di Valerio Evangelisti
Mondadori, 2008
pp. 330
€ 9,50
Come di consueto Valerio Evangelisti non delude il lettore con “Tortuga”, il primo volume di una trilogia tutta dedicata alla pirateria.
Dimenticatevi dei parodistici Pirati dei Caraibi della Disney o della scanzonata ciurma di One Piece e preparatevi ad affrontare un romanzo nudo e crudo, che non si lascia contagiare dall'alone caricaturale e giocondo con cui siamo stati abituati a vedere i pirati al giorno d'oggi.
Siamo nel 1685 e mentre Re Luigi XIV ordina la fine della pirateria con la conseguente normalizzazione della Tortue (tradizionale covo dei filibustieri del mar dei Caraibi) un ex Gesuita portoghese, Rogério de Campos, viene catturato durante un arrembaggio dal capitano Lorencillo e arruolato a forza sul Neptune col grado di Nostromo.
Qui inizia l'avventura del portoghese che lo porterà a scoprire il mondo della filibusta. Un mondo spietato, sanguinario e privo di scrupoli, ma tuttavia ambiguo. I corsari seguono un codice preciso, tra loro si chiamano “Fratelli della Costa” e mostrano rispetto, se pur a modo loro, gli uni verso gli altri. Passato al servizio del cavaliere De Grammont, sul Le Hardi, Rogério parteciperà all'ultima spietata impresa dei pirati dei Caraibi: la presa sanguinosissima di Campeche, sulle coste messicane. In mezzo a tanta brutalità l'unico spiraglio di luce è l'amore dell'ex Gesuita per una schiava africana, su cui però anche il tetro De Grammont ha posato lo sguardo...
Tortuga è un romanzo dall'ambientazione tanto riuscita quanto accurata; Evangelisti non è di certo parco di dettagli, che contribuiscono a rendere la lettura un'esperienza indimenticabile. Ci troveremo così a respirare l'odore salmastro del mare, a provare sulla pelle gli schizzi delle onde, a scivolare sui ponti inondati di sangue, sentire l'ebbrezza del rhum e provare i piaceri delle prostitute della Tortuga, il tutto sempre circondati da una marmaglia di pirati dai tratti animaleschi e proprio per questo così umani.
Di certo in un'opera del genere non manca l'azione, sempre descritta in maniera avvincente ed esaltante, realistica e per tanto cruenta.
Pregevole l'utilizzo accurato della terminologia navale, gli ufficiali impartiscono ordini ben precisi all'equipaggio, e non poche volte il lettore, a meno che non sia esperto di tale terminologia, dovrà far ricorso a un buon dizionario per capire di preciso cosa accade sulle navi durante gli scontri per mare.
Assolutamente degna di nota e menzione è la risma di personaggi con cui avremo a che fare durante la lettura. Il protagonista, Rogério, sembra inizialmente uno spettatore in balia degli eventi, terrorizzato e attonito da ciò che accade intorno a lui, solo a lettura inoltrata capiremo la sua personalità tanto sfuggente da sembrare inesistente.
Diversamente, il capitano Laurens De Graaf, detto Lorencillo, è la rappresentazione del filibustiere tanto allegro e scanzonato quanto temibile e feroce, il suo modo di vestire e di parlare lo caratterizzano fin dalle prime pagine e i suoi modi di agire e pensare lo renderanno uno dei pochi personaggi positivi alla fine dell'opera.
Mentre chi fornisce delle succulente riflessioni filosofiche all'interno del romanzo è il medico di bordo del Neptune: Ravenau de Lussan. Personaggio dalla mente acuta e contorta, cinico e spietato, la sua visione della filibusta è chiara a partire dai primi capitoli, dove, durante una conversazione con Rogério, afferma:
Il Neptune è una sintesi brutale, e dunque vera, non ipocrita, di ciò che è il mondo nel suo assieme. Ciò vale, naturalmente, anche per il Mutine, per l'Intrépide e per la Tortuga tutta intera, come vedrete quando vi metterete piede. In questo senso, è un posto d'osservazione straordinario per chi voglia riflettere sulla condizione umana. Non so se riuscite a seguirmi...
Infine, il cavaliere De Grammont, tetro e cupo, coi suoi abiti neri e il volto scarno è forse il filibustiere più affascinante del romanzo. E' un capitano terribile, sprezzante nei confronti di Dio che è stato così ingiusto nella sua vita, ogni sua frase è accompagnata da irripetibili bestemmie, e, seppur torturato dalla gotta si sforza di mantenere un portamento dignitoso. Nei suoi occhi stanchi, il lettore troverà una saggezza e una bontà inaspettata.
“Tortuga” in sintesi è un romanzo dove vengono narrati gli eventi che portano alla fine della pirateria, ma per gli amanti dell'avventura a bordo di vascelli che sventolano la Jolly Roger niente paura, Evangelisti ci ha già forniti del secondo volume della trilogia: “Veracruz” (Mondadori 2010) e programmato il terzo: “Cartagena” (di prossima pubblicazione) ed entrambi saranno dei prequel agli eventi narrati nel primo romanzo.
Quindi affilate la vostra sciabola e preparatevi all'arrembaggio, la lettura di “Tortuga” non sarà certo una delusione!
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