Comics e omosessualità: tra coming out, politica e ambiguità
di A. Dario Greco
Il tanto anticipato bacio tra Lanterna Verde e il suo fidanzato |
Pochi giorni fa qualcosa nel mondo dei fumetti è cambiato, la notizia è stata di grande portata, l'eco dell'evento ha oltrepassato le barriere del mondo cartaceo fino ad arrivare nei quotidiani della nostra realtà, è così che sulle pagine di Repubblica si può leggere a grandi lettere:
Forse sono l'unico a leggere tra le righe di questo titolo un lieve tono d'accusa, come se un supereroe non avesse la libertà di innamorarsi di chi vuole. Come se Lanterna Verde, un eroe di portata galattica, non potesse macchiare in questo modo la sua immagine perfetta.
Che il coming out sia una
strategia di mercato della DC Comics? In fin dei conti il film su
questa punta di diamante DC ha fatto la sua comparsa nelle sale
cinematografiche di recente, e la rivale Marvel vanta già da tempo
dei super-eroi omosessuali tra le sue fila. Che DC abbia voluto
colmare questa lacuna scegliendo un po' a caso un personaggio da
immolare nella sua lotta al predominio del mercato fumettistico?
Potrebbe anche essere così, se l'obbiettivo della casa fumettistica
era quello di far parlare di sé, con questa strategia ci è di
sicuro riuscita, ma usare l'omosessualità così alla leggera, tanto
per “fare scandalo” a me non sembra una molto corretto,
spero che le intenzioni fossero davvero diverse e avessero motivi ben
più solidi alla base, perché si sa, i sentimenti, di qualsiasi
natura, vanno rispettati e presi seriamente. In più il tema
dell'omosessualità è tutt'oggi molto delicato, soprattutto qui in
Italia, dove l'influenza della religione cattolica è particolarmente
forte a causa della presenza papale, in ogni caso non bisogna
sottovalutare la potenza comunicativa di una forma d'arte come quella
fumettistica e l'influenza che può avere sul lettore.
She-Hulk e Hercules in una tipica scena post-sesso |
E' interessante analizzare come in
diversi casi l'approccio ad un tema così delicato come la sessualità
e l'omosessualità è stato trattato nei comics.
Negli ultimi albi di casa Marvel il
sesso è ampiamente trattato e mostrato, come lo si può mostrare in
un film non vietato ai minori, soprattutto in quelle testate che sono
dedicate ad un pubblico più adulto, come ad esempio quelle dei
Vendicatori o degli Ultimates, nelle quali le relazioni
tra i personaggi avvengono in un mondo adulto, e quindi non è
difficile trovare Tony Stark/Iron-Man a letto con qualche bella
modella italiana o diva del cinema. In quelle testate pensate invece
per un pubblico più adolescente, come Ultimate Spider-Man
(recensito in questa rubrica) o gli Ultimate X-Men, le
relazioni tra i personaggi sono ancora circoscritte in quell'aura di
purezza adolescenziale dove
il sesso avviene solo per amore e mai per divertimento.
