Intervista al curatore e ideatore dell'opera Alessandro Greco
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D. Come nasce Fobie?
R. Fobie nasce come conseguenza della mia iperattività mentale e della
mia curiosità “scimmiesca”. C’è una frase di Joseph Conrad che si presta alla
perfezione: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla
finestra sto lavorando?”.
Ecco, Fobie è nata così: ero alla finestra e osservavo un vicino di casa,
un avvocato. Per più di venti minuti non ha fatto altro che controllare se la
sua auto fosse chiusa, in modo grottesco. Era divertente ma allo stesso tempo
inquietante perché questo signore, che io conosco bene, è un tipo “a posto”
come si suol dire. Vederlo fare addirittura appostamenti dietro le siepi era
sicuramente comico, ma allo stesso tempo decisamente tragico. Sembrava di vivere
in un racconto di Wallace: si allontanava, poi tornava allo sportello di
soppiatto e di nuovo controllava se era chiuso bene. Faceva un passo, poi
tornava allo sportello. Una macchietta. Guardandolo ho pensato a quanto siamo
vittime, più o meno tutti, di paure spesso inspiegabili e quanto ci sarebbe da
scrivere in merito. Nel cercare una statistica relativa a questa domanda mi
sono imbattuto nel dizionario delle fobie www.fobie.org
nel quale si legge che “Una ogni venti persone, approssimativamente, patisce
una qualche fobia.”
L’antologia è nata un attimo
dopo, quando ho iniziato a leggere le varie fobie presenti nel dizionario. Medomalacufobia – paura di perdere
l’erezione del pene, Bolsefobia –
paura dei comunisti. Appena letto di queste due mi è venuto in mente un
personaggio molto noto della politica italiana. E così ho messo giù le linee
guida, pensando a un taglio ironico e grottesco.
D. C’è stata una selezione?
R. Ce ne sono state due. La prima
è stata, diciamo così, naturale, nel
senso che ho invitato a partecipare circa 30 scrittori che conosco molto bene e
che ho sempre apprezzato. Ho chiesto loro di scegliere liberamente una Fobia
dal dizionario e scrivere un racconto divertente, sarcastico su quel tema. Ho
dato una scadenza solo per costringerli a un minimo di impegno. Alcuni di loro
si sono chiamati fuori più o meno subito, altri, invece, sono stati eliminati
per “ritardi” nella scelta della Fobia (che poi altro non è che disinteresse al
progetto). Alla fine sono arrivati 23 racconti, dei quali 15 sono in antologia.
D. C’è un autore che spicca più degli altri?
R. Non è mai bello fare nomi. Un’antologia
è come una squadra di calcio: se funziona hanno giocato bene tutti. Per cui mi
permetto di citarli tutti, in ordine casuale:
Gianluca Morozzi, Eva Clesis,
Giovanni Di Iacovo, Andrea Malabaila, Alberto Gherardi, Ivan Arillotta, Andrea
Barillà, Stefano Marino, Sonia Dal Cason, Alessandro Di Nisio, Morena Fanti,
Srecko Jurisic, Francesca Panzacchi, Luca Marcantonio e Maurizio di Fazio.
Se poi devo per forza fare nomi,
posso dirti che alcuni spunti li ho trovati davvero gustosi: penso alla
brillantezza del brano di Sonia Dal Cason, alla spietatezza di Alberto Gherardi
oppure al lavoro incredibile di Stefano Marino, al dialogo surreale tra de Sade e Von Masoch di Giovanni Di
Iacovo, ma anche all’ironia creativa di Eva Clesis, di Alessandro Di Nisio e di
Morena Fanti. Ecco, questi mi sono particolarmente piaciuti, ma ripeto: sono 15
racconti di valore inconfutabile e sceglierli non è stato facile perché anche
gli esclusi erano di ottima fattura.
D. Il libro è pensato per una lettura ordinata delle fobie o le paure
sono volutamente non in ordine per lasciar libero il lettore a stabilire un
percorso personale?
R. Assolutamente no. Il libro si
può leggere ordinatamente ma anche random.
Proprio per questo ogni racconto è preceduto da un brevissimo cenno
riguardante la Fobia trattata nel brano, affinché il lettore cominci a sfogliare
da quella che maggiormente lo incuriosisce saltando, perché no, da una
all’altra, a proprio piacimento.
D. A quale lettore pensavi nell’organizzare e curare il progetto?
R. Beh, quando un progetto è
collettivo – e un’antologia di autori vari lo è nella maniera più assoluta –
non è mai facile immaginare potenziali lettori perché bisogna fare i conti con
l’interpretazione soggettiva che ogni autore darà alle linee guida. Da questo
punto di vista sono estremamente soddisfatto. Fobie è il risultato perfetto di quel che immaginavo, quando l’ho
pensata e proposta. Desideravo un qualcosa strutturato a più livelli e Fobie è esattamente così. Ho chiesto
agli autori di scrivere racconti capaci di far “sorriflettere”, ho usato proprio questo termine, ossia di far sicuramente
sorridere e possibilmente riflettere. Devo dire che ce n’è per tutti i gusti.
Tutti i racconti sono a più dimensioni, l’ironia la fa sicuramente da padrona,
ma in buona parte dei brani è possibile scendere in profondità e trovare spunti
meritevoli di riflessione. Per mia precisa scelta, non c’è satira politica –
anche a rischio di perdere lettori – perché credo abbia stancato e perché visto
il momento storico, penso ci sia poco da ridere al riguardo. Per risponderti,
dunque, Fobie è destinata a chi ha
voglia di sorrisi di qualità, non
mira ad applausi strappati facilmente.
Approfitto per ringraziare tutto
lo staff della CiEsse Edizioni, perché se tutto questo è stato fatto è solo
grazie alla piena fiducia che Carlo Santi, il Direttore Editoriale, ha riposto
in me lasciandomi libero di decidere praticamente tutto. Ringrazio inoltre
Valentina Petracchi, bravissima editor freelance,
grazie alla quale siamo riusciti a chiudere prima del previsto.
D. Domanda inevitabile: progetti per il futuro?
R. Sto finendo un romanzo “a quattro
mani” con Alberto Gherardi, un noir nerissimo dal titolo “Fammi del male”;
contiamo di farcela per il 2012. E poi c’è un progetto per il 2013 che promette
scintille, con una casa editrice molto nota. Ma soprattutto, stando ai calcoli
scientifici, nei primi di Gennaio nascerà mia figlia. Voglio dedicarmi a lei e
a mia moglie Federica per tutto il tempo libero. Non abbandonerò la scrittura, certo,
anche se per un po’ la metterò da parte. In compenso avrò una incredibile musa
ispiratrice e magari proporrò un’antologia sui pannolini. Vedremo!
D. Grazie, Alessandro. In bocca al lupo e… felicitazioni!
R. Crepi il lupo e grazie a te,
Gloria, e a tutto lo staff di Critica Letteraria.
Intervista a cura di Gloria M. Ghioni
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