IMPRESSIONISTI. Capolavori della collezione Clark
Milano, Palazzo Reale
A cura di Richard Rand
Catalogo Skira, 224 pp., 45€
Mostre sull’Impressionismo negli ultimi anni ci sono state sottoposte in tutte le salse, cavalcando spesso più la scia della popolarità del soggetto a discapito del valore scientifico, ma, nonostante i pregiudizi iniziali, l’esposizione milanese di Palazzo Reale si è rivelata interessante, grazie alla qualità delle opere esposte - una settantina - provenienti dalla Collezione di Sterling e Francine Clark, per la prima volta in Italia. La collezione, legata all’omonimo Istituto d’arte di Williamstown, è una delle più importanti degli Stati Uniti, acquistata principalmente tra il 1910 e 1950, da Robert Sterling Clark, uno degli eredi del patrimonio delle macchine da cucire Singer, e dalla moglie Francine Clary Clark, costituita per la maggior parte dai dipinti francesi, ma anche da capolavori europei e americani dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento.
Il criterio espositivo scelto da Richad Rand non è cronologico, ma tematico, e articola la mostra in dieci sezioni, forse in modo un po’ semplicistico, ma incentrate sulle principali tematiche stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento e strettamente legate tra loro: Impressione, Luce, Natura, Mare, Città e campagna, Viaggi, Corpo, Volti, Società e Piaceri. In questo modo, ai capolavori impressionisti, ai quali è dedicato il maggior spazio, di Manet, Monet, Renoir -il pittore preferito dei Clark-, Morisot, Pissarro, vengono accostate opere di importanti artisti accademici - portatori di un’idea totalmente opposta, come William-Adolphe Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens -, opere dei barbizonniers - i primi che cercano di incrinare il rigido accademismo e che si aprono alla natura, allora considerata un soggetto inferiore, e alla pittura en plain air, quali Jean-Baptiste-Camille Corot, Jean-François Millet, e Theodore Rousseau -, e i post-impressionisti - che portano alle estreme conseguenze gli spunti impressionisti, in particolare il tratto, il colore e la profondità di campo, come Pierre Bonnard, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec -, permettendo al visitatore di fare un raffronto tra i diversi stili e di cogliere interessanti spunti e confronti.
Impressione – la prima sezione ha un titolo particolarmente significativo, legato al nome della corrente artistica che, com’è noto, deriva dal celebre quadro di Monet Impression soleil levant. Sono presenti opere di altissimo livello, dai paesaggi di Monet, Pissarro e Sisley, ai fiori di Manet, Renoir e della Morisot. Bellissime le trasparenze del Vaso di rose di Manet (1882).
Luce – sicuramente la luce gioca un ruolo centrale nella poetica impressionista, poiché per primi, questi artisti abbandonano la pittura da cavalletto e, dipingendo en plein air, cercano di rendere percepibile le minime variazioni di luce. Non solo pittura di paesaggio - bellissimi Oche nel ruscello di Monet (1874) in cui il laghetto dove nuotano le oche si fonde col paesaggio circostante in una perfetta unione di colori e luce, e il pointillisme di Saint-Charles-Eragny di Pissarro (1891), in cui la luce splendente del sole inonda la natura filtrando dalle chiome degli alberi -, ma anche nature morte, come quella di Sisley. Stupendi i colori del quadro di Renoir Marie-Thérèse Durand-Ruel che cuce (1882), che raffigura la ragazza immersa nel verde intenta a cucire un vestito di un blu accesso.
Natura – tema centrale e fondante della pittura en plain air. In questa sezione sono raccolte opere dei pittori della Scuola di Barbizon, precursori degli Impressionisti nell’osservazione della natura dal vero, da Corot a Théodore Rousseau. Primavera a Givenchy (1890) di Monet coglie le sfumature più dolci e delicate del paesaggio ed è un perfetto esempio della visione soggettiva e non realistica dell’Impressionismo.
Mare – Le marine di Jongkind e Boudin costituiscono un interessante confronto con due capolavori di Monet ispirati alle coste della Normandia. Splendido Scogliere a Etretat (1895) di Monet.
