La mia quarta giornata
di Festival Letterario è stata dedicata interamente a degli eventi organizzati da Autodafè edizioni.
Entrambi si svolgevano in una meravigliosa cornice: la Biblioteca Chiesa Rossa,
scenario perfetto sia per la prima che la seconda presentazione. Il tempo,
inoltre, è stato clemente fino all’ultimo consentendoci di apprezzare ancora di
più il posto e l’occasione che ci aveva lì riuniti.
Alle 17.00 ho assistito
a “Viola e pennello”. Avevo letto nel programma di cosa si trattasse ma vederlo
concretamente mi ha molto stupita e coinvolta. Si tratta di un evento molto
peculiare, unico tra quelli a cui ho assistito finora, basato sul confronto
diretto tra tre forme d’arte diverse. Pervinca
Paccini ha letto dei brani dal suo romanzo Viola, testo molto interessante, romanzo sociale importante che
segue le vicende di una generazione su un doppio filo temporale. Opera
completa, che si interroga sul presente e sul passato, omaggio alla città di
Milano (ci sono bellissimi brani, che sembrano quadri, dedicati alla città), ma
soprattutto omaggio a un bellissimo rapporto tra due sorelle. Un romanzo
coraggioso, in bilico tra la rappresentazione di un mondo passato, quello
immediatamente post-sessantottino, e quello a noi più vicino. Uno sguardo
profondo e nostalgico alle lotte studentesche, al movimento femminista, alla
Milano e alla Storia di ieri che si rispecchia nella storia di Viola e di
Giulia. A quest’ultima toccherà fare i conti con il passato.
Al reading del romanzo
si affiancava l’arte di Gaia Grassi,
pittrice che traduceva in colori e forme le letture del momento, prendendone spunto e ispirazione, trasferendo
nel quadro tutte le sensazioni che Viola
le aveva regalato. Il tutto era affiancato dalla musica e dai testi di Alberto Motta, scelti appositamente
perché vicini al senso delle letture e dell’incontro.
Per un’ora e mezza si è
creata un’atmosfera di sospensione
temporale, oserei dire. L’interazione tra queste tre forme d’espressione e
di creazione artistica è riuscita davvero bene, il pubblico percepiva l’idea di
un lavoro in divenire, di un insieme di rapporti tra parola, colore, musica. Al
termine del lavoro, l’autrice ha osservato il quadro e ha dato la sua
interpretazione personale. Alla fine, invece, è stata la pittrice Gaia Grassi a
illustrare il senso delle sue tavole e l’idea da cui nascevano,
quell’espressione: “all’unisono” che
l’aveva tanto colpita durante la lettura. Quello stesso “all’unisono” che ieri
ha preso forma con i loro lavori, ognuno così individuale ma tutti così legati,
quasi fossero nati per annodarsi insieme.
Alle 19.30, invece, è
cominciato un evento al quale ho partecipato in prima persona, in veste di “presentatrice” d’autore. Il romanzo
che abbiamo letto e commentato insieme è Le
nausee di Darwin di Giordano Boscolo, testo a cui sono molto legata perché
mi è piaciuto davvero tanto e perché letto in un momento particolare della mia
vita, a cui sempre rimarrà associato. Insieme all’autore e a me che gli ponevo
delle domande sul romanzo in modo che anche il pubblico potesse apprezzarlo e
coglierne gli aspetti migliori, c’era il bravissimo attore Tommaso Banfi che ha letto alcuni brani facendoli rivivere di toni
e sfumature che solo una buona lettura ad alta voce può regalare.
Ero veramente emozionata e felice per l’occasione che
mi è stata data, ho cercato di trasmettere il senso di una stima profonda per
un autore che mi ha regalato, attraverso il suo testo, momenti di svago
divertiti e momenti di riflessione più profonda. Spero di essere riuscita a far
comprendere alle persone presenti, specialmente a coloro che non conoscevano a
fondo il testo, quello che io, da
lettrice, ho apprezzato di più.
Con l’autore ho sentito una buona sintonia,
ho cercato di metterlo a suo agio con le mie domande e di permettergli di
sviluppare un discorso ricco che toccasse i molteplici aspetti di un testo
altrettanto ricco. Sono stata felice nel constatare anche una buona partecipazione da parte del pubblico che
ha posto tante domande ed è stato, evidentemente, incuriosito dalla lettura di
Tommaso e dal nostro dialogare insieme.
Ringrazio ancora una volta la casa editrice Autodafè per l’opportunità e per l’atmosfera positiva che, anche stavolta, ho respirato insieme a loro.
Claudia Consoli