quando: 12 novembre 2011- 1 maggio 2012
Per pochi giorni ancora sarà possibile visitare nella cornice di Palazzo Ducale a Genova una delle mostre più interessanti della scorsa stagione invernale, partita il 12 novembre e prorogata al primo maggio, che ha attirato un costante numero di visitatori giunti ad ammirare tele e disegni dei grandi maestri internazionali tra Otto e Novecento. Curata da Marco Goldin, l’allestimento comprende 80 opere provenienti da musei di tutto il mondo e collezioni private, capolavori di artisti europei ed americani tra cui Gauguin, Van Gogh, Turner, Monet, Kandinsky, fino a Hopper, Church, Homer e Rothko, opere straordinarie che si trovano qui riunite intorno al tema del viaggio. Filo conduttore della mostra è appunto il motivo del viaggio, che permette allo spettatore di compiere un percorso che abbraccia due continenti, due epoche diverse, numerosi autori e visioni. Un viaggio reale, tra suggestioni di luoghi vicini e lontani, contaminazioni, scoperte, ma anche –ed è questa forse la forza dell’allestimento- un cammino più intimo ed introspettivo che testimonia il percorso artistico dei maestri, l’atmosfera interiore, lo stato d’animo, fino all’approdo alla pittura astratta in cui il viaggio è tutto spirituale.
Van Gogh è senza dubbio il grande protagonista della mostra, presente con numerose tele, disegni e lettere: il pittore olandese è infatti emblema del viaggio, peregrinazione da un luogo all’altro, incontri e amicizie ma anche viaggio interiore alla scoperta della propria personale voce, nella costante lotta contro i propri tormenti esistenziali. Le tele del maestro si intrecciano alla storia e fungono da guida ideale alla comprensione del tema scelto per la mostra, accostate agli altri capolavori presenti per similitudine o contrasto, e sono appunto due opere di Van Gogh ad aprire e poi chiudere il percorso. La prima ad accogliere il visitatore è la celebre “Un paio di scarpe”, sapientemente collocata al centro della ricostruzione della stanza della casa di Arles in cui il maestro si era trasferito nel 1888 e che per un breve intenso periodo condivise con l’amico Gauguin. Un letto con le coperte scostate, un tavolo, la brocca per lavarsi, una sedia e di fronte al pubblico il dipinto, con quelle vecchie scarpe consumate, emblema di un viaggio concreto da cui partire nella visita. Le opere del maestro olandese accompagnano quindi lo spettatore di sala in sala in un percorso di comprensione dell’evoluzione artistica dell’autore in direzione della caratteristica originalità e libertà nell’uso del colore in senso antinaturalistico, un processo testimoniato da tele celebri, disegni e lettere al fratello Theo tra cui spiccano capolavori come “Covone sotto un cielo nuvoloso” (altra straordinaria conquista della mostra, dopo oltre 40 anni dall’ultima esposizione di questa tela), il “Seminatore”, le “Barche di pescatori sulla spiaggia di Saintes-Maries-de-la-Mer” . Fino al celeberrimo autoritratto al cavalletto che chiude la mostra, sapientemente collocato nella sala in penombra con una suggestiva luce ad illuminare la tela, un dipinto che è simbolo di quel viaggio tutto interiore e spirituale.
Accanto alle numerose testimonianze di Van Gogh, capolavori da tutto il mondo: la natura americana selvaggia e vivida dei paesaggi di Church, testimonianza di un mondo incontaminato in cui il viaggio diventa esplorazione; Turner, le cui tele straordinariamente paiono anticipare il dissolversi della figura verso l’astrattismo novecentesco grazie all’uso evocativo di colore e luce; due meravigliosi Monet collocati in una sala riservata (nella quale è stato anche ricostruito un plastico della villa con giardino in cui il maestro soleva dipingere, luogo che è stato spesso spunto delle sue tele en plein air) in cui il paesaggio e la natura sono protagonisti grazie al colore; il celeberrimo dipinto di Gauguin “Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo” (foto) considerato il testamento artistico dell’autore esemplare del linguaggio sintetista-simbolista elaborato dal maestro, anch’esso collocato in una sala a sé stante dove occupa un’intera parete con il soffitto decorato in legno ad evocare una capanna, un dipinto che racchiude in sé tutto il periodo thaitiano di Gauguin in quei luoghi che hanno visto nascere alcune delle sue opere più celebri ed originali. Non mancano poi i grandi maestri dell’arte contemporanea internazionale, dall’astrattismo di Kandinskij con colori e forme libere dal figuratismo a suggerire un viaggio tutto spirituale ed intimo; la linearità dei componimenti di Rothko, puro ed essenziale colore steso sulla tela a tutto campo in campiture rettangolari con passaggi tonali estremamente ricchi; ed infine il grande maestro dell’arte contemporanea americana degli anni Cinquanta, Edward Hopper presente alla mostra genovese con la celebre tela “Morning sun” (foto), capace di evocare tutta la tristezza e la solitudine di quella figura femminile solitaria ed assorta seduta sul letto con lo sguardo al mondo fuori dalla finestra.
Una mostra imperdibile quindi, dalla quale sarà impossibile non rimanere conquistati grazie alla straordinaria forza evocativa di parole e immagini dei grandi protagonisti del secolo scorso.
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