in

Editori in ascolto - Orlando Micucci per Gwynplaine

- -

Editori in ascolto
- Orlando Micucci per Gwynplaine -

Quando è nata la vostra casa editrice e con quali obiettivi?
Gwynplaine (dal protagonista del romanzo “L’uomo che ride” di Victor Hugo) è una piccola casa editrice indipendente ufficialmente nata nel 2007. Le pubblicazioni sono iniziate nel 2008. Il nostro progetto editoriale si sviluppa su due direttrici: la prima, quella in cui siamo più attivi, riguarda la pubblicazione di saggi, classici della produzione libraria storico-politica di opposizione (collana Red). La seconda è la pubblicazione di opere di narrativa con particolare riferimento alla narrativa d’esordio di giovani autori marchigiani (collana Crisalide). Abbiamo pubblicato anche due titoli di narrativa francese contemporanea, ma la collana Dea è stata per il momento congelata.

Come è composta la vostra redazione? Accettate curricula?
Alla casa editrice lavoriamo in due, io e mia moglie Laura. Facciamo tutto da soli e ci occupiamo personalmente di tutta la “filiera” editoriale, esclusa ovviamente la stampa. L’unico incarico esterno che abbiamo affidato è stato quello relativo alla progettazione grafica delle copertine e degli interni, realizzata da un noto grafico romano, Riccardo Falcinelli, che ultimamente sta lavorando con marchi editoriali molto noti come Einaudi stile libero, Newton Compton, minimum fax ecc.. Abbiamo investito sulla grafica perché la riteniamo molto importante: l’estetica dell’oggetto-libro deve essere all’altezza della qualità dei contenuti proposti. Per il resto, come dicevo, facciamo tutto da soli (ricerca dei libri da pubblicare, scelta dell’immagine di copertina, impaginazione, rapporti commerciali con distributore e stampatore, ufficio stampa, traduzioni ecc..). Purtroppo non possiamo ancora permetterci collaborazioni esterne. Gwynplaine è a tutt’oggi un’impresa culturale molto apprezzata ma stenta ancora a diventare anche un’impresa commerciale che produce profitti. Quindi per il momento non accettiamo curricula e facciamo tutto da soli.

Qual è stata la vostra prima collana? E il primo autore?
La nostra prima collana è stata “Red”, ed è stata progettata sin dall’inizio come collana principale della nostra casa editrice. Con “Red” pubblichiamo saggi di opposizione recuperati dal dimenticatoio dei “fuori catalogo”. Li riproponiamo e li rendiamo nuovamente disponibili in commercio, nella convinzione che siano libri per molti versi ancora utili e attuali. È la collana che rappresenta l’anima militante e impegnata di Gwynplaine e offre un panorama di opere “classiche” del pensiero politico rivoluzionario con autori come Emilio e Joyce Lussu, Antonio Gramsci, Errico Malatesta, Jack London, Lenin, Bruno Misefari, Emile Henry, Giuseppe Mazzini, Carlos Marighella).
Il primo volume pubblicato nella collana “Red” è stato il saggio dell’antifascista sardo Emilio Lussu, dal titolo “Teoriadell’insurrezione”. Lussu lo scrisse mentre viveva in clandestinità, ricercato dalla polizia politica fascista. In questo saggio Lussu analizzò  le rivoluzioni e insurrezioni dell’800 e di inizio ‘900 per creare uno strumento che fosse utile, dal punto di vista militare, al rovesciamento del regime fascista in caso di insurrezione popolare.

Se doveste descrivere in poche parole il vostro lavoro editoriale, quali parole usereste?
Passione, soddisfazione e sacrificio. Per noi il lavoro editoriale è prima di tutto passione, perché amiamo molto quello che stiamo facendo; è soddisfazione per i risultati e gli apprezzamenti ottenuti fino ad oggi e infine è sacrificio, perché dedichiamo all’impegno editoriale le ore serali, non potendone ancora fare un lavoro vero e retribuito.