Ma
proprio gli albi a target adolescenziale di Ultimate X-Men
si assumono il compito di
mostrare l'omosessualità nelle sue pagine. La coppia in questione è
Piotr Rasputin/Jean-Paul Baubier alias Colosso/Northstar. I due
ragazzi si innamorano praticamente a prima vista e finiscono per fare
coppia fissa. La loro storia però non è delle più facili in quanto
il gigante di ferro Colosso aveva sempre nascosto la sua
omosessualità ai suoi amici e non tutti la prendono bene quando lui
esplicita le sue tendenze, infatti il suo migliore amico Kurt Wagner
(alias Nightcrawler) si mostra alquanto omofobo [1] nei suoi
confronti comportandosi in maniera distaccata e incoerente. I due
chiariranno e Nightcrawler spiegherà il suo comportamento dicendo
all'amico che la rivelazione della sua omosessualità l'aveva confuso
e si sentiva tradito nella fiducia perché ne era stato tenuto
all'oscuro. Purtroppo non finisce qui, il personaggio di Colosso
verrà utilizzato anche per presentare il problema della droga, in
quanto si scoprirà che il gigante di ferro utilizza una “droga per
mutanti” per amplificare i suoi poteri, che altrimenti gli
risulterebbero inutilizzabili. Ultimate Colosso infatti possiede
l'abilità di rivestire interamente il suo corpo di metallo organico
[2], ma, una volta corazzato, i suoi muscoli non possiedono la forza
sufficiente per muoversi, per questo deve ricorrere alla droga
Banshee. Leggendo tra
le righe mi pare che qualcuno abbia voluto connotare negativamente il
personaggio, ma proseguiamo vedendo come va a finire la storia
d'amore tra i due ragazzi. A seguito di vari eventi collegati appunto
alla tossicodipendenza di Colosso il suo partner Northstar (che
possiede l'abilità di muoversi ad altissime velocità) finirà per
essere drogato contro la sua volontà e andrà in overdose da
Banshee, avrà salva
la vita, ma i suoi arti inferiori rimarranno paralizzati per sempre,
il che è un bel problema per uno che sulle gambe ci ha fatto sempre
affidamento per salvare il mondo. E' vero che anche le storie
eterosessuali tra super-eroi non finiscono sempre bene, ma tra tutte
le love-story della
testata Ultimate X-Men, quella tra Colosso e Northstar è di gran
lunga la più martirizzata. Ancora connotazioni negative ai rapporti
omosessuali? E' come se i due ragazzi fossero costantemente puniti
per il loro rapporto.
Ultimate Colosso e Ultimate Northstar |
C'è
da dire però che il personaggio di Northstar, creato nel 1979 e
apparso per la prima volta sulla testata Uncanny X-Men
#120, è stato il primo
super-eroe della storia a dichiararsi apertamente omosessuale nel
1992, una caratteristica che è stata mantenuta anche nell'universo
Ultimate [3],
diversamente il personaggio di Colosso è etero nell'universo
Classico e omosessuale
nell'Ultimate. Quindi
la Marvel è stata sempre all'avanguardia nel trattare il tema
dell'omosessualità, è lecito pensare che tale tema venga connotato
in maniera diversa nel tempo soprattutto in base alla linea politica
americana. La storia tra Colosso e Northstar che si svolge tra le
pagine di Ultimate X-Men viene
pubblicata negli anni della presidenza di George Bush, presidente
contrario ai matrimoni gay. Cosa succede allora sotto la guida di
Barak Obama? Come è noto l'attuale presidente degli USA è il primo
presidente della storia americana a supportare pubblicamente i
matrimoni omosessuali, la risposta della Marvel non tarda ad
arrivare: in Astonishing X-Men #50, reperibile
nelle edicole americane dal mese di maggio 2012, ritroviamo la versione
Classica di Northstar a fare la sua proposta di matrimonio al suo
ragazzo, il quale accetta ben volentieri. Significative le parole
dell'editore capo di Marvel Comics Axel Alonso:
The Marvel Universe has always reflected the world outside your window, so we strive to make sure our characters, relationships and stories are grounded in that reality.L'universo Marvel ha sempre rispecchiato il mondo fuori dalla finestra, perciò ci sforziamo di assicurarci che i nostri personaggi, relazioni e storie siano basate su quella realtà.
Non resta che chiedersi se
stavolta il personaggio avrà maggior fortuna nella sua storia
d'amore, ma questo lo scopriremo solo il 20 giugno, quando verrà
pubblicato il prossimo numero di Astonishing X-Men.
Northstar e il suo fidanzato |
Possiamo
vedere, insomma, che oggi l'atteggiamento dei comics nei confronti
dell'omosessualità è ancora piuttosto ambiguo: non viene affatto
demonizzata, ma non viene nemmeno trattata con totale tolleranza; alla luce delle parole di Axel Alonso non possiamo però fare a
meno di riflettere sul fatto che anche nella realtà l'atteggiamento
nei confronti dei rapporti omosessuali è fatto di molte sfumature di
grigio. In alcuni paesi come la Spagna, c'è una maggiore apertura,
ma ad esempio nel nostro paese non è affatto così. Omofobia e
discriminazione sessuale sono problemi che affiorano ormai
quotidianamente e se pensiamo che fino a non molto tempo fa il tema
del sesso era un vero e proprio tabù non c'è nemmeno molto di cui
stupirsi. Lo dimostra il libro di Friedrich Wertham Seduzione
degli Innocenti, pubblicato nel 1954, che ha influenzato per molto
tempo l'opinione pubblica nei confronti dei fumetti e ha portato
addirittura all'istituzione del Comics Code Authority una
sorta di codice di auto-censura al quale dovevano attenersi i
fumettisti americani per evitare di incorrere nella censura vera e
propria.
