Loredana Limone, Volevo essere un grande chef? Non solo! Occasione ghiotta!

Volevo essere un grande chef
di Loredana Limone

Cult Editore

pp. 123

Cosa ci fa una recensione del genere su Critica Letteraria? Abituati come si è ad attribuire a ogni testo scritto - dal periodo più breve all’opera più imponente - un messaggio, una domanda del genere appare scontata. Per non parlare delle risposte! Ma così non è. Non per tutti i libri, almeno.

Non c’è nulla di impegnativo in Volevo essere un grande chef, e non è un male. Non si può pensare di attribuire a ogni voce del mondo letterario, a ogni singolo libro, un messaggio ben preciso. Esiste il romanzo storico, il saggio critico; esistono, però, anche dei bei libri di cucina: non dei meri raccoglitori di ricette – che senso avrebbe inserirli in un sito come questo? – ma un menù squisito di storie raccontate con gusto e leggerezza, e mai fuori luogo.

La lettura è scorrevole; la creatività non manca. Volevo essere un grande chef non lancerà un messaggio forte e chiaro - è vero - ma è utile, e questo basta. Il binomio tra utilità e originalità, poi, rende questo libro davvero delizioso. Piacevole nella sua semplicità.

Nel risvolto di sovraccoperta si parla di una scrittrice “versatile ma prevalentemente gastronomica”, e non è scritto a caso: non è solo il primo piatto a conquistare – con tanto di aperitivi, secondi di carne e pesce, dolci e frutta! – ma anche l’armonia con cui tutto è confezionato. All’interno di ogni storia, infatti, Loredana Limone riesce a inserire, senza forzare né testo né intreccio, una ricetta davvero niente male.

Prendiamo, per esempio, quella “torta più che meritata”, una crostata alla marmellata che solo a pensarla, addio dieta e preparativi per questa caldissima estate! Servono “250 g di farina, 125 di burro e di zucchero, 1 uovo” e qualche altro ingrediente: niente di inaccessibile e complicato. Chi avrebbe mai detto, però, che dietro a una preparazione così semplice si sarebbe nascosto un tradimento di quelli più impensabili? Il lettore è attento agli sviluppi del dodicesimo racconto, al rapporto difficile tra Yuri e Simona. Eppure, tra un chilo in meno e l’altro – maledette diete last minute – la scrittrice riesce a proporre la ricetta, senza rompere l’incantesimo della narrazione. La dieta è andata in porto: dovrà pur esserci un bel premio! Ed ecco che l'autrice ci propina questa “torta più che meritata”!

Una spiccata propensione a creare, raccontare, descrivere: a Loredana Limone non manca nulla, ma proprio nulla. C’è persino una buona dose di quotidianità in questi racconti – in fin dei conti, un libro di ricette non potrebbe mica portarci sulla Luna! C’è chi, come Yuri, è costretto a seguire una dieta ferrea per rimediare un bel posto di lavoro; chi, invece, si trova protagonista, tutto d’un tratto, di un inaspettato incontro romantico; chi, una giornata come tante, decide di inseguire la sua preda. E che dire di una donna innamorata di un omosessuale? Tra il serio e il faceto, insomma, queste centoventi pagine di libro condividono con noi storie che non hanno per forza un perché; che non hanno l'obiettivo di formare qualcuno. Alla scrittrice piace raccontare, e questo ci basta. O perlomeno, dovrebbe.

I presupposti per una lettura interessante e utile, dunque, ci sono tutti: c’è la squisitezza della buona cucina; la passione per l’argomento trattato e lo stile di una Loredana Limone che sa il fatto suo. Potrebbe essere un ottimo inizio per golosoni, mangioni e chef che non hanno mai avuto a che fare con un libro; oppure, per coloro che non hanno mai avuto a che fare con i fornelli.

L’occasione per iniziare a leggere e cucinare c’è, insomma. Ed è pure ghiotta!


Michele Rainone