Nessun uomo è un'isola
di Thomas Merton
Garzanti, Milano 1998
pp. 252
€ 12
Merton è un maestro spirituale che con questo suo libro porta il lettore attraverso la riflessione a comprendere molti insegnamenti della religione cristiana.
All'inizio del libro infatti l'autore afferma:
"Non intendo distaccarmi in nulla dalla tradizione cattolica, ma non intendo neppure accettarne alla cieca i punti senza comprenderli e senza farli, veramente miei".
Un approccio alla religione che sembra quindi piu' filosofico che teologico, piu' scientifico che dogmatico, ma che non prescinde mai "dalla realta' fondamentale dell'amore di Dio", in quanto come recita sempre nel prologo citando John Donne:
"Nessun uomo e' un' isola, in se' completa: ognuno e' un pezzo di un continente, una parte di un tutto".
Un libro quindi che aiuta
a riflettere sul perché della nostra esistenza portandoci quasi con la ragione a comprendere i misteri della fede, cercando di spiegare i fondamenti della fede cristiana come la speranza " che non pone la propria fiducia soltanto in mezzi umani e tangibili e non riposa in alcun fine visibile .
a riflettere sul perché della nostra esistenza portandoci quasi con la ragione a comprendere i misteri della fede, cercando di spiegare i fondamenti della fede cristiana come la speranza " che non pone la propria fiducia soltanto in mezzi umani e tangibili e non riposa in alcun fine visibile .
Inoltre parlando di temi spiritiali Merton sembra anche trovare un terreno di incontro con il mondo laico proponendo argomentazioni che se non si possono comprendere da un punto di vista religioso si possono condividere da quello etico.
Nel libro che in ogni capitolo affronta un tema specifico, in quello intitolato : "Coscienza, liberta' e preghiera", a proposito della liberta' afferma che
la mia libera volontà consolida e perfeziona la sua autonomia coordinando spontaneamente il suo agire con la volontà altrui .
Questo padre della spiritualità considerato tra l'altro ispiratore della new age, appassionato di buddismo e religioni orientali, spinge alla meditazione anche chi non pensa di basare il proprio agire sui fondamento della religione cristiana.
A questo proposito e' interessante citare alcune sue parole sulla coscienza:
La coscienza non dobbiamo crearcela. L'abbiamo avuta nascendo e, per quanto possiamo ignorarla, non possiamo mai mettere a tacere la sua voce insistente che vuol farci scegliere il bene ed evitare il male. Per quanto possiamo rinnegare la nostra libertà e responsabilità morale, la nostra parte intellettuale invoca a gran voce una moralità ed una ibertà dello spirito senza le quali sa di non poter essere felice.
Lucia Salvati
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