ChiassoLetteraria. Diario di bordo: 1° giorno.
6 maggio
Possibile che il mare bagni la Svizzera? Sì, se a portare questa ventata di brezza marina sono scrittori e intellettuali europei che dal 6 all’8 Maggio si riuniscono a Chiasso per l’annuale festival internazionale di letteratura.
Per la sesta edizione il tema scelto è stato, appunto, quello del mare, immenso luogo letterario, fatto di approdi, porti e spiaggie e di lontane linee d’orizzonte, fragile mare di tanti disastri ecologici, mare che unisce e che separa, mare culla di civiltà e invito all’incontro dell’altro. Sono tutte queste visioni marine, ognuna con la sua storia, con il suo tempo e con il suo spazio, che gli autori cercheranno di spiegare, raccontare, rivivere in questa triade di giornate.
Si inizia con una breve inaugurazione pomeridiana, in cui gli organizzatori spiegano come l’idea del tema marino non sia in fondo così impossibile per la cittadina svizzera, crocevia di merci tra due paesi, porto di terra posto ad un confine.
Viene annunciato subito un cambio di programma: l’intervento iniziale avrebbe dovuto essere quello del documentarista e scrittore Folco Quilici che, impossibilitato per problemi di salute, ha salutato il festival telefonicamente. Al suo posto è stato Paolo Di Stefano, scrittore ed inviato del Corriere della Sera, ad inaugurare la serie di incontri. Intervistato da Maurizio Canetta (responsabile del dipartimento della cultura della Radio Televisione svizzera di lingua italiana), l’autore ha parlato del suo ultimo libro La Catastròfa. Marcinelle, 8 Agosto 1956, edito da Sellerio. Prima di tuffarsi nella profondità degli abissi marini,quindi, un invito a scendere nelle profondità della terra. Invito spiegato dagli organizzatori con la volontà di raccontare questa storia, la strage di Marcinelle appunto, sempre troppo poco ricordata dagli autori italiani. E Paolo Di Stefano, introducendoci al suo libro, mostra sapientemente, e forse inconsapevolmente, il perchè parlare di miniere del Belgio in un festival di mare. Ma chi ha un po’ di confidenza con la storia di quel piccolo e paradossale paese sa già quanta italianità di celi dietro ai “macaroní”, così venivano chiamati gli immigrati, quanta mediterraneità si trascinino, dai più piccoli paesi italiani fino in Vallonia, le donne con la loro sapienza culinaria, gli uomini con le loro piccole abitudini, i bambini con il loro scoprire di essere “diversi” in quella terra straniera. Il Belgio è un paese per molte ragioni vicino all’Italia e la strage di Marcinelle è, o almeno avrebbe dovuto essere, un dolore nazionale. Ma,come dice Di Stefano, “le cariche di allora non si mossero da Roma”, e che in quella che fu la più grande strage della storia mineraria morirono 146 italiani ormai lo sanno in pochi. La platea sembra accogliere con entusiasmo le parole dell’autore e la calda voce dell'attore Antonio Ballerio, che legge alcuni brani tratti dal libro, ci accompagna verso la fine di questo incontro.
Un festival dal titolo “Per Mare”, che si svolge in Svizzera e che inizia con questo inaspettato invito alla lettura, ha tutte le carte in regola per incuriosire. Ma quello di oggi pomeriggio è stato solo un preludio al festival, che si svolgerà per le intere giornate di domani e dopodomani, un varo della nave, per dirla con parole più consone al tema in questione. Ora l’ancora è stata levata e le vele sono spiegate. Tutti a bordo, si parte.
Serena Alessi