di Mirko Volpi
Epika edizioni, Bologna 2011
€ 18.00
pp. 281
Chi ha detto che gli accademici non possano dimostrare un eclettico piglio satirico? Chi sostiene che scrivere su Facebook comporti un livellamento del linguaggio? E che il diario nel Duemila sia pedissequo esercizio narcisistico da adolescenti? E' finalmente ora di abbattere un po' di tri(s)ti luoghi comuni. Innanzitutto, due parole su Mirko Volpi - due parole che non mi facciano perdere la sua amicizia! Classe '77, è ricercatore a Pavia in Storia della lingua italiana, e da sempre appassionato studioso di Dante; tant'è che grazie alla sua minuziosa curatela nel 2009 sono usciti per la romana Salerno Editrice i quattro volumi del commento alla Commedia dantesca di Iacomo della Lana. Un'impresa titanica, dirà qualcuno, ma un'impresa che non ha portato Mirko Volpi a rinchiudersi nella turris eburnea dell'asocialità polverosa o nei discorsi per pochi eletti dantisti. Al contrario!
Iniziato come gioco sulla sua pagina personale di Facebook (frequentata, occorre dirlo, da molti colleghi e amici letterati), Mirko ha iniziato a scrivere status (per chi non lo sapesse, si tratta di brevi frasi scritte su una bacheca pubblica virtuale) che prendevano in giro alcune tendenze tipiche del social network, come la perversione di raccontare tutto di sé e della propria quotidianità, anche dettagli assurdi. Erano frammenti giocosi, divertenti, a volte satirici, in cui un certo Mirko V. (e teniamolo ben distinto dal Volpi, mi raccomando!), ricercatore trentenne che abita a Pavia, ipocondriaco e timoroso d'invecchiare, mette nero su bianco le proprie ossessioni, ovvero le donne, Dante e... l'Esselunga!
Per un anno, ogni giorno Mirko V. ha fatto la sua comparsa e ha rapito l'attenzione degli amici "facebookiani" del Volpi. In poco tempo, i frammenti sono stati raggruppati tematicamente in rubrichette che tornano periodicamente, come il lapidario "Quella volta che ho sedotto...", in cui grandi donne del passato o del mondo dello spettacolo cedono al fascino di Mirko V. per un nonnulla. Un esempio?
Quella volta che ho sedotto.../15Maria De Filippi: Sei qui per partecipare alla trasmissione?
Mirko V.: C'è un pacco per te.
Maria De Filippi: Facciamolo.
Irriverente, gigione, egocentrico ma sempre ironico. E i riferimenti letterari, come è facile immaginare, non mancano; bisogna però distinguerli nel tessuto apparentemente faceto del Diario:
Vita brevis, ars longa/ 3. Fare letteratura? Essere letteratura? Confondere le acque. Comprare coppia di levrieri.
Qui e là, anche metaletteratura e riflessioni agrodolci sulla propria professione:
Insomma, Mirko V. crea col diario un mondo coerentissimo e soprattutto il mito di sé stesso, suscitando la totale presa di distanza da parte del Volpi, che dichiara in epigrafe che "tutti gli eventi narrati sono frutto di immaginazione. Purtroppo". E così il nostro si sottrae a qualunque facile tentazione di sovrapporrlo a Mirko V. Ma l'ironia è sempre dietro l'angolo, anche nel muoversi in un genere codificato quale il diario: apparentemente, il narratore rispetta qui e là la tradizionale formula del "caro diario" e della dialogicità tra diarista e supporto cartaceo, salvo poi stravolgere le regole e, a tratti, irriderle:
Come dantista non mi sembra il caso di mollare ora. Leggere Inferno XXI davanti al Parlamento. Spostarsi a Palazzo Grazioli e riprovare con Inferno V, poi alla sede della Lega con Inferno XXVIII, quindi alla sede del Pd con Inferno III. Rigettare accuse di qualunquismo. Farsi intervistare da Studio Aperto. (10 marzo)
Come dantista dovrei pensare a qualcosa di impatto nel mondo accademico. Ecco, ci sono. "Dante gay". Già scritto, non va bene. "Dante esoterico". Già letto, niente. "Dante eretico e anti-cattolico". Pure questa sentita. Ma quante cazzate hanno scritto su Dante? Fare censimento bibliografico. Desistere. (11 marzo)E oltre alle tante rubriche, la vita di Mirko V.: la morosa che non deve scoprire le sue fantasie e i flirt occasionali, la vicina di casa ventenne che fa da contraltare alla pensionata e al vicino con l'odiosissimo cane; don Livio; l'ubriacone del quartiere, un inventato (ma credibilissimo) Gary Baldi; le tantissime ex che mandano foto (riprodotte nel diario) in abiti succinti e lettere strappalacrime.
Insomma, Mirko V. crea col diario un mondo coerentissimo e soprattutto il mito di sé stesso, suscitando la totale presa di distanza da parte del Volpi, che dichiara in epigrafe che "tutti gli eventi narrati sono frutto di immaginazione. Purtroppo". E così il nostro si sottrae a qualunque facile tentazione di sovrapporrlo a Mirko V. Ma l'ironia è sempre dietro l'angolo, anche nel muoversi in un genere codificato quale il diario: apparentemente, il narratore rispetta qui e là la tradizionale formula del "caro diario" e della dialogicità tra diarista e supporto cartaceo, salvo poi stravolgere le regole e, a tratti, irriderle:
Caro Diario, perché non parli?!?Caro Diario, perché ti ostini a non rispondermi? Fare sciopero del diario. Lasciare pagine bianche per dispetto.Rassegnarsi all'incomunicabilità col diario. Tornare a parlare con le persone. Non eccedere.(12 ottobre)
Tuttavia, l'elemento parodistico non è così forte da impedire al lettore di credere a quanto legge, anche grazie alla verosimiglianza dello stile, che riprende la secca (ma studiatissima) paratassi da agenda, con i verbi all'infinito, frasi nominali, scritture e ripensamenti. La grafica evidenzia ancor più la (apparente) casualità della scrittura, con post-it disegnati, appunti e fogli a righe e a quadretti con le lettere delle ex, fotografie,...
Per quanto Volpi continui a etichettare la sua opera come casual writing (e nella modestia convinta si ritrova lo spirito dell'accademico abituato a ben altre fatiche!), ci sono molte accortezze che fanno del Diario un'opera finita e meritevole a tutti gli effetti. E' un'opera fresca, simpatica e intelligente, arguta e a tratti goliardica, adatta all'afa estiva e al grigiore autunnale, ma anche al freddo dicembre e alla vivacità della primavera. Un sorriso per tutte le stagioni.
Per quanto Volpi continui a etichettare la sua opera come casual writing (e nella modestia convinta si ritrova lo spirito dell'accademico abituato a ben altre fatiche!), ci sono molte accortezze che fanno del Diario un'opera finita e meritevole a tutti gli effetti. E' un'opera fresca, simpatica e intelligente, arguta e a tratti goliardica, adatta all'afa estiva e al grigiore autunnale, ma anche al freddo dicembre e alla vivacità della primavera. Un sorriso per tutte le stagioni.
Gloria M. Ghioni
Mirko V. raccoglie sulla pagina di Facebook le foto dei lettori del diario.Volete saperne di più? Date uno sguardo alla pagina Facebook del Diario: clicca qui e partecipa anche tu!
Dove trovare il libro? Se siete di Pavia, in quasi tutte le librerie (vi consiglio la CLU e il Loft10); altrimenti sui principali Internet bookshop o direttamente sul sito della Epika edizioni