THE LANGUAGE SHOW LIVE
CriticaLetteraria alla “fiera delle lingue” di Londra
a cura di Serena Alessi
Nel weekend del 21-23 ottobre Londra si è trasformata nell’Eldorado di tutti gli appassionati delle lingue. Alla National Hall di Olympia si è svolto, infatti, il Language Show Live 2011, un evento internazionale dedicato a insegnanti, apprendenti, traduttori e interpreti.
Giunto alla sua XXIII edizione il Language Show Live ha proposto ai suoi visitatori oltre 160 stand, seminari e lezioni di lingua, oltre a una Careers Zone dove chi era alla ricerca di un impiego nel settore delle lingue ha potuto usufruire di consulenze specifiche e lasciare il proprio CV. Un evento che ha colpito per la perfetta organizzazione e per la vasta risonanza che ha avuto in tutta l’Inghilterra.
Molti i seminari sulla traduzione e l’interpretariato, sulle tecniche per diventare un successful freelance translator e su come queste professioni si stanno velocemente evolvendo nel loro affrontare i problemi dell’ economic downturn. I visitatori hanno anche avuto la possibilità di vivere una simulazione di interpretazione simultanea in cabina: una divertente occasione che lo show ha fornito per misurarsi con le difficoltà (spesso sottovalutate) di questa professione.
Probabilmente i veri protagonisti di questo evento sono stati gli insegnanti: è a loro che si è rivolta la maggior parte dei seminari. Sono venuti da ogni parte dell’UK: insegnanti di lingue straniere, insegnanti di inglese, docenti universitari e assistenti di lingua, per confrontarsi ed ascoltare esperti di tutto il mondo parlare di nuove metodologie didattiche e tecniche di insegnamento. Dagli approcci più disparati come il learning languages through sport ai consigli per rendere le lezioni di grammatica più appetibili per i giovani studenti, lo show ha offerto una pluralità di argomenti e i visitatori possono ritenersi nel complesso soddisfatti e piacevolmente divertiti. È innegabilmente mancato un più adeguato approfondimento delle tematiche trattate, che tutto sommato erano adatte ad un pubblico generico e non agli “specialisti del mestiere” che gremivano le sale. Fortunatamente ci sono state delle piacevoli eccezioni: è stato a dir poco originale e sicuramente inaspettato, ad esempio, l’intervento della professoressa Helen Myers che ha illustrato gli enormi vantaggi dell’uso di Second Life e dei mondi virtuali nell’insegnamento delle lingue straniere.
Ovviamente non si parla solo di insegnamento, ma anche di apprendimento delle lingue: varie le lezioni di memory techniques, dove si esaminano le strategie da adottare per una più rapida ed efficace acquisizione linguistica. C’è anche la possibilità di seguire delle lezioni di lingua: taster classes gratuite per tutti coloro che vogliono affacciarsi a una nuova esperienza linguistica e intensive classes a pagamento per chi vuole fare una vera full immersion.
Ma al Language Show Live si parla anche dei problemi del bilinguismo, di blog linguistici e di experiential learning, e tra un assaggio gastronomico e una perfomance di flamenco si ha l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con gli altri visitatori e di informarsi su corsi di lingua e vacanze studio all’estero. Non mancavano infatti i banchi espositivi delle scuole di lingua, istituti di cultura e università, che hanno saggiamente visto nell’evento londinese un’opportunità unica per farsi conoscere e per promuovere la loro lingua e i loro corsi. Ed è stato un vero peccato e un’occasione mancata non vedere accanto all’Instituto Cervantes e al Goethe Institut neanche uno stand della Società Dante Alighieri o dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra. Noi amanti della lingua italiana speriamo nella XXIV edizione del Language Show Live.