Città e campagna – tema molto vicino alla sezione della natura, ma in cui emerge l’antitesi con la città – e a quel tempo, la città per antonomasia era ovviamente Parigi. Sicuramente nessuno meglio del barbizonnier Millet può incarnare la bellezza e la spiritualità della campagna, ma anche Il ponte di Chatou (1875) di Renoir, o le visioni londinesi di Sisley sono uno splendido esempio di pittura di paesaggio. Meraviglioso Attraversando la strada (1873) di Boldini, che coglie uno scorcio di vita cittadina in una giornata qualsiasi, immortalando una giovane e bella donna aristocratica mentre raccoglie la gonna a balze per attraversare la strada.
Viaggi dei pittori – da sempre i viaggi sono stati momenti fondamentali per approfondire e arricchire il bagaglio culturale degli artisti, sia attraverso confronti col passato, sia con nuove esperienze. Molti soggetti sono d’ispirazione italiana, da Castel Sant’Angelo (1835-1840) e il fiabesco Bagnanti delle Isole Borromeo (1865-1870) di Corot a due bellissimi Renoir del 1881, Palazzo Ducale e La baia di Napoli: nel primo Venezia e San Marco si riflettono nelle acque della laguna, mentre nell’altro la baia di Napoli viene immortalata nel brillio serale, nell'ultimo momento di luce dopo il tramonto.
Società – mostra l’evolversi e l’espandersi della base sociale raffigurata nei soggetti pittorici, dalla Pastorella di Millet (1862), a Il Porto di Rouen: scarico di legname (1898) di Pissarro e al tranquillo e sereno interno borghese raffigurato da Manet (Interno ad Arcachon, 1871); dalle eleganti dame di Boldini, alla prostituta ritratta da Toulouse-Lautrec in Attesa (1888).
Corpo – si tratta soprattutto del corpo femminile, ritratto con sensibilità e sfumature differenti: dalla dolcezza della Morisot, all’eleganza della Ragazza con il ventaglio (1879) e alla spensieratezza velata di esotismo della Fanciulla con uccello (1882), entrambi di Renoir. Interessante è l’accostamento di due nudi, Nudo Seduto (1884) di Bouguereau, capolavoro dell'accademismo e della perfezione formale, e la Bagnante bionda (1881) di Renoir, ispirata alla tradizione artistica che dal Rinascimento arriva a Rubens e a Tiziano, ma riproposta in modo moderno.
Volti – questa sezione racchiude opere notevoli e molto diverse tra loro: dallo splendido Ragazza che lavora all’uncinetto (1875) di Renoir - il primo quadro acquistato dai coniugi Clark- alla solenne e austera Carmen (1884) di Toulouse-Lautrec fino alla giovane contadina bretone (1894) di Paul Gauguin. Interessante l’accostamento di due autoritratti di Renoir uno giovane e sbarazzino (1875) e l’altro anziano, con la barba grigia (1899), in cui è evidente il cambiamento stilistico dell’artista che in tarda età ha abbandonato la pittura impressionista fatta di piccoli tratti di pennello, per tornare ad una pittura più tradizionale.
Piaceri – l’ultima sezione è dedicata agli svaghi e alle gioie della borghesia del tempo: il dipinto di Daumier Collezionisti di stampe (1860–1863) allude al piacere del collezionismo dei Clark e Before the Race (1882) di Degas, alla passione di Robert per le corse di cavalli. Ovviamente non potevano mancare le Ballerine nella classe di danza (1880) di quest’ultimo artista. Capolavoro è Il palco a teatro (1880) di Renoir che raffigura due ragazze che si trovano sedute nel medesimo palco, con un bouquet di rose, ma profondamente diverse: una, più maliziosa, in elegante abito da sera nero, l'altra più timida e riservata, vestita di bianco, colta di profilo mentre sembra voler sfuggire allo sguardo che invece l’altra sostiene con forza.
La definirei una mostra rilassante, di svago, piacevole e distensiva, in sintonia con i soggetti e i temi rappresentati.
Elisa Laboranti
Per maggiori informazioni:
www.comune.milano.it/palazzoreale/
Elisa Laboranti
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