Ematite
di Chiara Mazzera
Serra Tarantola, 2010
€ 14.00
Ematite è un romanzo della scrittrice emergente Chiara Mazzera. Il titolo si riferisce ad una pietra, l'ematite appunto, il cui nero intenso si riflette negli occhi di Naran, una misteriosa ragazza che viene dalla Mongolia. Paolo, uno studente di Bergamo, incontra l'affascinante Naran in un'aula universitaria. E, all'improvviso, tutto cambia. O meglio, tutto deve cambiare, perchè questo incontro solo in apparenza casuale è in realtà frutto di un destino che unisce nel profondo i due giovani.
Ben presto, Paolo viene a sapere che Naran è dotata di poteri particolari e che è a conoscenza di un segreto molto importante che riguarda la tomba di Gengis Khan, del cui tesoro si vuole impadronire un paleontologo senza scrupoli, che per riuscire nel suo intento si avvale dell'aiuto di uno sciamano nero, ossia di un sacerdote asservito agli spiriti del Male. I due si mettono sulle tracce di Naran, arrivando a rapirla e a torturarla per costringerla a rivelare il luogo segreto. Paolo, che dopo una breve crisi iniziale ha capito di non poter fare a meno della ragazza e sente di essere disposto a tutto per aiutarla, è pronto a rischiare la vita per la donna che ama e parte alla volta della Mongolia accompagnato da Altan, il fratello di Naran.
Dopo una serie di avventurose peripezie, i due innamorati riescono a riunirsi; nel frattempo entrambi hanno acquisito una nuova consapevolezza: ora sanno che le loro vite sono legate a filo doppio, che le loro anime si appartengono da sempre. La battaglia contro il Male sembra essersi conclusa, ma il finale aperto del romanzo sembra suggerire nuove sfide.
La lettura di Ematite, oltre ad evocare alla mia mente immagini suggestive di verdi paesaggi incontaminati come quelli descritti dall'autrice, mi ha fatto pensare ai manga giapponesi, e, più in generale, ai fumetti: la trama sarebbe perfetta per la sceneggiatura di un avventuroso cartoon o anime, anche grazie alla caratterizzazione a "tutto tondo" dei personaggi. Infatti non ci sono mezze misure: i protagonisti sono totalmente buoni e positivi oppure interamente negativi e malvagi.
Le caratteristiche dello schema narrativo, che ricorda quello delle fiabe, rendono quindi a mio parere Ematite molto adatto a una trasposizione fumettistica. C'è la bella protagonista in pericolo, c'è il giovane eroe innamorato e disposto a tutto per salvarla, ci sono i cattivi di turno, spietati e alleati con gli spiriti del Male. C'è la figura ausiliatrice, rappresentata dalla nonna di Naran, Odon, la quale usa i suoi poteri sciamanici per fare del bene e per aiutare i nostri eroi nella loro impresa. C'è il segno di riconoscimento, la famosa "macchia mongolica" che segna il destino fin dalla nascita. C'è la lotta di Paolo, di Altan e dei giovani valorosi che partecipano alla battaglia contro i malvagi. Il passo in cui il protagonista del romanzo affronta lo sciamano ricorda le imprese di un eroe dei fumetti che si batte con il suo crudele antagonista. E' l'eterna guerra del Bene contro il Male, uno scontro destinato a ripetersi all'infinito, come sembra suggerire l'autrice lasciando tutto in sospeso, si potrebbe dire rimandando il seguito "alla prossima puntata".
Spero che l'avventura di Paolo e Naran non si concluda qui, perchè sarei ben lieta di continuare quella che è stata, nel complesso, una gradevole lettura e di tuffarmi di nuovo nelle atmosfere di questa particolare "favola moderna", sognando, da appassionata del genere, di vederla magari un giorno rappresentata in forma di avvincente cartoon.
Irene Pazzaglia