Wertham,
psicologo originario di Monaco di Baviera, aveva conquistato una
certa notorietà e credibilità grazie a vari studi pubblicati negli
Stati Uniti, dove si era stabilito a partire del 1922. La sua teoria
si basava sul rapporto tra giovani serial killer e mass media, in
modo particolare i fumetti. A quel tempo i fumetti erano ancora più
popolari di oggi e praticamente venivano letti da ogni ragazzo
americano, il che include ovviamente anche quelli che decidevano di
diventare serial killer. Wertham però vedeva un collegamento
sinistro tra killer e fumetti e i suoi studi finirono per godere di
grande successo tra i genitori preoccupati per il futuro dei loro
figli che collezionavano comics. In “Seduzione degli Innocenti”
Wertham accusa Batman e Robin di essere un esempio di convivenza
omosessuale e Wonder Woman di essere lesbica. Credo che oggi delle
accuse del genere non susciterebbero poi tutto questo gran scalpore,
ma negli anni cinquanta il rumore ci fu eccome, tant'è che Wertham
venne addirittura convocato dal senato degli Stati Uniti ed invitato
a far parte del comitato che si occupava di delinquenza giovanile.
Una delle tante scene di nudo accusate da Wertham |
E'
vero che il rapporto tra Batman e Robin è stato sempre molto intimo,
che a volte ci sono state delle scene di nudo casalinghe tra i due,
ma che io sappia sia l'uno che l'altro godevano di cospicua fama tra
le ragazze, Batman è stato sempre un Playboy e Robin ha sempre avuto
fidanzate molto attraenti. Werham in sostanza accampava le sue teorie
cercando di vedere qualcosa che non c'era nel rapporto tra i due
conviventi, che si limita ad un atteggiamento paterno e protettivo di
Bruce Wayne nei confronti del suo giovane aiutante, alimentato dal
fatto che anche i genitori di Robin avevano subito la stessa sorte di
quelli di Bruce, entrambi erano stati uccisi. Certo, il costume di
Robin, con quei buffi calzoncini verdi e il corpetto rosso non sono
proprio il massimo della virilità [4] [5], ma definirlo omosessuale
per questo mi sembra veramente ingiusto.
Discorso
analogo per quanto riguarda Wonder Woman, icona del movimento
femminista americano, che si vede accusata di saffismo solo perché è
in grado di difendere se stessa e gli altri senza bisogno dell'aiuto
di un uomo.
Fortunatamente
oggi siamo ben lontani - spero - da certi bigottismi camuffati da studi
psicologici e i lettori possono godersi il mondo dei fumetti
caratterizzato a trecentosessanta gradi. Ricordando sempre le parole
di Axel Alonso, spero un giorno di leggere in un fumetto
super-eroistico una storia ambientata in una civiltà tollerante che
non cade preda di facili isterismi e sessuofobie, perché allora
significherà che anche nella realtà tali problemi non esistono più.
La sessualità nel mondo
giapponese viene trattata in modo decisamente particolare e quando ci si
ritrova a parlare di anime, una battuta sulla confusa sessualità di alcuni
personaggi ci fa capire di non essere mai stati i soli a non aver capito perché
Lady Oscar fosse una donna dalla bellezza così androgina, o perché mai i tre
componenti di un gruppo musicale si trasformano in splendide guerriere,
nell’ultima serie di Sailor Moon. Ci sono molte risposte a queste domande,
perché il più delle volte gli anime giapponesi e i manga, lo ripetiamo, non
sono pensati per i più piccoli e perché, fondamentalmente, l’ambiguità sessuale
per i giapponesi è spesso molto affascinante.
