La primissima visita al Salone di Torino è un’esperienza entusiasmante: oltre 1400 editori presenti con i loro stand, incontri con gli autori, convegni e letture ad animare 5 giorni di full immersion nel mondo della carta stampata e la sensazione generale di essere circondati da persone come te giunte a Torino perché spinte dall’amore per la parola scritta e la narrazione, in ogni sua forma. Non essendo possibile per la sottoscritta soggiornare per tutta la durata dell’evento, ho scelto infine di organizzare la visita nella giornata di sabato per incontrare i colleghi redattori presenti e partecipare ad almeno un paio di presentazioni.
Ciò che colpisce innanzitutto entrando al Salone per la prima volta è, come già anticipato, il numero sorprendente di stand che sono stati allestiti nei quattro padiglioni: dalla piccola casa editrice indipendente fino ai grandi nomi dell’editoria, tutte con una cospicua esposizione di libri acquistabili, tra cui in alcuni casi anteprime e vecchie edizioni, e un variegato calendario di eventi. Perdersi tra gli stand curiosando tra i volumi esposti, leggere i cataloghi e scoprire autori è perciò inevitabile, ma riflettendo su questa prima esperienza personalmente mi rendo conto che nonostante la varietà degli espositori presenti e le possibili scoperte, ciò che in fondo rende la fiera di Torino una delle più importanti del settore è appunto il ricchissimo calendario di eventi dentro e fuori il Lingotto. Ciò non toglie l’importanza delle esposizioni e il contatto diretto tra pubblico e case editrici, ma almeno per quel che mi riguarda sono gli incontri con gli autori, le presentazioni, le discussioni e le tavole rotonde intorno a temi di attualità a rendere il Salone un evento imperdibile non soltanto per lettori accaniti, bensì per tutti coloro che si interrogano sulle questioni riguardanti la politica, il lavoro, le dinamiche mondiali, il panorama culturale.
Ciò che colpisce innanzitutto entrando al Salone per la prima volta è, come già anticipato, il numero sorprendente di stand che sono stati allestiti nei quattro padiglioni: dalla piccola casa editrice indipendente fino ai grandi nomi dell’editoria, tutte con una cospicua esposizione di libri acquistabili, tra cui in alcuni casi anteprime e vecchie edizioni, e un variegato calendario di eventi. Perdersi tra gli stand curiosando tra i volumi esposti, leggere i cataloghi e scoprire autori è perciò inevitabile, ma riflettendo su questa prima esperienza personalmente mi rendo conto che nonostante la varietà degli espositori presenti e le possibili scoperte, ciò che in fondo rende la fiera di Torino una delle più importanti del settore è appunto il ricchissimo calendario di eventi dentro e fuori il Lingotto. Ciò non toglie l’importanza delle esposizioni e il contatto diretto tra pubblico e case editrici, ma almeno per quel che mi riguarda sono gli incontri con gli autori, le presentazioni, le discussioni e le tavole rotonde intorno a temi di attualità a rendere il Salone un evento imperdibile non soltanto per lettori accaniti, bensì per tutti coloro che si interrogano sulle questioni riguardanti la politica, il lavoro, le dinamiche mondiali, il panorama culturale.
Innanzitutto quindi la possibilità di incontrare autori affermati sia italiani che internazionali, straordinariamente riuniti in tale occasione, che intervengono presentando le ultime pubblicazioni ma molto spesso anche con dibattiti che esulano in parte dalla loro attività di scrittori e confronti con altri autori e giornalisti, spesso con esiti interessanti. Toni Capuozzo, Christopher Paolini, Marco Travaglio, Concita De Gregorio, Luis Sepùlveda, Elizabeth Strout, sono solo alcuni dei grandi ospiti che hanno animato la recente edizione del Salone, con incontri seguiti da un pubblico numeroso e partecipe. Non sono mancati i temi e i riferimenti all’attualità, forse anche a causa della presenza di ministri ed ex deputati, tra riflessioni e toni polemici, simbolo di una sempre maggiore urgenza di raccontare e capire la complessa realtà odierna. E l’attenzione verso l’attualità che ha caratterizzato il Salone non poteva mancare di dedicare uno spazio anche al mondo dell’editoria digitale, fenomeno in forte crescita raccontato da professionisti del settore e realtà editoriali che su tale sistema hanno deciso di puntare per ritagliarsi una fetta di mercato. Un aspetto che è stato approfondito nell’ambito del Book to the Future con lo scopo di riflettere sul mutato panorama editoriale e di consumo. Uno spazio importante che tuttavia a mio parere è stato in parte sovrastato da interventi di più forte richiamo e allo stesso tempo è apparso come una sorta di vetrina di brand del settore venuti a presentare le novità in commercio nel campo degli e-reader, ma che tuttavia resta forse uno dei punti di forza del Salone. Sempre nell’ambito della riflessione sull’editoria digitale non poteva mancare il dibattito sui recenti metodi di informazione che grazie a Twitter stanno cambiando profondamente l’approccio a diffusione e reperimento delle notizie, un aspetto che tuttavia sarebbe stato interessante approfondire ulteriormente data la vastità del fenomeno e il peso mondiale che di recente ha assunto.
In generale quindi dal mio personale punto di vista l’ultima edizione del Salone di Torino si conferma un evento imperdibile, soprattutto come si è detto per la varietà di interventi e temi trattati, che sono in fondo la vera forza dell’evento.
Stefano, Debora e Rodolfo al #SalTo12 |
In generale quindi dal mio personale punto di vista l’ultima edizione del Salone di Torino si conferma un evento imperdibile, soprattutto come si è detto per la varietà di interventi e temi trattati, che sono in fondo la vera forza dell’evento.
Debora Lambruschini
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