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Chiamata
alle arti è una fucina stabile
di creazioni, di fermenti. Un collettivo nato a Siracusa che sta
lavorando per risollevare il destino culturale della Città.
Il
progetto verrà presentato la prima volta al pubblico domenica 31
marzo con L'edizione Zero
d'un grande festival che prende il titolo dal nome del collettivo.
Apre
il festival l'inaugurazione di una mostra (a cura di Davide Bramante
ed Enzo Bauso), presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea
Montevergini di Siracusa. Seguiranno – fino al 25 aprile –
performance, istallazioni urbane, e iniziative orientate a
risollevare le sorti dei Beni Culturali della città. Segnalo qui l'abstract
dell'evento.
«L’idea
è nata come esigenza, ma anche come ultima possibilità per tanti
giovani artisti che per scelta hanno deciso di fermarsi a vivere in
una città splendida che però non ha mai voluto guardare al
contemporaneo e ai propri artisti» – così Davide Bramante
risponde a Valentina Stefani di dailyart.it, in un'intervista del
19/03/2012 (qui).
Intervistiamo
qui Davide Bramante, noto artista siracusano di fama internazionale
(possiamo dirlo!), che è stato ideatore del progetto insieme a Enzo
Bauso.
Davide Bramante www.davidebramante.com |
Dove,
come, quando nasce il progetto?
DB: Questo
progetto nasce circa 6 mesi fa, dalla spinta emozionale di Enzo Bauso
e del sottoscritto, ma solo a 2 condizioni ci siamo messi all’opera.
La prima che tra noi non ci fossero politici e tanto meno legami con
alcuno di questi, la seconda che si poteva lavorare solo se si
potevano coinvolgere artisti di generazioni diverse proprio perché
amiamo e difendiamo le differenze.
Quali
sono i vostri propositi?
DB: Con la
nascita di questo gruppo, abbiamo già, come dire, fatto centro. Siamo
un centinaio di artisti sia delle arti figurative e dello
spettacolo, uniti da un sentire comune e da un unico desiderio. Ci
stiamo mettendo all’opera perché crediamo in noi e soprattutto
nelle infinite potenzialità che possiamo offrire a una città
patrimonio dell’Unesco spesso dimenticata e amministrata male
proprio da chi dovrebbe vantarla in giro per il mondo. Praticamente
gli artisti si sostituiscono alla politica, spesso e troppe volte
impegnata in altre cose che per noi sono futili!
La
città di Siracusa potrebbe diventare un luogo di grandi risorse
culturali, un avamposto di dialoghi e incontri per il Mediterraneo.
La sua posizione geografica, e il sincretismo di tradizioni
diversissime che l'hanno attraversata, ci urlano in faccia con grande
forza le potenzialità di questa terra. Secondo te, perché i
referenti politici e istituzionali non hanno risposto – se non
fragilmente – a questo grido?
DB: Spesso non
possono rispondere. Molto più spesso non vogliono rispondere. I rappresentanti delle istituzioni culturali di Siracusa sono persone che non hanno niente a che fare con la cultura! Sono persone che non hanno avuto la curiosità di viaggiare, di studiare; che non hanno avuto la forza
e la voglia di impegnarsi per la riuscita del proprio futuro e... hanno ripiegato nella politica! Spesso sono persone che non hanno cercato per la propria vita un modello migliore di quello offerto dal clientelismo provinciale. E, quando si cresce in questa prospettiva, cosa si può desiderare di meglio se non una bella poltrona da politico…?
Leggo
dall'abstract di Chiamata alle arti:
«Quando i beni culturali vengono amministrati male divengono mali
culturali». Non posso, allora, che pensare al festival più
importante che si tiene nella nostra città.
Luci
a Siracusa – pregevole
iniziativa voluta fortemente da Fabio Granata – troppo spesso,
ahimé, ci ha dato l'impressione di sclerotizzarsi in una cattiva
gestione delle risorse economiche, e di inaridirsi con una direzione
artistica che – più che alla qualità – ha spesso puntato a
soddisfare rapporti amical-politico-parentali. Come si potrebbe
migliorare, secondo te, questo noto festival siracusano?
DB: A questa
domanda preferisco non rispondere. Domani ho l’ultima
udienza/sentenza in tribunale proprio perché ho più volte affermato
ciò che tu mi hai appena chiesto. In poche parole potrei dire: anche
i politici “tengono famiglia”, e i parenti sono tanti.
Posso
aggiungere che nella nostra città i beni sono amministrati
volutamente male e fin tanto che la magistratura non mette gli occhi
su certe situazioni, e non vorrà vederci chiaro, nulla cambierà!!!
Grazie
dell'attenzione, un caro saluto dalla redazione di Critica
Letteraria.
DB: Grazie a
te!!!
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Davide
Bramante. Nato a
Siracusa nel novembre 1970, finite le scuole superiori si reca a
Torino, attratto dal fervore della sua vita artistica e culturale.
Qui consegue il diploma di laurea all’Accademia Albertina di Belle
Arti. Dopo un’intensa attività espositiva nei principali circuiti
dell’arte contemporanea italiana ed estera, conducendo un discorso
di primo piano nel campo della produzione video e delle nuove
tecnologie dell’immagine, nel 1998 è il primo borsista italiano
della prestigiosissima Franklin Furnace Foundation di New York, per
la quale realizza il progetto The Future of The Present. Nel 1999
riceve dal Ministero degli Affari Esteri italiano una borsa di
studio, che gli consente di protrarre per un anno ancora la sua
permanenza nell’importante centro culturale americano, per il quale
realizza inoltre il progetto Movin’up. Nel 1999 torna a vivere a
Siracusa e nel 2006 consegue anche la laurea in scenografia
all’Accademia Fidia di Belle Arti di Cosenza.
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