Citavo Lady Oscar (il titolo originale è Versailles No Bara), che
sicuramente è la regina di queste “ambiguità”: nata in una famiglia in cui il
padre aspettava con ansia un figlio maschio che non è mai arrivato, è destinata
a guidare l’esercito delle guardie del re di Francia, ma il desiderio di suo
padre farà sì che cresca come un ragazzo. Nei modi di fare, nella foggia delle
vesti e nella sua acconciatura, Madamigella Oscar è in tutto e per tutto un
uomo e ha un nome maschile; questo però non condizionerà mai i suoi gusti
sessuali: Oscar si innamorerà del Conte di Fersen e poi di André, ma più di una
volta nelle puntate dell’anime si assiste al suo passaggio nei corridoi di
Versailles, che lascia attonite, dietro i ventagli di pizzo, le svenevoli
donnette che incrocia. Le donne di Versailles, Maria Antonietta compresa,
subiscono il fascino di una bellissima ragazza dall’aspetto “mascolino”, che
non per forza si traduce in virilità. E anche la giovane Rosalie si innamorerà
di lei, prima di sposare uno dei protagonisti intellettuali della rivoluzione.
Non c’è una netta distinzione dei gusti sessuali, dunque: le donne a cui Oscar
piace molto sono eterosessuali. Nella sua bellezza, Oscar non è definita, è
ambigua, ma nel senso migliore del termine, ciò che potrebbe destare sgomento
nella società occidentale, in Giappone può essere segno di grande fascino.
Un altro manga interamente
percorso da queste amorose ambiguità dell’aspetto è Caro Fratello (Oniisama
e...), altro capolavoro della stessa autrice di Lady Oscar, Ryoko Ikeda,
particolarmente brillante nel saper fare di questa sensualità una delle
componenti principali delle sue opere. Quattro volumetti - vere e proprie perle
- e molti più episodi nella versione animata, che a mio parere non rende
visivamente come quella del manga, lasciano senza parole per la qualità dei
disegni. La piccola Nanako Misonoo entra a far parte di una scuola interamente
femminile, dove quindi queste ambiguità si fanno ancora più evidenti nella
bellezza delle loro allieve, sempre in compagnia del loro stesso sesso. Rei
Asaka è forse il personaggio più
bello e più tormentato delle bellezze ambigue. Soprannominata Saint Just, come
uno dei ribelli della rivoluzione francese - il che tradisce ancora una volta
la passione per la storia di Ryoko Ikeda - è magra come un chiodo, altissima e
biondissima, gli occhi sono un mare di luccichii, ma il taglio è maschile, più
sottile di quello che la Ikeda dedica alle donne non androgine; ha la voce roca sensuale e “odora di uomo”, ossia
di tabacco. Suona la chitarra, se ne infischia altamente del regolamento
scolastico e fa letteralmente impazzire le ragazze della scuola; si nutre di
pillole e si strugge d’amore per Fukiko Ichinomiya, la splendida Lady Miya,
regina incontrastata della scuola. Altro personaggio ammiratissimo è Kaoru
Orihara, soprannominata il Principe Kaoru. Anche lei, dalla bellezza
mascolina, un tumore l’ha privata però di un qualcosa che rappresenta la
femminilità stessa: il seno.
Oltre a questa storia d’amore, nella versione italiana, interventi di censura hanno inciso sui dialoghi e la storia anche attraverso dei rozzi fermo-immagine, per celare il fatto che il gruppo dei Three Lights, tre bellissimi ragazzi, si trasformino nelle splendide Sailor Starlights, tre guerriere che non fanno parte del Sistema Solare: con una banale trovata, si è finto che durante la trasformazione i tre ragazzi chiamassero in soccorso le “sorelle gemelle”. La trama reale rappresenta certo una vera e propria rivoluzione nella storia delle eroine magiche che hanno sempre popolato il mondo degli anime e dei manga, perché non era una magia che le rendeva adulte come spesso si era visto tra le stesse maghette dello Studio Pierrot, ma si trattava chiaramente di un cambiamento di sesso, che forse mal si adattava al target di piccoli spettatori della fascia oraria in cui andava in onda Sailor Moon. Questo però ci dimostra come nel mondo giapponese non si tema affatto che si possa nuocere ai bambini attraverso queste storie, la percezione della sessualità e il modo di rappresentarla sono assolutamente diversi dal nostro.
