La musica nel tempo dei fiori di cappero
di Lilli Ugolini
RueBallu, 2011
pp. 160
€ 16
Una terrazza sospesa tra l’azzurro del cielo e il blu intenso di un mare infinito che abbraccia l’isola di Salina. Una vecchia scatola di latta rossa piena di ricordi e di mille dolci segreti. Un astuccio di pelle che custodisce un tesoro antico e prezioso. E’ questo il favoloso mondo della piccola Benedetta, raccontato dalla scrittrice catanese Lina Maria Ugolini nel suo romanzo d’esordio, “La musica nel tempo dei fiori di cappero”. Voce narrante di questa storia che comincia proprio su quella terrazza ai confini tra il cielo e il mare delle Eolie, è la stessa Benedetta, che, ormai adulta, torna nell’isola che conserva e culla i suoi ricordi più belli. In quel rifugio sferzato dal vento di un inverno mite, la giovane donna ripercorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsi a Salina insieme ai genitori e alla nonna Celeste, nella pensione Casa Marinella. Benedetta rievoca le storie affascinanti dei suoi avi, musicisti di grande fama: dal bisnonno Epifanio - conosciuto perfino dalla regina Vittoria per il virtuosismo del suo mandolino, inghiottito per sempre dalle acque del mare in tempesta - al nonno Martino, che aveva incantato i teatri di tutto il mondo grazie al suo prezioso violino e, sulle note di un’antica serenata, aveva conquistato il cuore della nonna Celeste.
Il ricordo si spinge lontano fino a quel tiepido pomeriggio di primavera quando, sulla terrazza di Casa Marinella, Benedetta trova una vecchia custodia di pelle e, spinta dalla sua curiosità infantile e pura, scopre tra il velluto rosso proprio quel violino di cui ha tanto sentito parlare nei racconti della nonna. Quasi intimidita dai prodigi creati in passato da quello strumento, la piccola lo accoglie tra le sue braccia: le note sembrano sgorgare dall’anima e, dalla terrazza, si librano verso il cielo portando con sé la bellezza dell’infanzia, l’amore per il cielo e il mare di quella piccola isola, l’emozione della scoperta di una sconfinata passione per la musica. L’antico violino ed un innato talento musicale, spalancano a Benedetta le porte di un mondo nuovo, affascinante e misterioso, che da una piccola isola delle Eolie la porterà in poco tempo a esibirsi accanto ai concertisti più famosi. Attraverso la musica e con il supporto delle figure più care, dal suo maestro alla “strepitosa” nonna Celeste, Benedetta naviga negli anni confusi dell’adolescenza alla scoperta di sentimenti e turbamenti sconosciuti che scuotono la sua anima. La ragazza si scontra con la potenza di un amore puro come la musica che lo alimenta, che si affaccia prepotentemente nel suo cuore, giorno dopo giorno, mentre lei stessa fiorisce in tutta la sua bellezza di giovane donna.
La sua dote straordinaria non passa inosservata a Casa Marinella e, tra gli ospiti, Benedetta incontra un produttore televisivo che la invita a far parte di una trasmissione promotrice del talento giovanile. La ragazza accetta di far parte del programma e, per la prima volta, si allontana dalla sua famiglia e da Salina. Giunta a Roma, Benedetta incontra Alessandra, una ballerina selezionata per far parte del cast della trasmissione. La leggiadria e la grazia di Alessandra impressionano la piccola musicista e tra le due ragazze nasce un’intesa che si trasforma in poco tempo in amicizia. Ma dietro a tanta bellezza e armonia, Benedetta scorge un mondo di vuoto e solitudine che divora inesorabilmente la vita della sua nuova amica. Il dramma che si consuma durante il soggiorno a Roma e la scoperta dei retroscena spietati della televisione, che spesso fagocita l’identità dei giovani artisti per plasmare delle “macchine” da palcoscenico, lasciano un segno indelebile.
