di David Grossman
Oscar Mondadori, 2011
(1^ edizione: 2000)
Traduzione di Alessandra Shomroni
pp. 363
€ 10,00
Quanto possono sentimenti come l'amicizia e l'amore? Quali limiti sanno oltrepassare? E quali rischi sono disposti a correre? Esistono ancora relazioni impensabili, quasi improbabili per la loro natura irrazionale, ma così forti da spingere due sconosciuti ad avvicinarsi quasi loro malgrado. Come in Che tu sia per me il coltello, anche qui il sentimento d'amore non si declina in modo scontato, ma si complica di solidarietà umana, compassione (in senso etimologico), sogno e proiezione dei propri desideri. Così si può spiegare l'avventura del protagonista Assaf, che deve riportare la cagna sperduta Dinka alla sua proprietaria, Tamar, e si lascia appassionare dalla misteriosa sparizione di quest'ultima. I racconti degli amici, incontri più o meno pericolosi, pagine di diario e indizi fiutati da Dinka fanno sì che la coetanea Tamar agli occhi di Assaf risulti sempre più interessante: non solo un'aspirante cantante sedicenne, sparita da casa con uno zaino e qualche dose di droga, ma una creatura complessa, affascinante e tutt'altro che prevedibile! E quest'aura di attrazione curiosa e genuina porta Assaf per le vie di Gerusalemme, tra difficoltà e violenza, verso l'incontro che - il lettore lo sente - segnerà il vero senso del titolo. Perché il titolo, sì, è splendidamente allusivo: Qualcuno con cui correre racchiude il desiderio di un incontro che ponga fine alla solitudine, e che permetta di fare il proprio cammino in compagnia. Ma è un percorso tutto da fare di fretta, come accade nell'adolescenza e come - narrativamente - avviene: Assaf rincorre Dinka, che è già compagna di corsa, e prepara l'incontro con la padrona Tamar.
Come già ricordato da Claudia nella sua recensione (clicca qui), il romanzo di Grossman racchiude nella sua natura da "fiaba contemporanea" elementi propri del romanzo di formazione, ma riportato entro la realtà poco illusoria di Gerusalemme. Non ci sono promesse di felicità ingenua, né Assaf affronta la ricerca di Tamar con leggerezza: il peso della droga, la violenza per le strade non sono che elementi della lotta per la sopravvivenza che porta questi sedicenni ad essere molto più adulti, ad assumersi responsabilità anche troppo grandi con quel po' di avventatezza della loro età.
Il risultato è un libro che non perde la freschezza di una narrazione coinvolgente, appassionante, che permette di affrontare con piacevolezza una vicenda a tratti fortemente drammatica. Il tutto, filtrato dai sentimenti dei protagonisti, che ci vengono presentati attraverso flashback e salti temporali che avvincono perché il lettore attende fiducioso il momento dell'incontro. E, lo possiamo assicurare, non resterà deluso.
Gloria M. Ghioni
Come già ricordato da Claudia nella sua recensione (clicca qui), il romanzo di Grossman racchiude nella sua natura da "fiaba contemporanea" elementi propri del romanzo di formazione, ma riportato entro la realtà poco illusoria di Gerusalemme. Non ci sono promesse di felicità ingenua, né Assaf affronta la ricerca di Tamar con leggerezza: il peso della droga, la violenza per le strade non sono che elementi della lotta per la sopravvivenza che porta questi sedicenni ad essere molto più adulti, ad assumersi responsabilità anche troppo grandi con quel po' di avventatezza della loro età.
Il risultato è un libro che non perde la freschezza di una narrazione coinvolgente, appassionante, che permette di affrontare con piacevolezza una vicenda a tratti fortemente drammatica. Il tutto, filtrato dai sentimenti dei protagonisti, che ci vengono presentati attraverso flashback e salti temporali che avvincono perché il lettore attende fiducioso il momento dell'incontro. E, lo possiamo assicurare, non resterà deluso.
Gloria M. Ghioni