La libreria del buon romanzo
di Laurence Cossé
2011, e/o edizioni
402 pp.
€ 11.00
In che cosa far consistere la descrizione del piacere della lettura? Forse questa è una domanda che non ricorre spesso. Quanti libri hai letto? Quale testo di ha dato di più? Quale romanzo regalerai o rileggerai? e tante altre prendono il posto di una domanda che va direttamente all'essenza della lettura. Ebbene non siamo pronti a dare una risposta se non che questa risposta si declina nella soggettività di ognuno e che cambia di paese in paese, di nazione in nazione, e di soggetto in soggetto mantenendo alcuni punti in comune sui quali è piacevole conversare.
Io leggo, tu leggi e tutti noi, diversamente creiamo una ricchezza di vedute sul motivo per cui sul treno, in autobus, alla stazione, in fila alla posta in un comodo caffè, sulla poltrona di una libreria, ai tavoli della biblioteca o nello sfumato tepore della propria intimità portiamo in nostri occhi a correre sulle pagine di un buon libro.
Il nostro cervello reagisce, le nostre orecchie ascoltano quello che gli occhi vedono oppure le distrazioni e le preoccupazioni si frappongono fra noi e la pagina, tra la nostra esperienza e ciò che l'autore ci vuole comunicare. All'essenza della lettura, oltre alla propria predisposizione a passare delle ore o delle giornate agognate immersi in un mondo che è il nostro o che ci sorpassa ma che comunque comunica con noi attraverso la scrittura e la lettura, c'è il piacere di trovare nuovi universi, di viaggiare dovunque senza sosta o fatica, di incontrare personaggi così conosciuti nelle loro caratterizzazioni da essere poi confrontati il prima possibile con quello o quell'altro collega o amico o compagna ed ai quali ci affezioniamo così tanto da averne nostalgia quando giungiamo all’ultima pagina del nostro romanzo. Diciamo che una buona lettura è una vera lettura in cui l'arte dello scrivere si sublima nel saper comunicare il proprio mondo, che per quanto differente e fantastico, appartiene al mio modo di essere lettore.
Il nostro cervello reagisce, le nostre orecchie ascoltano quello che gli occhi vedono oppure le distrazioni e le preoccupazioni si frappongono fra noi e la pagina, tra la nostra esperienza e ciò che l'autore ci vuole comunicare. All'essenza della lettura, oltre alla propria predisposizione a passare delle ore o delle giornate agognate immersi in un mondo che è il nostro o che ci sorpassa ma che comunque comunica con noi attraverso la scrittura e la lettura, c'è il piacere di trovare nuovi universi, di viaggiare dovunque senza sosta o fatica, di incontrare personaggi così conosciuti nelle loro caratterizzazioni da essere poi confrontati il prima possibile con quello o quell'altro collega o amico o compagna ed ai quali ci affezioniamo così tanto da averne nostalgia quando giungiamo all’ultima pagina del nostro romanzo. Diciamo che una buona lettura è una vera lettura in cui l'arte dello scrivere si sublima nel saper comunicare il proprio mondo, che per quanto differente e fantastico, appartiene al mio modo di essere lettore.
In questo senso nasce la domanda che già Schopenhauer si era fatto, ovvero quale testo merita di esser letto e quale non merita più di cinque minuti? Sono note le leggi di mercato e quali tipi di scrittori le sfruttano scrivendo per guadagnare. È pensabile che qualcuno orienti la nostra scelta in materia di narrativa? Laurence Cossé ha trasformato tutto questo in un romanzo. Nel suo modulare e svolgere la storia ella riassume ed in un certo senso risponde alle nostre domande e crea un’avventura, per certi versi difficile, fondata sui libri e sulla lettura, su quello che è il desiderio di ogni lettore. Due sconosciuti si mettono al lavoro per creare un sogno, una libreria in cui ognuno trova il suo romanzo. Nella libreria di Francesca Aldo-Valbelli e di Ivan Georg si concentrano i sogni ci centinaia di migliaia di lettori e di uomini e donne che anelano ad un luogo in cui si vive di libri e di lettura, in cui i librai leggono e sanno consigliare non per sentito dire ma per esperienza personale, in cui i temi, le storie, le classificazioni sono privilegiate rispetto a fattori di altra natura. Ormai sul mercato possiamo trovare libri di ogni genere e grado. Il romanzo di Cossé si preoccupa di delineare il sogno di avere una libreria in cui solo i buoni romanzi di oggi e di ieri trovano il loro posto d'onore ed il loro lettore. Non un'imposizione, non una scelta autoritaria ma solamente l’anelito di offrire ai lettori il pane necessario al sostentamento delle proprie facoltà letterarie.
La storia va seguita nel suo intento, nel suo stile misto al giallo. Persecuzioni, attacchi, ripercussioni cercano di distogliere dall'intento de “Al buon romanzo”. Tentativi che si scontrano con gli scrittori capaci di trasmettere qualcosa di eccezionale a lettori pronti a ricompensarli.
Il testo è leggibile, scorre con il suo ritmo pacato e delicato come sa fare la lingua francese che ne è all'origine. La trama ha un intento che credo sia quello di voler riaffermare sempre il valore della buona letteratura cioè di quelle opere che superano le strettoie delle stagioni letterarie, rimangono nei nostri scaffali o per le quali bisogna aspettare il proprio turno per poterle prendere in prestito nelle biblioteche pubbliche.
Un invito alla lettura ed alla ricerca della qualità di ciò che si legge.
Un romanzo che mette l'accento sul valore del libro e dei suoi contenuti all’insegna della bellezza letteraria e di ciò che di buono è capace di suscitare in noi, come afferma Marcel Proust:
Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.