La ragazza fugge con disprezzo da quel mondo che ai suoi occhi si presentava luminoso e pieno di promesse, fatto di gente all’apparenza “perfetta”ma, nella realtà, incapace di provare emozioni e sentimenti, preoccupata del successo anche quando il prezzo da pagare passa attraverso il dolore altrui. Benedetta è finalmente libera di tornare all’isola della sua infanzia; alla sua terrazza a picco sul mare, a quel mondo autentico, fatto di affetti e di cose semplici; uno scrigno che custodisce l’essenza della purezza infantile, colmo di emozioni che si fondono nelle vivaci melodie del suo violino. Una musica che suona dolce e malinconica tra i fili dei fiori di cappero e, sulle ali del vento, arriva fino alle nuvole, leggiadra, come una ballerina che danza in punta di piedi sul filo rosso dell’orizzonte.
Il titolo del libro lascia trasparire quella che è l’anima vera e propria di questa storia, dolce e intensa nella sua semplicità: la musica. Bach, Mozart, Beethoven e le loro meravigliose sinfonie rivivono tra le dita di Benedetta che, grazie al suo talento, trasforma le note dei suoi grandi maestri in uno strumento capace di carpire i sentimenti nascosti negli anfratti più inaccessibili dell’anima, di emozionare e commuovere, catturare i battiti del cuore, cogliere le emozioni che si agitano intorno a lei e farle vibrare tra le corde del suo violino.
“Suono il do in un attimo sospeso…cerco dentro di me il moto della felicità. Si alza verso il cielo…passa un nulla…ed è già un re: la goccia amara della tristezza cede dal miele della gioia.E così l’allegria: un salto fiducioso non trova più la terra fresca di un prato…precipita nella paura. La paura non sa dove andare…vaga smarrita. Una ferita apre il lamento del dolore. Ascolta ancora cuore, segui con le lacrime chi non vuole più soffrire. Cuore mi senti? Sì…che sorpresa…stupore…è scoprire l’inaspettato. La scala finisce…resta un’ultima nota…l’amore…non è una fine, ma un principio d’armonia. Suono ciò che sento. I sentimenti del cuore non possono avere contorni definiti. Si susseguono componendo la musica che desidero. La scala crea attese ed è piena di puntini, minuscole foglioline pronte a sbocciare, a esplodere per formare un giardino meraviglioso. Arrivo al cantino…sottile, il suono filato si scioglie in un commiato di seta.”
Benedetta è il simbolo dell’innocenza e della purezza che permettono di avvicinarsi senza riserve al mondo dell’arte e di coglierne gli aspetti più veri e autentici. La sua storia diventa il sottile ‘fil rouge’ che permette al lettore di varcare le soglie di un universo letterario in cui le multiformi espressioni dell’arte si incontrano, fondendosi in un equilibrio perfetto.
“Una poesia è fatta di parole con una consistenza tangibile. La musica invece è impalpabile, si nasconde dietro la poesia per suggerire alle parole come comporsi in armonia.”
Musica, danza e poesia sono Muse leggiadre che prendono vita dalla penna dell’autrice e si muovono eteree e ineffabili sullo sfondo di una natura, quella dell’isola di Salina, che conserva una purezza quasi ancestrale, incontaminata e suggestiva. Colpisce l’abilità con cui l’autrice riesce a “celebrare” l’arte e la musica calandole nello scenario della vita quotidiana di una ragazzina semplice quasi a voler esaltare il connubio tra purezza, semplicità e arte. Accanto alle immagini mozzafiato del teatro Antico di Taormina, incorniciato dal profilo dell’Etna, o allo splendore del teatro Massimo di Catania, nel racconto di Benedetta riaffiorano i ricordi dell’infanzia a Salina, a Casa Marinella, della pesca notturna sul mare reso d’argento dalle luci delle lampare, e di tutti quei “rituali” di un mondo legato indissolubilmente ai ritmi della natura.
La prosa lascia spesso il posto alla poesia in questo romanzo in cui ogni emozione supera la soglia dell’intangibile per trasformarsi in musica e parole. “La musica nel tempo dei fiori di cappero” è un libro che “parla” ai cinque sensi: profumi, colori e suoni si intrecciano a storie romantiche e dal sapore antico, regalandoci una fotografia surreale di una terra, la Sicilia, e delle sue bellezze artistiche e naturali. Immagini che non sbiadiscono nel tempo e rivivono nei ricordi, nelle parole e tra le note del violino della piccola Benedetta.
Vittoria D. Raimondi