Il superuomo di massa
Retorica e ideologia del romanzo popolare
Retorica e ideologia del romanzo popolare
di Umberto Eco
Bompiani, 2001 (1976)
pp.184
€ 7.50
Umberto Eco ricostruisce la storia del romanzo d’appendice mettendo in risalto il grande successo che questo genere ha al suo esordio. Va precisato che per romanzo popolare non si intende un prodotto per il popolo in quanto massa non istruita, bensì un genere rivolto a tutti, le cui tematiche sono di interesse collettivo. In tal senso si ricordano i nomi dei più celebri scrittori di feuilleton: Balzac, Dumas padre, Sue. Ecco le caratteristiche principali del romanzo popolare individuate da Eco:
§1. Logica del romanzo popolare
Il genere presentato ha origine negli anni Trenta dell’Ottocento in Francia, più esattamente in concomitanza con la fondazione della rivista Musée des Familles (1883) da parte di Émile de Girardin. Come puntualizzato, il romanzo è già un genere avviato, se si pensa alla realtà britannica del Settecento, ma il feuilleton è prettamente francese. Esso trae spunto dalle condizioni del proletariato e sottoproletariato, un universo manicheo, dove gli umili sono insidiati dai potenti e nel quale emerge la figura del Superuomo a ristabilire l’ordine e vendicare i più deboli.
§2. Il Superuomo
appare nelle pagine del romanzo popolare populista e democratico, come portatore di una soluzione autoritaria (paternalistica, autogarantita e autofondata) delle contraddizioni della società, sopra la testa dei suoi membri passivi.
Nella lotta del bene contro il male il superuomo vendica gli oppressi agendo in modo contrario rispetto alle regole consuete, ad esempio complottando all’interno di società segrete. Gramsci sostiene che il senso di inferiorità del popolo porti al bisogno di credere in una figura eroica che faccia giustizia, ma che tuttavia non si cala fra la gente chiedendo consensi, mantenendo così una posizione egemone rispetto ad essa. Modello del vendicatore è Edmond Dantès, eroe dai tratti byroniani che si circonda i delinquenti, assume hashish e ha persino una schiava.
§3. Attesa e consolazione
La pubblicazione dei romanzi a puntate non è semplicemente un’operazione pubblicitaria volta a fidelizzare i lettori, ma mette in gioco quell’universo di valori ed aspettative di coloro a cui gli autori dei feuilleton si rivolgono. Eco, infatti, si concentra sul significato di attesa. Il romanzo popolare non crea nulla di nuovo poiché il lettore vuole trovare tra le sue pagine la conferma di ciò in cui crede, un ritorno a se stesso e alle proprie convinzioni. Ciò innesca un altro meccanismo che è quello della consolazione: “la tranquillità, che nel romanzo di consumo assume la forma della consolazione come reiterazione dell’atteso, nella formulazione ideologica assume l’aspetto della riforma che muta qualcosa affinché tutto resti immutato”. Eco parla del bisogno psicologico di vedere i propri ideali trascritti sulla pagina, atteggiamento estendibile alle modalità di lettura che applichiamo di consueto e che ci portano a valutare diversamente l’andamento dell’intreccio, il finale o i personaggi. A sostegno della sua tesi egli fa riferimento ad Aristotele che nella Poetica definisce l’azione narrativa come una sequenza di inizio, tensione, climax, scioglimento e catarsi, durante la quale il lettore vede le proprie aspettative confermate. Per tali ragioni, sottolinea Eco, il romanzo popolare non può essere sovversivo poiché tutto deve necessariamente ritornare alla condizione di partenza, senza mutamenti, pacificando il lettore.
L’attesa è favorita da artifici tra cui agnizioni, rivelazioni e smascheramenti come nel caso de I Misteri di Parigi (1842-43) di Eugène Sue, l’opera che Eco utilizza come modello esemplare del romanzo d’appendice. Egli nota che nel romanzo il crollo dell’intreccio avviene nel momento in cui Sue rivela un elemento fondamentale della storia, soddisfacendo e al contempo esaurendo il bisogno di attesa del lettore, ma inevitabilmente finendo per appiattire la narrazione. Il lettore non si aspetta più nulla, dunque. È stato osservato che Sue muore nel 1857, anno di pubblicazione di Madame Bovary, un romanzo dove la protagonista è abituata a leggere opere alla Sue e ad attendere e fantasticare su qualcosa che, nel suo caso, non arriverà mai. Ma dopotutto la stagione del romanzo d’appendice è finita perché nel 1851 la legge Riancey tassa di cinque centesimi ogni rivista che reca un feuilleton. I romanzi a puntate continuano ad essere pubblicati senza più il grande successo degli esordi.
§4. Impatto sociale
Lo sviluppo del romanzo come genere di consumo ed il conseguente allargamento del pubblico di lettori racchiudono molte contraddizioni; gli studi, infatti, dimostrano che i livelli di analfabetismo in Europa sono alti e il sistema scolastico non ben organizzato, rendendo il romanzo un genere dal target medio.Tuttavia i feuilleton hanno un pubblico molto vasto, ad esempio I misteri di Parigi sono letti da tutti e pare che gli analfabeti si ritrovassero negli androni dei palazzi per farsi leggere le puntate. Eco presenta significativamente quest’opera come un romanzo dall’autentico impatto sociale e sebbene Sue fosse stato considerato un piccolo borghese reazionario e quella di dare voce agli oppressi una strategia, è innegabile che il suo romanzo ebbe un grandioso effetto sulla società. Sotto l’influenza de I misteri furono adottate delle misure per migliorare le condizioni dei poveri, iniziarono ad emergere movimenti socialisti e Sue venne visto come un profeta dei moti del Quarantotto, battendosi a favore della causa repubblicana fino all’esilio per volere di Napoleone III.
Il Superuomo di massa è un intervento molto approfondito che va oltre la prima stagione del romanzo popolare presentata nell’articolo, facendo riferimento all’opera di Ponson du Terrail, al romanzo I beati Paoli di Luigi Natoli fino alle figure di Arsenio Lupin e James Bond, esempi di Superuomo. Il fine è quello di dimostrare che il romanzo d’appendice delle origini sia servito da modello come impresa editoriale e come schema narrativo ed ideologico, costituendo così una categoria di fondamentale importanza nell’analisi del romanzo come genere letterario.
Martina Pagano
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