In the Game of Thrones you win or or you die


A Game of Thrones
di George R.R. Martin
Harper Voyager, Great Britain (ristampa del 2003)
pp. 807
£ 8.99

A Game of Thrones (lett. “Un Gioco di Troni”) è il primo volume dell'avvincente saga fantasy “A Song of Ice and Fire” partorita dalla penna di George R.R. Martin.
L'autore, oltre che essere un rinomato romanziere di genere fantascientifico e fantastico, è anche uno sceneggiatore e produttore, cosa che nella sua opera si fa notare, soprattutto per l'impostazione data alla narrazione delle vicende.
Martin nasce nel 1948 a Bayonne (New Jersey) e le sue origini risalgono all'immigrazione italiana negli stati uniti, infatti il cognome del suo bisnonno era “Massacola”. Si appassiona alla lettura e alla scrittura fin da pre-adolescente e, come afferma egli stesso, gli autori che l'hanno influenzato di più per le sue opere sono stati proprio quelli letti durante l'adolescenza: J.R.R. Tolkien e H.P. Lovecraft. Martin è veramente un autore prolifico, ha scritto decine di racconti, quasi altrettanti romanzi e persino adattamenti e traduzioni. Senza spendere altro spazio qui vi rimando alla pagina di Wikipedia per vedere con i vostri occhi la mole di lavoro di questo instancabile scrittore nonché la spaventosa quantità di premi e nomination accumulati durante i suoi anni.
In Italia la saga è stata tradotta con il titolo “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” e pubblicata sia dalla Mondadori che da Urania, purtroppo però le edizioni italiane soffrono di vari difetti. L'infelice traduzione di Sergio Altieri compromette clamorosamente l'opera rendendo scialbe le atmosfere e i luoghi, e fallendo nel cercare di ricreare il ricercato registro linguistico usato da Martin per far parlare ogni personaggio dell'opera in maniera adeguata al suo rango sociale o cultura personale.
Nell'edizione Mondadori inoltre, ogni volume americano è stato suddiviso in due per puri scopi commerciali rendendo l'acquisto dell'intera opera un vero investimento. Ogni volume italiano Mondadori (nemmeno fosse in copertina rigida o in un'edizione particolarmente curata) costa infatti 9,50€, quindi un italiano si trova costretto a spendere 19€ per avere ciò che un americano acquista a circa 9$, ottenendo per di più un'edizione più curata di quella italiana. Personalmente io ho acquistato l'edizione Inglese edita da dalla casa editrice Harper Voyager (ristampa del 2003) in versione paperback e, al modico prezzo di 8.99£, mi/sono ritrovato tra le mani anche in questo caso un'edizione migliore di quella Mondadori a partire già dalla copertina.
Urania invece ha optato per una pubblicazione che ricalca quella originale, ovvero senza superflue suddivisioni in costosi volumetti, traducendo anche più fedelmente i titoli dei singoli volumi, che nell'edizione Mondadori sono totalmente inventati.

La saga nel corso degli anni ha riscosso subito un grandissimo successo, tanto che la HBO ha prodotto e sta attualmente mandando in onda in America una serie TV (click per il trailer) tratta proprio dal primo volume dell'opera. La serie si intitola esattamente come il vomanzo, “A Game of Thrones”,è composta da 10 puntate, e vi recitano prestigiosi attori come Sean Bean (che ha interpretato Boromir ne “Il Signore degli Anelli) e Mark Addy (Full Monty, Il destino di un Cavaliere, Robin Hood), anche la serie televisiva ha ottenuto un ottimo share e l'HBO ha già firmato i contratti per il seguito.

