Mille splendidi soli
di Khaled Hosseini
Piemme, 2007
€ 18.50
pp. 432
Il romanzo segue il primo grande successo dell'autore che è "Il cacciatore di aquiloni", libro che solo in Italia ha venduto un milione di copie.
Il romanzo inizia con la storia di Mariam, una harami, ovvero una bastarda che non è neanche degna in quanto figlia illeggittima di vivere sotto lo stesso tetto con il padre e quando esprime il desiderio di studiare la madre dice che sarebbe inutile, dicendole che l'unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Attraverso la sua storia tragica, nel romanzo si riesce a denunciare l'oppressione e l'ingiustizia che subiscono migliaia di persone, in particolare le donne che non hanno alcun diritto e vivono in condizione di inferiorità rispetto agli uomini .più efficace di un telegiornale dal quale oramai sappiamo tutto ma che non ci spinge molte volte a riflettere sul mondo e il dolore degli altri.
La vita di questa donna a cui sembra negata la felicità, persino quella di avere un figlio , a un certo punto si intreccia con quella di Laila altra protagonista del romanzo, che pur avendo avuto una vita più emancipata si trova a condividere un destino doloroso insieme a Mariam.
Come sfondo del romanzo la storia dell'Afghanistan, con le sue guerre, l'invasione sovietica, il regime fanatico dei talebani, anni e anni di dolore e lutti, che purtroppo sono ancora storia recente di questi giorni e che nel libro si comprendono meglio di qualunque reportage.
Pur essendo un uomo, l'autore è assai efficace nel descrivere i sentimenti delle donne, in particolare nella condizione in cui vivono nel suo paese, il dolore che sopportano sin dalla giovane età e la loro forza di sopportazione, come si evince in un discorso di Nana alla figlia Mariam:
Questa donna che sembra ereditare il destino di infelicità e di mancanza di amore della madre, ritrova però nell'amicizia di Laila e nella cura dei suoi figli tutto l'affetto che ha sempre cercato e che porterà fino alla sua triste fine, esempio in mezzo a tanta dolore di grande solidarietà femminile e di amore disinteressato.
L'autore pur vivendo negli Stati Uniti sente forte il dramma del suo popolo, nella postfazione del suo libro ricordando il suo impegno con l'agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, cita fra gli altri il dramma dei profughi del suo paese e seppure lo stile del libro sia abbastanza semplice, egli riesce ad appassionare il lettore alla storia del suo popolo attraverso il suo romanzo.
Lucia Salvati
di Khaled Hosseini
Piemme, 2007
€ 18.50
pp. 432
Il romanzo segue il primo grande successo dell'autore che è "Il cacciatore di aquiloni", libro che solo in Italia ha venduto un milione di copie.
Il romanzo inizia con la storia di Mariam, una harami, ovvero una bastarda che non è neanche degna in quanto figlia illeggittima di vivere sotto lo stesso tetto con il padre e quando esprime il desiderio di studiare la madre dice che sarebbe inutile, dicendole che l'unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Attraverso la sua storia tragica, nel romanzo si riesce a denunciare l'oppressione e l'ingiustizia che subiscono migliaia di persone, in particolare le donne che non hanno alcun diritto e vivono in condizione di inferiorità rispetto agli uomini .più efficace di un telegiornale dal quale oramai sappiamo tutto ma che non ci spinge molte volte a riflettere sul mondo e il dolore degli altri.
La vita di questa donna a cui sembra negata la felicità, persino quella di avere un figlio , a un certo punto si intreccia con quella di Laila altra protagonista del romanzo, che pur avendo avuto una vita più emancipata si trova a condividere un destino doloroso insieme a Mariam.
Come sfondo del romanzo la storia dell'Afghanistan, con le sue guerre, l'invasione sovietica, il regime fanatico dei talebani, anni e anni di dolore e lutti, che purtroppo sono ancora storia recente di questi giorni e che nel libro si comprendono meglio di qualunque reportage.
Pur essendo un uomo, l'autore è assai efficace nel descrivere i sentimenti delle donne, in particolare nella condizione in cui vivono nel suo paese, il dolore che sopportano sin dalla giovane età e la loro forza di sopportazione, come si evince in un discorso di Nana alla figlia Mariam:
"Una volta Nana le aveva detto che ogni fiocco di neve era il sospiro di una donna infelice da qualche parte del mondo. Che tutti i sospiri che si elevano al cielo si raccoglievano a formare le nubi, poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gente.
"A ricordo di come soffrono le donne come noi " aveva detto "Di come sopportiamo in silenzio tutto ciò che ci cade addosso".
Questa donna che sembra ereditare il destino di infelicità e di mancanza di amore della madre, ritrova però nell'amicizia di Laila e nella cura dei suoi figli tutto l'affetto che ha sempre cercato e che porterà fino alla sua triste fine, esempio in mezzo a tanta dolore di grande solidarietà femminile e di amore disinteressato.
L'autore pur vivendo negli Stati Uniti sente forte il dramma del suo popolo, nella postfazione del suo libro ricordando il suo impegno con l'agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, cita fra gli altri il dramma dei profughi del suo paese e seppure lo stile del libro sia abbastanza semplice, egli riesce ad appassionare il lettore alla storia del suo popolo attraverso il suo romanzo.
Lucia Salvati