di Alberto Cadioli
Laterza Alfabeto Letterario, Roma-Bari 1998
pp. 83
€ 5,16
Vi siete mai chiesti da dove cominciare a studiare una branca degli studi letterari che non avete ancora affrontato? Spesso ci si muove a fatica in una bibliografia sterminata, e, soprattutto, prima di cimentarsi con i singoli autori che si sono occupati di teorie letterarie si ha l'esigenza di un quadro oggettivo, storicamente orientato, che aiuti a farsi uno sguardo d'insieme sull'argomento.
Con l'obiettivo di farmi strada nella selva intricatissima della teoria della ricezione, mi sono imbattuta in questo libretto di Alberto Cadioli, professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea a Milano. Fin dalle prime frasi, con piacere, ho scoperto che avrei fatto tesoro di questa settantina scarsa di pagine (più bibliografia ragionata). In primo luogo, per la chiarezza espositiva: Cadioli prende sul serio il titolo della collana laterziana "Alfabeto letterario", ovvero si impegna a unire all'efficacia della trattazione la limpidezza delle idee e del dettato, senza dare niente per scontato.
Dopo una prima puntualizzazione sull'idea di ricezione in semiotica, l'autore accenna ai possibili precursori della teoria, tra cui individua un antesignano insospettabile, Tommaso D'Aquino. Ciononostante, possiamo segnare con Sartre l'infittirsi del legame tra opera letteraria e lettore: se in un primo tempo la critica si soffermava sull'autore e sul testo, nella seconda metà del '900 ci si preoccupa anche del pubblico e dei lettori. A queste due entità afferiscono due diversi approcci di studio: rispettivamente, un interesse sociale ed economico, e un interesse ermeneutico.
Attente distinzioni portano al cuore del manualetto, impegnato a tracciare in poche ma efficacissime pagine la teoria della ricezione di Robert Jauss e della scuola di Costanza (dal 1967 in poi). Cadioli si concentra sulla definizione dell' "orizzonte d'attesa", concetto-chiave della teoria, sciogliendo i possibili dubbi.
La stessa analisi è dedicata a Wolfgang Iser, che sviluppa una delle due linee della Scuola di Costanza, quella dedicata alla ricezione in quanto "costituzione del senso nella comprensione dell'oggetto estetico", chiedendosi, ad esempio, quale sia il rapporto testo-lettore e cosa sia il processo di lettura. Cadioli definisce quindi il "lettore implicito" di Iser, precisando come lo studioso rifugga le eccessive soggettivizzazioni.
Oltre ai capostipiti, Cadioli passa in una veloce rassegna gli spiriti più polemici, le repliche a Iser e a Jauss, nonché l'evoluzione degli studi nel Secondo Novecento. Il manuale accenna anche alla Teoria della lettura, cui fanno capo negli anni '90 il francese Roger Chartier e l'americano Robert Darnton.
Davvero molto utile per addentrarsi un minimo nelle problematiche, il secondo capitolo (Tre esemplificazioni di critica della ricezione: Escarpit, Jauss, Iser) propone una scelta di passi e di tematiche affrontate dai tre grandi capostipiti. Di Robert Escarpit si ricorda la fondazione della Scuola di Bordeaux, che alla fine degli anni '50 accosta all'idea tradizionale di letteratura il "mercato del libro", fondendo quindi l'economia e la statistica con il testo. Se invece per Jauss si parla di "teoria della ricezione come storia delle letture", con Iser si arriva alla "teoria della ricezione come fenomenologia delle letture".
Quel che di primo acchito può sembrare oscuro, credetemi, trova chiarimento nelle spiegazioni di Cadioli. A fine libro, ricordo una preziosa bibliografia ragionata dei contributi più importanti dei e sui singoli autori della teoria della ricezione, per approfondire le tante suggestioni lanciate da Cadioli.
Gloria M. Ghioni