L'arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento
di George Perec
Einaudi, 2011
69 pp., 9 euro.
69 pp., 9 euro.
In tempi di crisi è normale che si faccia molta satira sui temi che si trovano sotto gli occhi di tutti: l'incombere di nuove tasse, l'abbassamento delle pensioni, la difficoltà di trovare un lavoro e l'aumento del costo della vita. Quando però la satira arriva da un libro di cinquant'anni fa, leggera e quasi disinteressata, eppure attuale e pungente come non mai, allora la cosa non solo sorprende, ma fa riflettere su ciò che cambia e ciò che soprattutto non cambia nella nostra società.
Eppure questo libro di Perec, scritto nel 1968 e ripubblicato in Francia solo tre anni fa, non è ciò che si intende normalmente per satira. Forse non lo è addirittura in nessun senso, ed è piuttosto un libro colmo di ironia, come la maggior parte dei lavori dello scrittore francese, ma interessato ad altro, proiettato su un piano che permette di sfiorare certi argomenti ma non di afferrarli. E non è detto che ciò sia meno utile per quegli argomenti stessi.
Per chi è abituato a questo scrittore un libello del genere sarà una gradevole conferma: membro attivissimo dell'Oulipo e autore di alcuni veri e propri classici come La vita, istruzioni per l'uso o Le cose, George Perec si è sempre contraddistinto per innovazione e creatività, coniugando una poetica raffinata e coerente ad alcune geniali intuizioni sulla società e sui nostri tempi e ponendo al centro dei propri romanzi sempre gli oggetti, vissuti come vero "centro" dell'universo umano del dopoguerra ma mai demonizzati in prospettive anti-capitaliste o anti-materialiste . Il tutto, ovviamente, strutturato secondo le regole della letteratura potenziale, trasformando l'opera in un gioco con regole più o meno evidenti in cui non è più solo il significato ad essere rilevante, ma anzitutto il significante.
È così che ci si ritrova a seguire le vicende di un anonimo impiegato in un'anonima ditta francese; l'obiettivo è di ottenere un aumento, ma gli ostacoli si moltiplicano e il cammino si trasforma in una labirintica ripetizione, in un mantra alienante che restituisce completamente la tensione psicologica dovuta alla paura del fallimento, l'astrusità delle gerarchie e delle regole sociali in azienda e, più in generale, l'ipercomplessità della vita e della più banale operazione.
Il lavoro di Perec incanta giocando con le parole, fa riflettere senza assumere toni critici e diverte con quel pizzico d'amaro che non guasta. Quando chiesero allo scrittore francese cosa volesse fare da grande, lui rispose "l'uomo di lettere", e precisò che "l'uomo di lettere è un uomo che si occupa delle lettere dell'alfabeto". Perec se ne occupa benissimo, e non solo di quelle.
Alessandro De Cesaris
Alessandro De Cesaris