Venendo all'opera letteraria essa si contraddistingue immediatamente dalle altre del suo genere per una particolarissima impostazione della narrazione. Le vicende ci vengono narrate in terza persona, ma ogni capitolo è interamente dedicato ad un personaggio e quindi fortemente incentrato sul suo punto di vista. Martin crea inoltre caratteri profondi e ne sviscera le emozioni, paure e sentimenti. Dimostra inoltre una particolare maestria (che si perde quasi totalmente nella traduzione italiana) nel riuscire a cambiare stile di scrittura in base al personaggio protagonista del capitolo, offrendo al lettore punti di vista totalmente differenti su di uno stesso avvenimento o persona. Nel primo volume vivremo le vicende attraverso sette differenti angolazioni, sette differenti personaggi attraverso i quali vedremo gli altri agire e gli avvenimenti prendere luogo.
Con una simile impostazione non c'è da stupirsi se l'opera si presta particolarmente all'adattamento televisivo, soprattutto sotto forma di serie tv.

Pregevole l'ambientazione fantastica creata
: i Seven Kingdoms (Sette Regni) sono un luogo dove le stagioni durano per interi anni, l'estate sta ormai terminando e, come recita il motto della casata Stark,
“Winter is Coming” (L'inverno sta arrivando) e quando il tepore dell'estate abbandona il continente per lasciar posto al gelo e al buio dell'inverno non è di certo un avvenimento felice.
Nell'estremo nord dei Sette Regni è stata inoltre edificata, da tempi ormai lontani, un'altissima barriera di ghiaccio per separare i regni dagli others (gli estranei), misteriose creature di cui narrano antichissime leggende, mentre il Narrow Sea (Mare Stretto) separa i regni dalle Free Cities (Città Libere).

L'intreccio è a dir poco avvincente
, il lettore si troverà immerso nel libro ancor prima di accorgersene, questo grazie all'incredibile abilità dell'autore di tenerlo col fiato sospeso, la suspence e i colpi di scena sembrano essere infatti gli ingredienti preferiti dello scrittore che sa dosarli alla perfezione per servire un piatto estremamente succulento ed elaborato.
Le vicende prendono il loro incipit quando Re Robert Baratheon intraprende un lungo viaggio dal sud dei Sette Regni per raggiungere Winterfell, residenza della casata Stark, e chiedere al suo vecchio amico Lord Eddard Stark, Protettore del Nord, di prendere il posto del defunto Jon Arryn come Hand of the King (Primo Cavaliere). Egli accetta a malincuore di dover lasciare la sua famiglia e recarsi in una corte dove ognuno fa ciò che vuole e non quel che deve e la morte di qualcuno è spesso motivo di gioia anziché dolore. Così la famiglia Stark viene divisa, Eddard e le sue due figlie, Arya e Sansa, si mettono in viaggio per raggiungere King's Landig, palazzo di corte di Re Robert, mentre la moglie Catelyn e i figli Robb, Bran e il piccolo Rickon rimangono a Winterfell. Jon Snow, figlio bastardo di Lord Eddard, decide invece di recarsi con suo zio Benjen alla Barriera e prestare giuramento nella Night's Watch (Guardiani della Notte) per allontanarsi il più possibile da Lady Catelyn che vede in lui il frutto del tradimento di suo marito. Presto però gli eventi precipitano, la corte di Re Robert è un covo di cospiratori e spie, attorno al trono gravitano tantissimi interessi, mentre a nord della Barriera accadono eventi misteriosi, come se non bastasse Viserys, un ragazzo assetato di vendetta è cresciuto in esilio nelle Free Cities oltre il Narrow Sea, erede del folle Aerys II deposto da Robert, rivendica il trono per sé.