Un ragazzo dalla bellezza estremamente femminea, quindi ingannevole, è
uno dei personaggi di un’altra bellissima serie, Mademoiselle Anne (Haikara-san
ga Tōru), di Waki Yamato. Si chiama Ranmaru Fujieda, amico d’infanzia della
protagonista, Anne (Benio), è maestro di danza tradizionale giapponese; di modi
raffinatissimi e di bellezza femminea, si fa fatica a credere che sia un uomo.
Anche in questo caso però, il suo aspetto non rappresenta affatto il suo gusto
sessuale: Ranmaru è innamorato di Anne, quindi è etero. Una bellezza femminea può essere sensualissima in un uomo e una
bellezza androgina può esserlo in una donna: questo viene fuori dalle opere
giapponesi, un popolo che non sembra preoccuparsi troppo di parlare della
sessualità in modo così aperto alle sfumature. Non esistono rigide etichette,
la bellezza è qualcosa che va oltre.
Manga e anime: il fascino dell'androginia (e non solo)
di Lorena Bruno
Lady Oscar |
Kaoru e Rei |
L’ambiguità sessuale e il suo fascino, vengono quindi spesso vissute
all’interno dell’ambiente scolastico, mescolandosi a tutte le sofferenze
amorose che ne derivano, nella complessità dell’universo femminile.
Una delle più celebri storie lesbiche si consuma invece all’interno di
una fortunatissima serie televisiva come Sailor Moon (Bishōjo senshi
Sērā Mūn), che rimane
sconosciuta a chi ha visto solo gli episodi animati e non ha letto il fumetto
di Naoko Takeuchi. Il manga risulta più
intimistico della serie, che in Italia è stata a tratti censurata e i tagli
hanno colpito pure questa storia d’amore che assume le caratteristiche di una
profondissima amicizia. Eles e Milena (Haruka Ten'ō e Michiru Kaiō nella
versione originale) sono due splendide guerriere sailor del sistema solare
esterno: una molto femminile, una violinista dai capelli verdeazzurro e l’altra
molto mascolina, appassionata di motori, che si trascina dietro il solito
stuolo di ragazzine infatuate cui dapprima non mancano all’appello Usagi
(Bunny) e Minako (Marta), ossia Sailor Moon e Sailor Venus.
Le Starlights e i Three Lights |
Oltre a questa storia d’amore, nella versione italiana, interventi di censura hanno inciso sui dialoghi e la storia anche attraverso dei rozzi fermo-immagine, per celare il fatto che il gruppo dei Three Lights, tre bellissimi ragazzi, si trasformino nelle splendide Sailor Starlights, tre guerriere che non fanno parte del Sistema Solare: con una banale trovata, si è finto che durante la trasformazione i tre ragazzi chiamassero in soccorso le “sorelle gemelle”. La trama reale rappresenta certo una vera e propria rivoluzione nella storia delle eroine magiche che hanno sempre popolato il mondo degli anime e dei manga, perché non era una magia che le rendeva adulte come spesso si era visto tra le stesse maghette dello Studio Pierrot, ma si trattava chiaramente di un cambiamento di sesso, che forse mal si adattava al target di piccoli spettatori della fascia oraria in cui andava in onda Sailor Moon. Questo però ci dimostra come nel mondo giapponese non si tema affatto che si possa nuocere ai bambini attraverso queste storie, la percezione della sessualità e il modo di rappresentarla sono assolutamente diversi dal nostro.
Ranmaru Fujeda |
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Note
[1] sarà un caso che per recitare la
parte del personaggio omofobo ne abbiano scelto uno di orgini
tedesche?
[2] il fatto che Colosso sia in grado
di ricoprire interamente
il suo corpo di metallo e che nella sua versione Ultimate sia
omosessuale ha suscitato numerose fantasie erotiche
[3]
Universo Marvel parallelo a quello Classico, per altre informazioni
vedi recensione Ultimate Spider-Man.
[4]
e nemmeno il suo nome (Dick Grayson) a dirla tutta.
[5]
per fortuna la DC Comics si è accorta che l'accostamento di colori e
il design del costume erano veramente kitsch e adesso Robin gode di
un costume migliore.
A. Dario Greco - L. Bruno