di Enrico Decleva
Garzanti, 1998
Il presente volume di Decleva si propone lo scopo di raccontare la vicenda umana e professionale di Arnoldo Mondadori nel quadro di una più articolata storia dell’editoria italiana tra Ottocento e Novecento. Conoscere la figura e l’attività di questo personaggio, tra i più controversi e carismatici, significa indagare un percorso personale e storico allo stesso tempo. Considerato tra i più importanti editori e imprenditori del secolo scorso, Mondadori non è stato solo il creatore di quello che Giancarlo Ferretti ha definito un “Impero”, ma il principale e primo promotore di uno sviluppo dell’editoria in senso più moderno, industriale che dir si voglia. Apprendista tipografo, editore di pubblicazioni per i soldati al fronte, “spalla” culturale di Mussolini, leader dell’editoria novecentesca… il suo è stato un percorso continuamente in ascesa. L’autore del volume traccia sapientemente la sua biografia unendo una puntuale attitudine al dato e all’informazione precisa a una tecnica di narrazione che, a tratti, appare romanzesca e che dà al lettore l’impressione di un contatto più diretto con il personaggio in questione. Arnoldo Mondadori è uno studio monografico indirizzato agli specialisti del mestiere o a chi volesse intraprendere uno specifico percorso di studio dell’editoria ma è anche un volume che qualsiasi lettore possa leggere, traendo spunti diversissimi, soffermandosi su certi aspetti piuttosto che altri. L’attività professionale di Mondadori viene raccontata parallelamente a un percorso biografico che non viene taciuto, ma al contrario continuamente valorizzato.
“Editore protagonista” (un’altra definizione di Ferretti), ha saputo fare dell’azienda che porta il suo nome un’incarnazione di se stesso, conferendole una determinata “Identità editorial-letteraria”. La determinazione e la tenacia che l’hanno sempre contraddistinto gli hanno permesso di creare dal nulla un’azienda che dal 1919 in poi ha conquistato il primato nel panorama editoriale. Indipendentemente dalla strategia seguita e dalle scelte compiute, non si può negare il valore di un’azione di decisivo ammodernamento delle strutture e del mercato librario. È stato, infatti, tra i primi a rendersi conto della necessità di offrire tipologie di volumi diversi a segmenti di pubblico differenziati, cercando di raggiungere in questo modo fasce di lettori sempre più ampie. Dalla novità de “I libri gialli”, ai “Romanzi della palma”, “Medusa” fino all’innovazione del tascabile con gli “Oscar”, Mondadori ha vissuto e contribuito a creare tutte le maggiori rivoluzioni editoriali della modernità. Per questo la sua figura merita di essere approfondita e conosciuta, perché oggi, nel periodo delle grandi concentrazioni editoriali, del dominio dei gruppi finanziari, della spersonalizzazione delle case editrici, non si dimentichi che per un secolo le case più importanti si sono identificate in uomini (Mondadori, Bompiani, Einaudi, Garzanti, Feltrinelli, Rizzoli…) i quali hanno operato su un terreno eminentemente culturale mediante la formazione di un catalogo; costruendo le loro aziende sulla propria personalità, sul proprio gusto, sulla propria visione della cultura e del mondo circostante. E non si dimentichi che non può esistere una “editoria senza editori” o una “editoria di soli finanzieri” (Cadioli), o per lo meno essa non è auspicabile visto che rappresenterebbe la fine di un percorso intellettuale, quale da sempre è stata la progettazione e la creazione del libro.
Claudia Consoli