A distanza di quattro anni dalla fondazione della vostra casa editrice, quali obiettivi ritenete di avere raggiunto e a quali puntate?
Un ottimo risultato ottenuto è stato quello di aver raggiunto – più o meno – l’autofinanziamento.
In questi anni abbiamo visto tante case editrici nascere e morire nel breve tempo di uno o due anni e il fatto di esserci ancora è indubbiamente un segnale positivo, che ci incoraggia ad andare avanti. Lavoriamo nel tempo libero e non abbiamo retribuzioni né utili societari ma limitando al massimo le spese la casa editrice riesce a reggersi da sola senza perdite, infatti con il ricavato dalle vendite dei libri riusciamo a coprire tutte le spese (spese di stampa, di spedizione, commercialista, tasse varie ecc..).
Un altro buon risultato raggiunto è quello di essere riusciti a farci conoscere in tutta Italia, grazie alla distribuzione nazionale di NDA di Rimini. I nostri saggi sono presenti in molte librerie italiane (comprese le librerie Feltrinelli) e sono in vendita in tutte le librerie in internet, da ibs a amazon.it. Con la narrativa siamo invece apprezzati più a livello regionale, grazie alle tante presentazioni fatte con i nostri autori locali. La qualità delle nostre pubblicazioni e il nostro impegno sono stati recentemente premiati: in un saggio sull’editoria marchigiana siamo stati inseriti tra le nove case editrici di qualità operanti sul territorio, accanto a editori storici, apprezzati a livello nazionale, come Il Lavoro Editoriale, Quodlibet, LiberiLibri, Pequod, Transeuropa.
Gli obiettivi principali ai quali puntiamo sono essenzialmente questi:
-   riuscire a lavorare alla casa editrice a tempo pieno e questo significa raggiungere risultati tali da consentire di fare del nostro impegno editoriale un lavoro vero e retribuito almeno per i due soci fondatori.
-          Riuscire a creare un vero e proprio ufficio stampa, che sia operativo ed efficace, con i giusti contatti, e impegnato in modo continuativo a promuovere le nostre pubblicazioni. La mancanza di un vero ufficio stampa è il nostro attuale tallone d’achille, ma d’altra parte al momento non possiamo permettercene uno.
-       Riuscire a promuovere e vendere i nostri romanzi in ambito nazionale. Questo obiettivo è strettamente connesso a quello della creazione di un efficace ufficio stampa e dal proseguire sulla strada intrapresa di pubblicare solo opere di qualità.

Un libro che vi è rimasto nel cuore e che continuerete a riproporre al vostro pubblico.
Siamo affezionati a tutto il nostro catalogo. Le pubblicazioni sono state scelte con cura e non intendiamo abbandonare i nostri libri neppure nel caso di scarse vendite. Siamo fieri di poter pubblicare i libri dell’antifascista, poetessa, saggista e traduttrice Joyce Lussu, moglie di Emilio. Il figlio di Joyce, Giovanni (uno dei più apprezzati grafici editoriali italiani) ci ha autorizzato alla pubblicazione di “Padre padrone padreterno” e “Il libro delle streghe” e prossimamente pubblicheremo altri due saggi, “L’uomo che voleva nascere donna” e “L’acqua del 2000”. Ecco, direi che i libri di Joyce Lussu sono quelli che più ci stanno a cuore e intendiamo impegnarci per proporre altre pubblicazioni di questa grande donna protagonista del ‘900.

Come vi ponete nei confronti delle nuove tecnologie?
Cerchiamo di sfruttare le nuove tecnologie per promuovere i nostri libri e farci conoscere. Facciamo un largo uso dei social-network e andiamo alla ricerca di quei lettori che potenzialmente potrebbero essere interessati alle nostre pubblicazioni. Ovviamente cerchiamo di non essere invadenti e non facciamo spam. Devo dire che i risultati sono stati buoni sia con facebook (abbiamo raggiunto i 5000 amici) che con anobii, il social network dei lettori forti.
Non abbiamo invece ancora sposato la causa degli e-book, un po’ perché amiamo i libri di carta, un po’ perché non abbiamo fondi sufficienti per trasformare in e-pub un catalogo di 20 pubblicazioni. Sarebbe necessario un investimento in denaro che al momento non possiamo permetterci. Comunque prima o poi dovremo confrontarci con questa nuova tecnologia, impossibile da ignorare nel medio periodo.

Cosa pensate delle mostre-mercato del libro? Hanno accusato forti cambiamenti negli ultimi anni?
Le mostre-mercato sono utili come strumento di promozione e come “vetrina” per farsi conoscere dai lettori. Sono importanti se utilizzate per creare un legame con il lettore, per presentarsi e presentare le pubblicazioni. In passato abbiamo partecipato a varie fiere editoriali ma anche queste rappresentano un onere in quanto con le vendite difficilmente si riesce a coprire i costi di partecipazione (costo dello stand, pernottamento e pasti durante le giornate di fiera, spese di trasporto ecc) e costituiscono un impegno gravoso in termini di tempo. Quest’anno abbiamo partecipato a Buk Modena e al Salone del libro di Torino, ospiti della Regione Marche per le presentazioni e dello stand Fidare / Piazza Italia per la vendita dei libri. A ottobre ci sarà la Fiera dell’editoria marchigiana ad Ancona e speriamo sia una iniziativa utile a farci conoscere meglio nel nostro territorio. Per noi è difficile valutare il tipo di cambiamento che c’è stato negli ultimi anni nelle fiere editoriali, di certo sappiamo con certezza che rispetto al passato oggi si vende molto meno anche in queste manifestazioni, nonostante offrano libri interessanti della piccola editoria a prezzi scontati. La crisi c’è e si sente anche in questo settore.

