbe oltre la forza di gravità della terra, oltre la luna, oltre le forze interstellari, oltrepasserebbe altri soli, altre galassie, attraverserebbe la Via Lattea, la Via del Miele, la Via Acida, in volo verso altre galassie, lasciando al suo passaggio delle spirali nebulose. (...) Ora mi sentivo come quella freccia, e l'idea mi spaventava.
Clara Griffin vive a Santiago, Cile. Ha quarantasei anni, e nel suo matrimonio con Clemente, l'amore è lentamente diluito in abitudine. Una vita, come tante, condotta in un tranquillo castello di apparenze. Ma qualcosa cambia tutto: un giorno, in bagno, scopre che le sanguina un capezzolo. Clara ha un cancro al seno.
Avevo sentito dire che è possibile generare un tumore attraverso una sorta di segreto impulso autodistruttivo. C'è chi pensa che i tumori al seno siano più comuni nelle donne che reprimono i propri sentimenti, che vivono la vita come fiori aperti al mondo ma che in realtà sono chiuse in se stesse, come ostriche. Avevo letto che proprio come un tempo si riteneva che la tubercolosi fosse causata da un amore struggente, o da un eccesso di passione, ai nostri giorni si attribuiva il cancro all'esatto opposto: l'assenza di passione, un vuoto nell'anima. (...) Dovevo districarmi in quella ragnatela di miti e liberarmi dal bisogno esasperante di spiegare la mia condizione. Dovevo evitare l'autocompassione ossessiva e smettere di pensare alla mia malattia come a un rapace che io stessa avevo generato...
Il racconto si apre in medias res. Clara ha già alle sue spalle mesi di dolore e terapie, l'asportazione del seno: anche convivere con la prospettiva della morte è diventata un'abitudine, circondata di un alone di terrore e di presagi. Ma tutto questo - la paura, la debolezza e il coraggio, la sua intimità di donna - sarebbero rimaste un mistero senza un furto. Nell'epigrafe al romanzo, tratta dal romanzo La casa della laguna (R. Ferré), una donna, Isabel, dice: "Quintin ha trovato il mio manoscritto e l'ha letto". Ancor prima di iniziare a leggere, dunque, sappiamo che quello che leggeremo sarà frutto di un furto - favorito o meno dalla derubata - e che il ladro di parole sarà un uomo. Clemente, marito come tanti, traditore per leggerezza e non per passione, crede di conoscere sua moglie: la crede, per usare un'ironica metafora, un libro aperto. Ma aprire il suo manoscritto, trovato in un cassetto non custodito - intenzionalmente? - lo convince proprio del contrario. Pagina dopo pagina, scopre una donna sconosciuta, capace di un'immaginazione dalla sensualità prorompente; seguire la sua scrittura, per Clemente, sarà come inseguirla nel giardino della sua casa, per le vie di Santiago, nel caffè in cui incontra un uomo che in pochi giorni diventerà il suo amante...

Da tempo non mi capitava di leggere un romanzo con tale voracità. Una semana de octubre è una lettura che, come poche, sa essere coinvolgente e sottile. Con una scrittura disinvolta nella sua femminilità, capace di indagare e delineare tratti e ritratti senza impiegare fiumi di inchiostro, Elizabeth Subercaseaux affronta quattro temi delicatissimi che, grazie alla corposa freschezza della sua ispirazione, appaiono come facce di una stessa moneta: la malattia del corpo, la morte del corpo; la malattia dell'amore, la morte dell'amore. Questi i fregi della moneta, cesellati su fronte e verso con mano sapiente.

La malattia del corpo e il suo lento decorso, il lento scivolare nella morte: questi sono i dati certi, incontrovertibili, che appartengono al mondo delle cose, che Clemente conosce come verità. E il resto? Il manoscritto di sua moglie è un diario o un romanzo, è confessione o finzione? Soltanto alla fine troveremo una risposta, la risposta più spiazzante perché qualifica l'atto della scrittura nella propria ambiguità: atto d'amore e di vendetta. Una semana de octubre è un thriller del sentimento, un giallo in cui non ci sono assassini, in cui, nonostante la morte sia un dato annunciato fin dalla seconda pagina, la suspense si mantiene vivace nella propria eleganza.

Elizabeth Subercaseaux è nata in Cile, ma risiede negli Stati Uniti. Pronipote del compositore Robert Schumann, è scrittrice e giornalista politica. Una settimana in ottobre è il suo primo libro ad avere risonanza internazionale (con traduzioni in italiano, inglese e tedesco). Per questo romanzo, nel 2009, ha ricevuto il LiBeraturpreis a Francoforte. 

L. Ingallinella