I temi trattati nell'opera sono sorprendentemente maturi per il genere
, la guerra per il
Trono di Spade fa da sfondo per una ben più intricata rete di sotterfugi, tradimenti e passioni amorose. Le vicende sono molto cruente e violenza e sesso sembrano essere il binomio preferito da Martin. Come già anticipato, i personaggi risultano essere tutti molto umani, prede di pulsioni sessuali, sentimenti contrastanti, caratteri estremamente complicati e a tutto tondo. Il bello della saga è che niente è mai come il lettore si aspetta che sia e soprattutto non si riesce a percepire quella differenza fastidiosamente marcata tra bene e male, grazie anche all'espediente di narrare la vicenda attraverso personaggi appartenenti a fazioni opposte o con scopi contrastanti.
Sebbene è ovvio che ci siano personaggi più positivi e altri più negativi, tutti risultano comunque essere in qualche modo “avvelenati” da qualcosa. Martin ritrae uomini e donne spesso infelici, con un passato meticolosamente caratterizzato e ambizioni sorprendentemente intricate. Nessuno è soggetto a inspiegabili colpi di fortuna, anzi è proprio il contrario, per Martin non importa quanto il lettore si sia affezionato ad un personaggio, esso potrà comunque essere soggetto a sfortuna, ferite e morte senza troppi scrupoli.
Lo scrittore riesce perfettamente a gestire il tutto senza scadere nello scontato, nello splatter o nel volgare, il che quando si narra di sesso e violenza è una cosa piuttosto complicata. Ogni azione ha un ben preciso movente ed è in piena coerenza con il carattere del personaggio e in certi frangenti l'opera diventa amaramente poetica. Ad esempio alla frase
“The things I do for love”
(Quante cose si fanno per amore) con relativa azione conseguenziale, credo di aver vissuto una delle esperienze di lettura più forti della mia vita.
Particolarmente degno di menzione è il personaggio di Tyrion della casata Lannister, detto The Imp (Il Folletto). Tyrion è un nano, non uno dei nani Tolkeniani, ma una persona affetta da nanismo, ha la faccia schiacciata, gli occhi di colori diversi e una gamba più corta dell'altra, la completa antitesi di suo fratello Jaime Lannister, il Kingslayer (Sterminatore di Re), affascinante quanto letale guerriero che ha assassinato il Re Folle nella sua stessa sala del trono. Tyrion è la vergogna della sua potente e ricca famiglia (la gemella di Jaime, Cersei, è la moglie di Re Robert), ma il nano non si è mai abbattuto per tale motivo e sviluppando il suo ingegno piuttosto che il suo fisico si dimostra un personaggio centralissimo per l'opera, che aggiunge anche quel tocco di aspro e sagace umorismo all'interno del romanzo. Ad esempio quando un selvaggio lo minaccia chiedendogli:
“How would you like to die Tyrion son of Tywin?”
egli risponde:
“In my own bed, with a belly full of wine and a maiden's mouth around my cock, at the age of eighty”
(“Come vorresti morire Tyrion figlio di Tywin?” “Nel mio letto, a ottant'anni, con la pancia piena di vino e le labbra di una fanciulla attorno al cazzo”).
Questo è solo un esempio di come i personaggi siano caratterizzati sotto tutti i loro aspetti attraverso il loro modo di parlare, raramente tale schiettezza verrebbe inserita in un romanzo fantasy, ma come già detto “A Game of Thrones” è unico nel suo genere, un fantasy che di fantastico ha poco più che l'ambientazione, completamente esente da elfi, nani e altre razze di fantasia e quasi priva di magia. “A Song of Ice and Fire” narra di come il potere corrompa gli uomini, di come perdere il controllo e abbandonarsi alla violenza sia molto più semplice che risolvere i problemi con saggezza, di come gli uomini siano deboli davanti alle tentazioni. In definitiva una saga imperdibile, e non solo per gli amanti del genere. Preparatevi però a leggere molto dato che la saga è composta da sette volumi nell'edizione americana, di cui quattro editi, il quinto previsto per luglio e altri due in fase di scrittura. Se poi volete affidarvi alla Mondadori, preparatevi a mettere mani al portafogli per ritrovarvi con nove (fino ad ora) volumetti dalle copertine esteticamente dubbie e una traduzione, per usare un eufemismo, grossolana.

A. Dario Greco