Come vi ponete nei confronti dell’editoria a pagamento e del print-on-demand?
Fare editoria a pagamento non ci interessa. Diventare editore a pagamento significherebbe abbassarsi a pubblicare qualsiasi cosa purché l’autore paghi. In questo caso si svende la propria professionalità e si immette nel mercato editoriale libri scadenti solo per il proprio tornaconto. So di editori che chiedono agli autori somme da capogiro che arrivano anche a 2.000-2.500 euro e mi sembra veramente incredibile che ci sia gente disponibile a pagare tanto per avere la soddisfazione di vedere alle stampe il proprio lavoro. Tanto vale allora stamparselo in proprio il libro, tanto la maggior parte dei piccoli editori non può assicurare nemmeno un minimo di distribuzione. Allora riteniamo più onesto il print-on-demand che consente all’autore di stampare le copie di cui ha bisogno senza svenarsi ed eventualmente provare a promuovere e vendere il proprio libro utilizzando i canali distributivi del web.
Certo è che per l’editore pubblicare un esordiente è nel 90% dei casi una operazione in perdita. Stiamo valutando l’idea di chiedere in futuro un aiuto agli autori non marchigiani mediante l’acquisto di qualche copia, fermo restando che consideriamo irrinunciabile la valutazione positiva sulla qualità dell’opera da pubblicare. L’alternativa è fermarsi con la narrativa e concentrare le forze sulla saggistica. Oppure pubblicare solo buoni autori locali disponibili a fare presentazioni e promuovere il loro libro.

Ritenete che il passaparola informativo, tramite blog o siti d’opinione, possa influenzare il mercato librario? E la critica tradizionale?
Il passaparola – che sia fatto dal lettore o da canali informativi -  è l’unico strumento su cui possiamo veramente contare per farci conoscere. Ottenere una recensione su un quotidiano o una rivista di livello nazionale è praticamente impossibile per un piccolo editore che non abbia un buon ufficio stampa ben introdotto nell’ambiente di chi queste recensioni le scrive.
C’è chi ottiene recensioni sui giornali nazionali, chi va da Fazio a promuovere il suo libro con prospettive di grandi vendite, e chi deve arrangiarsi e contare - piano piano - sulla qualità del proprio lavoro. È la qualità offerta che muove il passaparola e che alla fine ti premia: nessuno consiglierebbe al proprio amico un libro mediocre di un piccolo editore così come nessun blog o sito di recensioni prenderebbe in considerazione un’opera scadente.
Certo, stiamo parlando di piccoli numeri in fatto di vendite, ma per un piccolo editore vendere attraverso il passaparola, anche poco, è il gradino iniziale per farsi conoscere. Chi ha letto e apprezzato un libro Gwynplaine probabilmente andrà a vedere nel catalogo se c’è qualche altro volume interessante da acquistare.  È una piccola catena che si mette in moto ma che nel lungo periodo produce sicuramente i suoi effetti positivi.

Pubblico: quali caratteristiche deve avere il vostro lettore ideale?
Il nostro lettore ideale è attento, curioso, amante della storia e della buona letteratura. È un lettore forte, che legge sia saggi che romanzi, che non si accontenta dell’ultimo best seller di narrativa vampiresca ma vuole di più. È una persona che ha in mente un’idea di società diversa da quella che domina oggi, fondata sul potere, sul possesso di beni, sullo sfruttamento e l’individualismo.

Un aspirante scrittore può proporvi i propri manoscritti? Come deve fare? Sono graditi consigli!
Sì, accettiamo manoscritti da valutare. Se non si ottiene risposta entro sei mesi il manoscritto deve considerarsi non idoneo alla pubblicazione. I manoscritti devono essere inviati alla nostra casa editrice a mezzo posta in cartaceo.

Qual è il vostro ultimo libro in uscita? Lo consigliereste perché…
La nostra prossima uscita è il “Saggio sulla rivoluzione” di Carlo Pisacane. Ne consiglio la lettura perché è tra le opere più interessanti di questo protagonista del Risorgimento italiano, forse non abbastanza valorizzato dagli storici. L’idea rivoluzionaria è centrale in quest’opera. Secondo Pisacane il Risorgimento italiano doveva realizzarsi attraverso una rivoluzione nazionale che mirasse principalmente alla distruzione delle disuguaglianze sociali, più che alla mera costituzione di uno stato unitario. Questa idea scaturiva dalla sua adesione al socialismo libertario di stampo proudhoniano. Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia può essere interessante riscoprire le idee di un rivoluzionario libertario morto prematuramente in uno dei tanti falliti  tentativi insurrezionali che hanno caratterizzato il Risorgimento italiano.

Infine, dove sarete fra cinque anni?
Saremo ancora qui a fare buoni libri. Speriamo di ritrovarci più forti, più solidi e ancor più motivati a sfondare in questo difficilissimo mondo dell’editoria italiana.


Intervista a cura di Gloria M. Ghioni