di Rocco Pinto
Voland 2011
pp. 128
Che cosa unisce Se una
notte d'inverno un viaggiatore di
Italo Calvino, Il nome della rosa di
Eco, le Ballate di
Benni, Detti e contraddetti di Kraus, gli Esercizi di stile di Queneau, le Opere di Leopardi o un testo di Woody Allen? Per chi è
appassionato della lettura, ovvero per coloro che si accostano al
libro come ad un mondo da scoprire, in grado di dispiegarsi
gradualmente sotto gli occhi fissi sul cielo bianco del foglio, con
le lettere delle parole che si innalzano e si radicano nella
cellulosa e nelle pieghe dell'anima, questi titoli sono uniti in
molteplici ri-legature dall'esperienza.
È l'esperienza della ricerca che spinge a scegliere il libro adatto
per quell'occasione e per quel determinato periodo della vita, il
libro giusto al momento giusto; è l'esperienza della condivisione di
quelle letture che hanno arricchito il cuore, la mente, le
conoscenze e la sensibilità, un tesoro che non può e non
deve rimanere nascosto o custodito gelosamente ma che solo nel
mettere in comune aumenta sempre di più; è l'esperienza della
nostra umanità capace di creare relazioni.
All'epoca
di internet piace forse definire le relazioni come delle connessioni.
In ambito librario il più delle volte gli incontri provocano corrispondenze “essenziali o accidentali”. Così le nostre
riflessioni ci portano ad un piccolo volume. Rocco Pinto, appassionato lettore e zelante libraio, si è
cimentato nello scrivere e ha composto dodici agili capitoli in cui
i protagonisti sono i libri. Per un bibliofilo già questo sarebbe
sufficiente. Però nel libro di Rocco Pinto c'è qualcosa di più.
Tra le righe si legge certamente di libri, ma ci sono soprattutto le
storie, che tra la verità e la fantasia, raccontano di connessioni
ed interconnessioni tra l'uomo e la lettura, in cui lo strumento, il
mezzo di avvicinamento, dialogo e confronto è il codex
quadratus, che dal IV
secolo ad oggi affascina e orienta il gusto dei lettori. L'impianto
dei racconti di Rocco Pinto, anche nel surreale di alcune situazioni,
conduce a comprendere quanto il libro sia limen:
porta di passaggio tra il
quotidiano e il fantastico, il reale e l'immaginario. I racconti
trasmettono storie di gente che soffre, ha problemi e li affronta con
uno stile differente, quello proprio di chi in ogni situazione di
gioia o di dolore ha una pagina, un capitolo, una riga, un autore, un
titolo cui riferirsi per esprimere quello che le nostre parole a
volte stentano a comunicare.
Fuori catalogo: storie
di libri e di librerie è un
testo che fa provare invidia o nostalgia. Oggi si possono
acquistare e vendere libri da un capo all'altro del mondo; con un
click arrivano a casa i volumi o ci si impadronisce dei testi che un
algoritmo ha messo davanti agli occhi puntati sullo schermo ma questa
realtà non mette direttamente in relazione le persone, i piaceri, le
storie, i gusti e le sensibilità. Allora nasce l'invidia per tutti
quelli che nel proprio tempo libero hanno un “Rocco Pinto” di
riferimento, un libraio con cui confrontarsi, una libreria in cui
immergersi, un mondo da gustare. La nostalgia è per tutte
quelle realtà che non ci sono più, per le serrande abbassate delle
nostre librerie preferite, ingoiate dal commercio, e per tutto quello
che una generazione di librai ha saputo cogliere e poi trasmettere.
Infine,
pensare a Fuori catalogo riconduce
la memoria ad un frammento delle Cronache di Nestore:
I libri sono come i fiumi che irrigano la terra, sono fonti di saggezza; i libri sono profondità senza fondo, ci consolano quando siamo tristi, sono le redini della moderazione1.
1 L'atto
del leggere. Il mondo dei libri e l'esperienza della lettura nelle
parole dei Padri della Chiesa, ed.
Coco, L. (I padri della Chiesa: volti e voci), Qiqajon, Magnano
2004, 77.
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