di Suad Amiry
Universale Economica Feltrinelli, Milano 2003
pp. 283
€ 8.50
Il libro racconta, attraverso la vicenda personale della protagonista, l'occupazione dei territori palestinesi da parte del governo israeliano della città di Ramallah. Si tratta della città simbolo della lotta contro l'occupazione, nota anche per aver ospitato il quartiere generale del leader storico dell'OLP Arafat, organizzazione a cui appartiene anche l'autrice.
Vero e proprio diario di guerra, il libro nasce durante il coprifuoco del 2002 imposto dal governo israeliano di Ariel Sharon.Attraverso il racconto della propria esistenza piena di difficoltà, con molta ironia l'autrice riesce a descrivere tutta la crudeltà e l'assurdità di un conflitto che dura da mezzo secolo, l'occupazione forzata dei territori abitati dai palestinesi da parte dei coloni israeliani che dura sin dal 1967.
Ricorre spesso la domanda "se questa è vita", titolo fra l'altro del libro scittto in seguito come continuazione di questo, utilizzata dalla protagonista per spiegare tutti gli ostacoli che incontra nella sua vita di tutti i giorni in qualità di palestinese. In primo luogo gli spostamenti da un luogo all'altro sottostando al controllo dei diversi check point israeliani. Non a caso, il racconto inizia infatti con il fermo della polizia israeliana mentre va a prendere suo marito all'areoporto.
Ogni semplice azione quotidiana che per noi non comporta nessun particolare problema diventa difficile nella condizione di chi vive perennemente in conflitto, come per esempio per la protagonista portare il cane dal veterinario.
Emblematico è il racconto del rilascio del documento d'identità per la protagonista, ella lo ottiene dopo diverse vicissitudini, impensabile per chi vive in una situazione "normale" come la nostra.
Ma soprattutto quello che sembra difficile da superare in una questa situazione è il muro di diffidenza e rancori che separa i due popoli oramai radicato nel tempo da una conflitto che da troppo tempo infiamma il medio oriente.
Lucia Salvati