Dal 19 aprile al 1 maggio ha avuto luogo a Villadossola la XV edizione de La Fabbrica di Carta, salone del libro organizzato dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola in collaborazione con autori ed editori locali.
Di particolare interesse un convegno per ricordare il rapporto tra la Val d'Ossola e il professor Gianfranco Contini nel centesimo anniversario della sua nascita e le presentazioni degli ebook di Mnamon Editore; "piatto forte" della manifestazione però è stato un incontro-dibattito dal titolo Libri stampati o digitali: realtà in conflitto? Ma andiamo con ordine.
Gianfranco Contini (1912-1990) è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi filologi europei. Nacque a Domodossola, ove trascorse infanzia e giovinezza e ritornò a vivere i suoi ultimi anni. Era quindi impensabile non tributare un omaggio a questo ossolano illustre (vista anche la latitanza delle istituzioni).
Un Contini particolarmente ossolano quindi, narrato da chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di scambiare con lui una corrispondenza preziosissima: nelle lettere personali rese pubbliche dai relatori vi è tutta la fantasia, l’ironia, la capacità dialettica continiana ben nota a chi ha letto gli scambi epistolari fra il Nostro e Carlo Emilio Gadda.
Mnamon è un nome già noto ai lettori di Critica Letteraria, che possono leggere l'intervista al suo fondatore Gilberto Salvi per la rubrica "Editori in Ascolto" a questo link. Questa casa editrice, in attività dal 2010, è specializzata in ebook e accoglie scrittori emergenti che altrimenti faticherebbero a trovare spazio presso i grandi editori, e difficilmente potrebbero sostenere i costi di una pubblicazione su formato tradizionale. Altra particolarità di Mnamon è la presenza di una sezione dalla quale è possibile scaricare gratuitamente diverse opere.
Gli ebook sono stati oggetto di discussione e confronto con i supporti tradizionali in un incontro-dibattito, seguito fra l'altro da un pubblico insolitamente numeroso, con interventi, tra gli altri, di Gilberto Salvi di Mnamon, dell’editore Giovanni Margaroli di Tararà, del ricercatore Roberto Gilli e dello scrittore Mirko Zullo. I relatori hanno cercato di fare il punto della situazione dell’editoria digitale nel nostro Paese, rilevandone purtroppo l’arretratezza strutturale e le pastoie burocratiche. La copertura wireless è a singhiozzo e quasi sempre soltanto a pagamento. I pochi Comuni che forniscono gratuitamente il servizio sono tenuti a richiedere la registrazione dell’utente, ciò a scapito di una connettività “ubiqua” e regolare.
È pertanto molto difficile pensare a quale potrà essere l’evoluzione degli ebook in Italia, ove sono stimati in 5 milioni i cosiddetti “lettori forti”. Difficilmente l’avvento dei libri digitali porterà una crescita significativa di questo segmento. Se da una parte è prevedibile un’avanzamento tecnologico simile a quello avvenuto per i supporti audio (vinile > cassetta > CD > iPod) o per il cinema (sala > VCR > DVD > rete), le difficoltà tecniche citate rendono impossibile qualsiasi previsione.
Particolare interesse ha destato il confronto fra Tararà, editore tradizionale, e Mnamon, editore digitale. Se da un lato sono stati rimarcati aspetti di libertà e democrazia insiti nell’editoria digitale, che permette praticamente a chiunque di pubblicare a costi irrisori e di diffondere le proprie opere a livello planetario, Margaroli di Tararà si è mostrato preoccupato per la probabile futura sparizione della figura del libraio e del ridimensionamento di quella dell’editore, che oggi svolgono un compito di mediatori culturali, esperti che agiscono come filtro fra il produttore del libro e i suoi fruitori.
Il ruolo di mediatore culturale potrà essere assunto, secondo Salvi di Mnamon, dagli stessi utenti, che già ora lo esercitano tramite i social network. In effetti la realtà ci mostra come, anche in campo letterario, non vi sia più quello iato fra produttori e consumatori. Gli strumenti del web 2.0 prevedono infatti la generatività dei contenuti da parte degli utenti, e pertanto consentono l’aggregazione in community con interessi condivisi. È all’interno di queste comunità che il “passaparola” agisce da bussola e preciso indicatore rispetto a scelte e rifiuti.
Sono stati affrontati anche gli aspetti legati all’incisività degli ebook sulla catena del valore. È infatti noto che il libro digitale porta con sé una “scia” di minori profitti economici che difficilmente potranno soddisfare l’intera filiera produttiva. Ne sono ben consci molti autori che hanno capito l’importanza di perseguire la massima diffusione in rete delle proprie opere in modo da acquisire la maggiore visibilità possibile.
Grande attenzione è stata posta sulla fluidità permessa dalla tecnologia digitale sia ai supporti di lettura, che spaziano dal pc allo smartphone, consentendo grande portabilità e praticità di utilizzo, sia ai testi in sé, in cui possono essere facilmente embedded dizionari, filmati, musica o altro.
L’incontro, interessante e carico di stimoli per la ricerca e l’analisi di questo mondo, non ha portato alla scoperta di verità incontrovertibili, né d’altra parte vi era nessuno che ne dubitasse. D’altra parte la Fabbrica di Carta si farà anche nel 2013, l’argomento è quindi solo rimandato alla prossima edizione.
Stefano Crivelli
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