La letteratura in pericolo
di Tzvetan Todorov
Garzanti, Milano 2008
Traduzione di Emanuele Lana
pp. 85
€ 11,00
1^ edizione: La littérature en péril (2007)
L'opera letteraria viene ormai rappresentata come un oggetto linguistico chiuso, autosufficiente, assoluto. [...] senza stupore alcuno, i liceali apprendono il dogma secondo cui la letteratura non ha alcun rapporto con il resto del mondo e studiano soltanto le relazioni che intercorrono tra gli elementi dell'opera. E non v'è dubbio alcuno che ciò contribuisca al crescente disinteresse che gli allievi manifestano riguardo all'indirizzo letterario. (p.30)
Qual è il destino della letteratura? A cosa porteranno i trend degli ultimi anni? Le riforme scolastiche, il gusto estetico, i best-sellers... Per rispondere a queste domande, il celebre studioso Tzvetan Todorov, noto a tutti come uno dei più noti studiosi dei formalisti russi e, in seconda istanza, della "filosofia del linguaggio", parte da una premessa autobiografica dal piglio vivace e interessante: in particolare, dopo una rapida visione della situazione universitaria e culturale allarmante in Bulgaria (sua terra d'origine), Todorov incontra a Parigi Genette e per pura curiosità si iscrive al corso di Barthes, suo futuro maestro. Fa sempre piacere - e, permettetemi, talvolta commuove - scoprire che anche i Grandi un giorno sono stati studenti, e che la fatalità conduce a volte a incontri che segneranno per sempre il proprio futuro, professionale e non solo. Con il cuore in mano, grande chiarezza espositiva e semplicità, Todorov conclude la premessa con una frase che non posso risparmiarmi dal riportare:
Quando mi chiedo perché amo la letteratura, mi viene spontaneo rispondere: perché mi aiuta a vivere. Non le chiedo più, come negli anni dell'adolescenza, di risparmiarmi le ferite che potevo subire durante gli incontri con persone reali; piuttosto che rimuovere le esperienze vissute, mi fa scoprire mondi che si pongono in continuità con esse e mi permette di comprenderle meglio. Non credo di essere l'unico a pensarla così. Più densa, più eloquente della vita quotidiana ma non radicalmente diversa, la letteratura amplia il nostro universo, ci stimola a immaginare altri modi di concepirlo e di organizzarlo. [...] Al di là dall'essere un semplice piacere, una distrazione riservata alle persone colte, la letteratura permette a ciascuno di rispondere meglio alla propria vocazione di essere umano. (pp. 16-17)
Senza incertezze, dunque, Todorov dichiara la sua passione per la letteratura, che travalica i limiti del godimento accademico e colto; la letteratura è innanzitutto messaggio, missione, aiuto a svelare la natura spesso insondabile dell'uomo. E su questi appunti- confessione, termina la premessa.
E ci addentra nell'analisi brillante della scuola attuale, che vede in Francia (dove attualmente Todorov risiede e lavora) un insegnamento sterile di elementi metrico-stilistici e retorici che dovrebbero essere strumenti, e invece vengono elevati a traguardo da raggiungere. Questo atteggiamento, a detta di Todorov, rischia di portare gli studenti a preoccuparsi di tecnicismi, senza mai sfondare il muro semantico. E come biasimarli? Spesso, ai ragazzi è richiesto un elenco pedissequo di figure retoriche, senza la loro interpretazione, senza mai chiedersi perché l'autore abbia fatto quella scelta specifica. Un simile atteggiamento
rischia di condurci in un vicolo cieco - per non parlare del fatto che difficilmente farà innamorare della letteratura. (p. 25)
Per questo, Todorov ragiona sulle possibili cause di questa situazione. E intraprende coraggiosamente una breve ma efficacissima storia dell'estetica moderna, fino ai giorni nostri. Ci si avventura temerariamente (e sempre con invidiabile consapevolezza) tra citazioni e pensieri dei più grandi esponenti della riflessione estetica, da Orazio a Boileau, da Leibniz a Lessing, Constant, Baudelaire, Nietzsche, Winckelmann,...
Al contrario di tanti contemporanei, Todorov risponde ancora positivamente alla domanda Che cosa può la letteratura?, in un capitolo a cui risponde affermativamente il successivo Una comunicazione inesauribile. Sopravvive una speranza di sventare il pericolo d'inaridimento della letteratura, dal momento che
pensare e sentire adottando il punto di vista degli altri, esseri umani in carne e ossa o personaggi letterari, è il solo modo per tendere verso l'universalità, permettendoci così di compiere la nostra missione. E' per questo che bisogna incoraggiare la lettura con ogni mezzo, compresa quella di libri che il critico di professione considera con una certa condiscendenza, se non addirittura con disprezzo, dai Tre moschettieri a Harry Potter: non solo questi romanzi popolari hanno avvicinato alla lettura milioni di adolescenti, ma hanno anche permesso loro di costruirsi una prima immagine coerente del mondo che, possiamo esserne certi, le letture successive renderanno poco per volta più elaborata. (p. 71)
Ed è con questo obiettivo, ambizioso e forse un po' utopico, che noi di CriticaLetteraria cerchiamo di dare voce alla ricca e inesauribile eterogeneità della letteratura.
Gloria M. Ghioni
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