La speranza indiana
di Federico Rampini
Mondadori, Milano 2007
€ 15.00
pp. 245
In questi ultimi anni si è registrata una grande crescita economica di paesi come la Cina e l'India.
Quest'ultimo in particolare, pur con grossi problemi di povertà, da paese da terzo mondo è diventato protagonista nel campo dell'information technology, è infatti la patria della multinazionale Infosys, ma soprattutto
"la Infosys ha una caratteristica "demografica" che la dice lunga sulla linfa vitale che scorre nelle vene della "New India". In questa multinazionale di sessantamila dipendenti, per lo più colletti bianci e di alto livello e cioè manager e ricercatori, l'età media è di ventisette anni".
L'India è una grossa democrazia di un miliardo di persone, non si può quindi ignorare il peso che può avere a livello mondiale nel corso dei prossimi anni ma soprattutto è un paese giovane a confronto di un Europa, in particolare in Italia, che in questi ultimi anni vede invecchiare l'età media della propria popolazione.
Inoltre a differenza della Cina, che sta cercando di rallentare la crescita della popolazione attraverso una politica punitiva di contenenimento delle nascite, l'India non sta reagendo in questo modo.
In questo libro è molto interessante scoprire come il progresso dell'India dipende anche dal suo modo di risollevarsi dal periodo del colonialismo, cioè senza un'atteggiamento vittimista nei confronti di quel periodo ma, anche attraverso il rientro di molti suoi cervelli emigrati, cercando di applicare con una propria elaborazione le conoscenze scientifiche apprese dai paesi più sviluppati.
In India si coniugano tecnologia e spiritualità, infatti
"altrettanto stupefacente del suo miracolo economico e sociale, è il fatto che l'India è riuscita in questa impresa senza perdere quell'immagine mite che seduce gli occidentali da tempo immemorabile."
Non bisogna inoltre dimenticare che convivono diverse religioni con una cultura millenaria, è quindi interessante osservare come si possa convivere insieme, soprattutto quando nel mondo occidentale
"c'è nella lettura più catastrofica della globalizzazione una testarda battaglia di retroguardia. Si dimentica spesso che l'ultima spinta decisiva verso la globalizzazione negli anni Novanta l'abbiamo voluta noi, europei e americani".
Tante contraddizioni vanno ancora risolte in questo paese dove ancora molto forte è la corruzione, sono ancora presenti le caste ed altri problemi ben narrati in questo ottimo reportage di un giornalista esperto dell'India, ma il peso che può avere nel futuro del nostro pianeta questa nazione dove risiede un sesto dell'umanità non è trascurabile:
"l'India "riassunto del mondo", che racchiude in sé tutte le contraddizioni più estreme dei nostri tempi, sta esplorando gli stessi interrogativi che assillano noi europei. Ha deciso che può diventare moderna senza perdere una fisionomia culturale unica, tenace e gioiosamente diversa. E' avida di benessere materiale e, al tempo stesso, sa goderne con più moderazione di noi, mantenendo tradizioni e stili di vita meno distruttivi dei nostri per le risorse naturali del pianeta."
La lettura di questo libro è di grande aiuto per comprendere un paese con una lunga storia millenaria alle spalle che ha sempre attratto migliaia di visitatori.
Lucia Salvati
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